Cannabis e testosterone: effetti, studi e implicazioni sulla salute: Negli ultimi anni, l’uso della cannabis è cresciuto sia in ambito ricreativo che terapeutico, suscitando interesse e preoccupazione riguardo ai suoi effetti sul corpo umano. Una delle domande più frequenti riguarda il suo impatto sul sistema endocrino, e in particolare sul testosterone, l’ormone sessuale maschile responsabile della libido, della massa muscolare e della produzione spermatica. Ma la cannabis influisce davvero sul testosterone? I risultati scientifici non sono sempre univoci. Analizziamo il rapporto tra cannabis e livelli ormonali.
Cos’è il testosterone e perché è importante
Il testosterone è un ormone steroideo androgeno, prodotto principalmente nei testicoli (negli uomini) e in quantità minori nelle ovaie (nelle donne) e nelle ghiandole surrenali.
Funzioni principali del testosterone:
- Sviluppo dei caratteri sessuali maschili
- Regolazione della libido
- Mantenimento della massa muscolare e ossea
- Produzione di sperma
- Ruolo nella motivazione, energia e umore
Cannabis: cosa contiene e come agisce
La cannabis contiene oltre 100 cannabinoidi, ma i più noti e studiati sono:
- THC (tetraidrocannabinolo): principio attivo psicoattivo
- CBD (cannabidiolo): non psicoattivo, usato per scopi terapeutici
Questi cannabinoidi interagiscono con il sistema endocannabinoide umano, che a sua volta regola funzioni endocrine, metaboliche, riproduttive e nervose.
Cannabis e testosterone: cosa dice la scienza
Effetti acuti e cronici:
Gli studi sono contrastanti, ma alcuni dati emergono con chiarezza:
1. Riduzione temporanea del testosterone (uso acuto e frequente)
- Studi su animali e umani mostrano che l’uso regolare e ad alte dosi di THC può comportare una diminuzione temporanea dei livelli di testosterone.
- Un articolo pubblicato sul Journal of Clinical Pharmacology ha rilevato una diminuzione del testosterone del 30% nei fumatori cronici, con un effetto reversibile dopo l’interruzione.
2. Alterazioni della spermatogenesi
- L’uso frequente di cannabis è stato associato a:
- Riduzione della motilità spermatica
- Diminuzione della conta spermatica
- Alterazione della morfologia degli spermatozoi
3. Studi recenti: effetto più blando del previsto
- Una ricerca del 2019 su oltre 1.200 uomini (Human Reproduction) ha mostrato che coloro che avevano fatto uso occasionale di cannabis avevano livelli di testosterone comparabili o lievemente più alti rispetto a chi non l’aveva mai usata.
- La frequenza d’uso e la dose sembrano essere fattori critici.
Meccanismo d’azione ipotizzato
Il THC può agire:
- A livello dell’ipotalamo, riducendo la secrezione di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine)
- Di conseguenza, si ha una minore produzione di LH e FSH → riduzione della stimolazione testicolare → calo del testosterone
Inoltre, lo stress ossidativo indotto dal THC nei testicoli può alterare il microambiente spermatogenico.
Cannabis terapeutica e testosterone: c’è differenza?
L’uso di CBD (senza THC o con THC controllato), ad esempio in formulazioni terapeutiche, non sembra ridurre significativamente i livelli di testosterone. Tuttavia, sono necessari studi a lungo termine per valutarne l’impatto.
Altri fattori che influenzano la relazione cannabis-testosterone
- Età e metabolismo
- Durata e quantità dell’uso
- Modalità di assunzione (fumata, vaporizzata, edibile)
- Presenza di altre sostanze (alcool, tabacco)
Rischi e precauzioni
Possibili effetti collaterali di un uso cronico:
- Ipogonadismo secondario
- Diminuzione della libido
- Ridotta fertilità
- Aumento della massa grassa e perdita di tono muscolare
- Alterazioni dell’umore e depressione
Conclusione
Il legame tra cannabis e testosterone è complesso e dipende da frequenza, dose e durata dell’uso. Mentre l’uso occasionale o terapeutico a basso dosaggio potrebbe avere effetti trascurabili, un consumo cronico e massivo di THC può alterare la produzione ormonale e la fertilità maschile. Chi fa uso regolare di cannabis e presenta sintomi come stanchezza cronica, calo del desiderio sessuale o infertilità, dovrebbe considerare un monitoraggio ormonale e parlarne con un medico.
Fonti
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1589759/
- https://academic.oup.com/humrep/article/34/5/731/5378716
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4034110/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4993895/
- https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphar.2020.00472/full
- https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/193847