Klebsiella: un patogeno resistente

«… animalia quaedam minuta, quae non possunt oculi consequi, et per aera intus in corpus per os ac nares perveniunt atque efficiunt difficilis morbos…»
Marco Terenzio Varrone
Rerum Rusticarum, Liber primus.

Una delle infezioni più comuni in gravidanza è la Klebsiella pneumoniae.
Pur essendo un batterio ubiquitario in natura, é possibile reperirlo spesso nella mucosa respiratoria e nell’intestino dell’uomo. Difatti, seppur frequentemente reperibile in materiale fecale umano, lo ritroviamo non di rado associato a diverse forme morbose interessanti l’apparato respiratorio. Oltre alle malattie respiratorie, Klebsiella pneumoniae può essere causa di infezioni dell’apparato urinario.
Può provocare polmonite batterica ed è responsabile di infezioni nosocomiali.
Questo termine fu coniato in onore di Edwin Klebs, patologo tedesco che fece ricerche interessanti nell’ambito delle malattie infettive.
Come già detto, questo batterio non flagellato, pur trovandosi nell’intestino, può spostarsi in altre zone divenendo patogeno nel momento in cui trova un ambiente favorevole al suo sviluppo. Fattori immunosoppressivi possono, a tal proposito, risultare determinanti per la crescita della Klebsiella. Cattiva igiene, stress o condizioni fisiche come la gravidanza possono coadiuvare le infezioni.
Evitare il contatto col batterio è difficile poiché il principale veicolo sono le mani: ecco perché è necessario lavarle di frequente, ponendo particolare attenzione al letto ungueale, ai palmi, e allo spazio fra le dita. Altro modo di contrarre il batterio è, in ambienti sanitari, tramite dispositivi di respirazione e cateteri per via endovenosa. Si ha attraversamento del tratto respiratorio con possibile penetrazione nel flusso sanguigno.
Il rischio di trasmettere un’infezione a persone sane è molto basso. É tuttavia necessario adottare ogni tipo di precauzione igienica per evitare il diffondersi del batterio.

SINTOMATOLOGIA
Quali sono i sintomi con cui si manifesta il patogeno?

Infezioni respiratorie
infezioni alla gola
infezioni alle orecchie
Infezioni all’apparato urinario
Infiammazioni intestinali
Infiammazioni varie.

Per individuare la Klebsiella pneumoniae è sufficiente l’esame colturale e, nel caso risulti positivo, bisogna necessariamente eliminare l’agente patogeno.
Nel neonato oltre alla normale igiene ed agli antibiotici, è importante la prevenzione e sono importanti eventuali controlli al fine di eliminare il rischio di recidive o ulteriori complicanze. È noto infatti che, questo batterio gram-negativo, grazie alla sua spessa capsula di natura polisaccaridica, è resistente a molti antibiotici. Quelli efficaci, pertanto, sono pochi. Tra questi annoveriamo la ciprofloxacina. Nella terapia è consigliata anche l’introduzione di una dieta a base di fermenti lattici.
La Klebsiella a causa della sua antibiotico-resistenza è statadefinito un Super Batterio.
La cura, pertanto, deve essere fatta in modo mirato e preciso mediante un antibiogramma.

Fonte: Klebsiella.it

Tania Celestri

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

1 commento su “Klebsiella: un patogeno resistente”

  1. Ho fatto esami dellurina ed è venuto fuori la kebrisella ho curato con antibiotico ma dopo finita la cura si è ripresentato con bruciore . Ma qualche anno fa facendo gli esami ho avuto la cistite volevo un parere grazie.

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