I Postulati di Koch

Cosa sono? E chi era Robert Koch?

postulati di Koch (o postulati di Henle-Koch) sono dei criteri utilizzati per stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una malattia. 

Robert Koch fu il primo ad adottare sperimentalmente alcuni criteri, già in precedenza formulati da Friedrich Gustav Jakob Henle, che altro non sono se non quattro regole generali per stabilire se un certo microrganismo sia o meno la causa di una certa malattia. Koch isolò dai tessuti di animali malati i bacilli del carbonchio, li coltivò in laboratorio e ne identificò il ciclo vitale di tipo sporigeno. Attraverso l’inoculazione delle cellule in animali non affetti da alcuna patologia osservò l’insorgenza della malattia e la possibilità di isolare tale microrganismo dal tessuto degli animali infettati sperimentalmente. Questi criteri sono conosciuti appunto come postulati di Koch.

Di fatto egli proponeva la prima versione dei criteri batteriologici e sperimentali necessari per dimostrare che un determinato microorganismo è la causa specifica di una malattia infettiva. I tre postulati batteriologici prevedevano: (a) l’individuazione di una struttura estranea in tutti i casi di malattia; (b) la dimostrazione che questa struttura era un organismo vivente distinguibile da tutti gli altri; (c) che la distribuzione era correlata a e in grado di spiegare i sintomi della malattia. I postulati sperimentali riguardavano: () la coltivazione del microbo all’esterno dell’ospite e il suo isolamento da altri prodotti della malattia che potessero essere causalmente correlati con essa; (e) l’inoculazione del microorganismo isolato su colture pure in animali da esperimento che devono mostrare gli stessi sintomi dell’animale malato originario. 

Postulati di koch

Ma dopo quasi 150 anni possono ancora essere utilizzati?

Di fatto dopo poco, lo stesso Koch si rese conto che non era sempre possibile ottemperare ai suoi stessi postulati, perché per alcune malattie, come la febbre tifoide, la difterite, la lebbra e il colera non era possibile infettare animali con le colture pure, mentre per altre, come la malaria, era impossibile coltivare l’agente che la causava. Restano validi per agenti patogeni di elevata virulenza (molti batteri come Yersinia pestis, Bacillus anthracis, Salmonella typhi, Neisseria meningitidis, etc.);

I patogeni che non soddisfano i postulati di Koch (es.Helicobacter pylori, Pseudomonas aeruginosa,Staphylococcus aureus) sono spesso patogeni cosiddetti “opportunisti” perché colonizzano solo se l’ospite si trova in determinate condizioni (ad esempio se l’ospite è debilitato oppure se è affetto da altre patologie). Nel caso di questi patogeni è chiaro che se noi iniettiamo il batterio in altre cavie non è detto che si verifichi la sintomatologia e l’infezione;

Ma quindi che valore hanno?

I postulati di Koch hanno valore “storico” e segnano l’inizio dell’utilizzo del metodo scientifico nel campo della microbiologia.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

2 commenti su “I Postulati di Koch”

  1. Sulla effettiva esistenza dei virus e dei vari bacilli si discute da molto tempo.
    Non si può escludere che invece di virus o bacilli si tratti invece di “detriti” cellulari. In tal caso ci sarebbe la possibilità del contagio, sia con tosse, oppure starnuti, potrebbe accumularsi in altri corpi tali detriti perciò intasamento che creerebbe le varie malattie infettive.
    Immunologhi famosi stanno cercando i vari bacilli, ma molti non sono stati trovati. Domanda, in ogni contagiato non si dovrebbe trovare sempre il corrispettivo bacillo?.

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