Alla ricerca di soluzioni sempre più ”bio”
Dagli Stati Uniti arrivano interessanti notizie nello sviluppo bio-tecnologico in tema di energia rinnovabile e riciclo. Liquami trattati a livello domestico in maniera economicamente sostenibile e energeticamente efficiente. Fantascienza? Parliamo degli studi condotti dalla Cambrian Innovation, un’azienda sita in Boston, che ha iniziato la prima fase di test riguardanti una cella a combustibile microbica presso il Naval Surface Warfare Center di Maryland. Il dispositivo è stato definito BioVolt. Le sue capacità? In un solo giorno il dispositivo riesce a depurare fino a 2250 litri di acque reflue in acqua pulita, un volume tale da poter far fronte alle esigenze quotidiane di circa quindici persone. Il dispendio elettrico pensate sia eccessivo? La piacevole sorpresa riguarda pure l’aspetto energetico poichè la cella è in grado al tempo stesso di autoprodurre energia.
Quanto costa oggi la gestione acque reflue?
Negli USA le soluzioni di depurazione attuali dei liquidi neri ”mangiano” circa il 3% dell’energia prodotta. Il quantitativo di spesa quindi induce fortemente ad investire in metodologie con un minore impatto.
Scopriamo le incredibili risorse dei batteri
Gli impianti di trattamento utilizzano i batteri per metabolizzare il materiale organico presente nelle acque nere. Esso rappresenta circa un terzo dei residui da smaltire, quindi una parte importante del materiale totale da trattare. Per trattamento non si intende solo la separazione o il filtraggio, ma anche la sterilizzazione, attraverso un processo chimico, di questo materiale che rappresenta potenzialmente un rischio biologico. Questo metodo prevederebbe di per sè l’utilizzo di un grande quantitativo di energia. Le celle a combustibile microbiche, invece, riescono ad agire sulla metabolizzazione dei contaminanti, producendo contemporaneamente elettricità.
Quali sono i microrganismi attori di questa soluzione?
BioVolt si affida a ceppi di Geobacter e Shewanella oneidensis che riescono a trattare le acque reflue, garantendo al contempo la generazione di elettricità. Molti studiosi sono coinvolti in questo lavoro di innovazione ambientale e gestionale dei sistemi di depurazione. In particolare la scienziata Orianna Bretschger dell’Istituto J. Craig Venter di San Diego, California, sta provando la tecnologia in una fattoria gestita dalla Scuola Superiore di San Pasqual, nella vicina Escondido, per gestire con questo metodo i circa 630 litri di liquami prodotti dagli animali quotidianamente. A quanto esprime la ricercatrice la tecnologia è abbastanza collaudata per poter pensare seriamente ad una commercializzazione nei prossimi 3-5 anni.
E se un giorno tutti lo avessero a casa propria… ?
L’obiettivo dei ricercatori coinvolti nel progetto è quello di riuscire ad applicare il principio su una scala più vasta, arrivando a trattare oltre 20 mila litri al giorno, un volume dieci volte la capacità di depurazione attuale, che soddisferebbe più di cento persone. Inoltre far sì che le celle a combustibile microbiche possano diventare dei dispositivi di riferimento diffusi e semplici da installare, anche a livello domestico.
Alessandro Scollato
fonte: http://www.green.it