Endocitosi spontanea di Lactobacilli negli enterociti
L’endocitosi spontanea di alcuni Lactobacilli, negli enterociti umani, ha molto a che fare con la loro probiotica sopravvivenza intestinale. Lo studio.
L’endocitosi spontanea di alcuni Lactobacilli, negli enterociti umani, ha molto a che fare con la loro probiotica sopravvivenza intestinale. Lo studio.
La ricerca vaglia l’esistenza di correlazioni tra innalzamenti dei livelli di Immunoglobuline E (IgE), competenti negli stati allergici, e l’arroganza batterica di Helicobacter pylori. Si direbbe una virulenza agevolata. Dagli allergeni. E dagli alcolici.
Resistenza, forza, sicurezza sono ancora esattamente i talenti vagliati su tale specie elòfita; oggi, affondando lo sguardo fin nella rizosfera della lacustre Canna, Arundo phragmites L., e più dentro, nel suo locale microbiota. Per rintracciare quella proverbiale olimpica stabilità, che fa pieno e moderno onore all’epica tenacia, viva e vivificante, dell’oscillante decana.
D’Enterococchi in Sinapis juncea L., e di lor interferonico pungolar, enteriche, le nostre cellule, a reagire ad avversari virali.
E di molto altro, ancora da capire.
La melanogenesi, nei melanociti, genera pigmentazione di superficie, difensiva, piuttosto che abbellente. Genesi laboriosa, indotta da stress fotonico, ed a sua volta minacciosamente pro-ossidante; fautrice di stress ossidativo; stimolo d’insorgenza del melanoma.
Lactobacillus gasseri, in forma di surnatante di probiotico privo di cellule, potrebbe assurgere presto all’olimpo della skincare.
Concentrato. Essenza. Essere. Quello stagiritico « essere in quanto essere » da cui gòcciola sostanza, materica οὐσία; distillato Vero, con cui far fronte al reale. E le taciturne piante, metafisicamente così sussistono: con scorte inducibili di umori fenolici; pronte a respingere eterne proteiformi ostilità. Essenziali olii, dal potenziale appena dischiuso.
“Farmaco d’artista” secondo l’illustre Prof. Pancheri, se applicato con scernente cognizione di causa-effetto. Ma l’ultimo studio, fa presagire altre qualità cellulari insperate, del litio; per il momento, correlate al lievito di birra: Saccharomyces cerevisiae. Qualità, che promettono ben più di un effetto antistress, in condizioni di iperosmolarità. Molto di più. Si ventila un allungamento della vita cellulare.
Non vi è mente umana, infatti, che non contempli l’astratto allarme di scomparsa dell’Apis mellifera, per avvelenamento secondario da pesticidi. E pur pesticida ubiquitario, la clotianidina, potrebbe essere molecola alla portata dei lenti ma efficaci processi di degradazione, delle care api.
Alleanze microbiche, qui, volte alla sana sopravvivenza dell’ospite, anche negli imenotteri, non mancano. Un microbiota d’ape, che può far la differenza tra la vita e l’estinzione, di massa.
Nell’ultimo studio sulle dinamiche del fungo Colletotrichum gloeosporioides, i ricercatori affondano lo sguardo in cruciali funzioni statiche, di barriera, ricettacolo e dispersore, di una specie arborea antica. Il Guayabo, una frugifera bugia.
I batteri di Pietroburgo: microbica raccolta d’invisibili storie, biologiche storie. Forme di vita, che impastano, insieme a funghi melanizzati, depositi scuri sulle architetture litiche della letteraria città di Gogol’, Dostoevskij, Puškin.