“Omne ignotum pro magnifico” è su questo che si basa l’episodio podcast di oggi, ovvero “Tutto ciò che è sconosciuto è sublime”, ed è un po’ il fulcro di quello che contraddistingue il mondo della ricerca. Oggi cercheremo di rispondere alla domanda che si pongono gli studenti dopo la laurea: PhD o Scuola di Specializzazione? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Ilaria Bellini, articolista di Microbiologia Italia che ha scelto la strada del dottorato.
Il dottorato è stato originariamente previsto nel sistema universitario italiano dalla legge delega 21 febbraio 1980, n. 28, e istituito dal Decreto Ministeriale del 5 giugno 1982 per cui i relativi corsi di studio sono stati attivati solo nel 1983. Inoltre, originariamente nacque come “titolo accademico valutabile soltanto nell’ambito della ricerca scientifica “e ancora oggi rappresenta il terzo livello di studi, come dettato dal processo di Bologna. Come requisito per l’ammissione ai corsi è attualmente richiesto il possesso di una laurea magistrale, o di un titolo equivalente, oppure di un diploma di laurea conseguito in un altro stato e dichiarato equipollente. Per riferirsi a tale titolo si usano indifferentemente le abbreviazioni Dott. Ric. e Ph.D.
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