Dall’Oriente (con furore!) i cibi probiotici stanno per arrivare

Tra curiosità ed innovazione i piatti tipici della tradizione orientale sono una miniera di ceppi probiotici. Utili alla salute ed intriganti al gusto, partono alla conquista dell’Occidente.

Figura 1 – Il “Natto” rappresenta uno degli alimenti più salutari della tradizione giapponese

Mangia tutto, che questo fa bene!” Quante volte da bambini abbiamo dovuto ascoltare questa frase dalle nostre mamme, soprattutto quando l’aspetto del piatto non presagiva nulla di buono. Sull’onda di tale raccomandazione, negli ultimi tempi la tendenza sempre maggiore a scoprire i sapori più sconosciuti e disparati del pianeta, anche se a prima vista l’effetto acquolina in bocca non scatta. Tale fenomeno ha portato ad un aumento vertiginoso di ristoranti tipici della cultura soprattutto orientale. Inoltre, molte ricerche dimostrano che alcuni piatti tradizionali della cultura orientale (innanzitutto giapponese!) mostrano benefici a lungo termine sulla salute. Di questa speciale categoria, analizzeremo tre piatti che hanno un qualcosa di molto particolare in comune: tutti sono una fonte inestimabile di probiotici!

Primo fra tutti, il “Natto” è un alimento della tradizione culinaria giapponese, a base di semi di soia fermentati. Il natto ha un gusto molto particolare che non piace a tutti e il suo odore è alquanto pungente.  Contiene speciali batteri, Bacillus subtilis (noti anche come Bacillus natto) che possiedono proprietà immunostimolanti e molto utili per la cura di patologie del tratto urinario e dell’intestino. Tra le altre proprietà, questo cibo possiede anche un elevato apporto di vitamina K, essenziale per una corretta coagulazione del sangue e per prevenire l’osteoporosi.

Figura 2 – Il “Miso” è un popolarissimo condimento della cucina nipponica

Il secondo particolare sapore che proponiamo è il “Miso“. Il miso è una pasta salata che si ottiene a partire da legumi fermentati, in genere soia, ed è un condimento indispensabile per la cucina nipponica. Si può fare anche aggiungendo alcuni cereali, motivo per cui in commercio possiamo trovare miso di riso, di orzo, di avena ecc. L’intero impasto di cereali viene inoculato con un fungo che si chiama “koji“, ovvero Aspergillus oryzae.  Il risultato è un composto dalla consistenza burrosa che può essere di colore rosso o marrone scuro. Più scuro è il colore del miso, più il suo sapore è forte e salato. Inoltre, questo caratteristico alimento fornisce un buon apporto di vitamina B-12 e di minerali come zinco, manganese e rame. 

Figura 3 – Il “Kimchi” è un piatto unico e basilare della cultura culinaria coreana

Il terzo ed ultimo piatto che vedremo è una vera e propria “istituzione” delle tavole di Seoul. Perchè il “Kimchi” rappresenta uno dei piatti tradizionali della Corea ed ha un’importanza sociale e culturale così significativa da essere l’oggetto di un museo, il Kimchi Field Museum di Seoul, dove vengono esposti gli ingredienti “storici” e quelli più attuali. Ne esistono svariate versioni, in base al vegetale ed alle spezie utilizzate, alla stagione ed alla località coreana d’origine. Un denominatore comune del kimchi è il suo sapore piccante ed acidulo. Si tratta di una preparazione ottenuta dalla fermentazione di alcuni tipi di verdure (principalmente il cavolo rosso cinese) ed insaporita con peperoncino ed altre spezie. Durante il processo di fermentazione si sviluppano numerosi batteri con una potenziale azione benefica sull’organismo: Lactobacillus plantarum, L. pentosus, L. brevis, L. fermentum, L. casei, Leuconostoc mesenteroides, L. kimchinonché altri batteri lattici molto efficaci per il sistema gastrointestinale e quello immunitario.

Cari lettori, lasciamoci trascinare dalla curiosità e dall’appetito, senza pregiudizi e senza timori, poichè scoprire le culture culinarie di altri Paesi lontani dal nostro possono donarci piacevoli e salutari sorprese.

Giovanni Di Maio (alias Santi Rocca)

Fonti:

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

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