Quasi la metà del DNA dei mammiferi è costituita da elementi ripetitivi che possono muoversi e amplificarsi all’interno del genoma. Con il tempo, alcuni di questi elementi vengono integrati dall’ospite e le proteine che codificano sono utilizzate per soddisfare funzioni fisiologiche, ma questo ovviamente vale anche per quelli con proprietà negative. Gli elementi umani di origine endovirale nascono da un’infezione ancestrale della linea germinativa da parte di un retrovirus infettivo che però è stato conservato e amplificato nel genoma.
Questi retrovirus sono associati a diverse patologie umane moderne, in particolare ai tumori.
I retrovirus endogeni sono virus integrati nel genoma cellulare entrati negli ospiti durante il corso dell’evoluzione e rappresentano circa l’8% del genoma umano. Anche se la maggior parte sono difettosi, alcuni sono ancora in grado di generare particelle retrovirali e proteine.
A questi virus endogeni appartengono quelli della famiglia HERV-K , di rilevante importanza perché i suoi membri si sono amplificati relativamente recentemente e molti di loro hanno ancora geni codificanti interi. Il loro ruolo nei tumori è alquanto preoccupante poiché si è notato che possono indurre tumori come melanomi, tumori al seno e tumori delle cellule germinali, in cui possono essere rilevate particelle virali, così come la proteina codificante l’envelope virale (Env).
In questo studio particolare gli scienziati hanno dimostrato che il gene Env di questa famiglia, ha proprietà oncogene, infatti la sua espressione in una linea cellulare epiteliale umana non tumorigenica induce una trasformazione epiteliale detta “transizione epitelio-mesenchiamale” (EMT), spesso associata all’aggressività tumorale e alla metastasi poiché le cellule epiteliali così si trasformano, acquisendo le caratteristiche delle cellule mesenchimali (migrazione e perdita di adesione alla base).
Nel modello ricreato dagli scienziati si è cercato di riprodurre questo ambiente e di modificarlo attraverso un insieme di marcatori molecolari coinvolti nella tumorigenesi. I ricercatori hanno potuto scoprire che il grosso del “lavoro” era svolto dal gene Env, per questo considerato un forte induttore di diversi fattori di trascrizione quali ETV4, ETV5 e EGR1, coinvolti nel pathway di MAPK ERK1 / 2 e associati alla trasformazione cellulare sopra descritta e presente in diversi tumori.
Sembra una scoperta terrificante e preoccupante, ma allo stesso tempo può essere sfruttata per futuri terapie target contro questi geni pericolosi.
Raluca Stoica
Fonte: PlosPathogen