Angiostrongylus cantonensis, la causa della meningite eosinofila

Avete mai sentito parlare di lumache e chiocciole vettori di meningite? Ebbene sì, questi gasteropodi possono trasportare con loro un parassita molto pericoloso: Angiostrongylus cantonensis. Andiamo ad esaminare questo parassita potenzialmente letale trattando ciclo, sintomi, cura e prevenzione.

Introduzione

Angiostrongylus cantonensis (Fig.1) è un nematode appartenente alla famiglia Metastrongylidae parassita di lumache, chiocciole e ratti, che occasionalmente può interessare anche l’uomo. Conosciuto anche come verme del polmone del ratto (rat lungworm) per via del “luogo di residenza” all’interno dell’ospite definitivo, questo nematode lungo circa 2 cm è la causa della patologia nota come meningite eosinofila.

Esemplare di Angilostrongylus cantonensis
Fig.1: Esemplare di Angilostrongylus cantonensis

Ciclo vitale

All’inizio del ciclo biologico (Fig.2) i vermi adulti si trovano a livello delle arterie polmonari dei roditori, dove le femmine depongono le uova. Alla schiusa, le larve migrano alla faringe dell’ospite, vengono ingoiati e così passano nel sistema digerente, dal quale sono infine espulse con le feci. Quando una lumaca (o una chiocciola) ingerisce le larve, queste si sviluppano attraverso due mute, diventando così patogene per i mammiferi. Quando poi il gasteropode viene nuovamente ingerito dall’ospite definitivo, le larve in esso presenti migrano al cervello, divenendo individui adulti. A questo punto i giovani adulti si spostano nel sistema circolatorio, andando a stabilirsi nuovamente nelle arterie polmonari, dove diventano sessualmente maturi e si riproducono.

Ciclo biologico Angiostrongylus cantonensis
Fig.2: Ciclo biologico

Patologia

La patologia principalmente scatenata da A. cantonensis è nota come meningite eosinofila. L’infezione si presenta inizialmente con sintomi quali dolori addominali, nausea, vomito e debolezza che diventano gradulamente febbre, sintomi a carico del SNC, intensi mal di testa e rigidezza del collo. Alle volte può capitare che si manifesti la paralisi del settimo (nervo facciale) ed ottavo (vestibolococleare) nervo cranico. I danni al SNC si presentano con reazioni rallentate e stati anche gravi di incoscienza. Le condizioni più gravi possono portare ad ariflessia, quadriparesi, insufficienza respiratoria e atrofia muscolare, che possono portare a loro volta alla morte qualora non curate. Può succedere anche che, nonostante la cura, i danni siano irreversibili; in questo caso le conseguenze della patologia variano in base alla localizzazione dell’infezione.

Può inoltre capitare che il parassita penetri nell’occhio, andando a dare sintomi come dolore acuto, impedimenti alla visione, cheratiti ed edema retinico.

Diagnosi

La diagnosi viene attuata in quattro modi: tramite conta leucocitaria, puntura lombare, esami radiologici al cervello o tramite esami sierologici. La conta leucocitaria risulta positiva quando livello di eosinofili è maggiore o uguale a 10 eosinofili/ml, o al 10% di eosinofili sul totale della conta leucocitaria. Attuando la puntura lombare, invece, si va a ricercare la presenza di larve o si rileva la quantità di eosinofili all’interno del liquido cefalorachidiano. Attraverso gli esami radiologici, ancora, si vanno a ricercare danni cerebrali, come ad esempio emorragie, segno che i “vermi” stanno migrando. Infine, gli esami sierologici vengono utilizzati quando si ha la certezza che la conta leucocitaria sia alta, e di conseguenza si va a ricercarne la causa grazie all’utilizzo di anticorpi.

Cura e prevenzione

La cura viene effettuata tramite antielmintici come l’Albendazolo, l’ivermectina, mebendazolo e pyrantel. Tramite l’utilizzo di antifiammatori, generalmente uniti a corticosteroidi nelle infezioni più gravi, per limitare la reazione infiammatoria causata dalla morte dei nematodi. La prevenzione si basa sull’evitare il consumo di lumache e chiocciole crude, nonchè il consumo di acqua proveniente da sorgenti in cui si possono riscontrare i vettori.

Epidemiologia

I dati epidemiologici mostrano che A. cantonensis è endemico del Sud-Est Asiatico, ma l’infezione si sta espandendo a causa della globalizzazione e del maggior flusso turistico verso le zone endemiche.

Andrea Borsa

FONTI:

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

1 commento su “Angiostrongylus cantonensis, la causa della meningite eosinofila”

  1. 1. la patologia può essere contratta mangiando qualche foglia di verdura non lavata? 2. la patologia può essere indotta da un medico parassitologo per infettare una persona? la ringrazio-

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