La leishmaniosi viscerale (VL o kala azar) è la forma più grave di leishmaniosi umana, responsabile di oltre 20.000 morti ogni anno, mentre la leishmaniosi cutanea (PKDL) è una condizione cutanea stigmatizzante che spesso si verifica nei pazienti dopo un trattamento efficace per VL.
Una mancata risposta immediata mediata dalle cellule del nostro sistema immunitario, nello specifico i linfociti T CD8 +, comporta una progressione della VL e anche della condizione cutanea. Oltre ai danni evidenti, ciò può limitare anche l’efficacia terapeutica dei farmaci anti-leishmaniosi.
Da qui nasce l’esigenza di sviluppare non solo vaccini profilattici contro la leishmaniosi, ma anche vaccini terapeutici da utilizzare da soli o in immunochemoterapia combinata. Per la prima volta si è giunti ad un trial clinico di un vaccino di terza generazione, sviluppato intenzionalmente per indurre le cellule CD8 + T ad una risposta immunitaria cellula-specifico.
Trial
Ogni trial clinico si compone di diverse fasi, che prevedono infine anche lo studio su volontari umani. Ciò è stato fatto anche per questo vaccino: in 20 volontari sani sono state analizzate la tollerabilità, la sicurezza e l’immunogenicità di questo unico vaccino adenovirale per la VL e la PKDL. La molecola del vaccino è la ChAd63-KH, un adenovirus difettoso nella replicazione che esprime un nuovo gene sintetico, KH, codificante per le due proteine Leishmania KMP-11 e HASPB.
Risultati
ChAd63-KH è risultato sicuro a dosi intramuscolari nemmeno tanto elevate. Ulteriori analisi del sangue hanno indicato che ChAd63-KH induce risposte immunitarie innate caratterizzate dalla presenza dell’interferone e di cellule dendritiche. Inoltre, anche le cellule CD8 + T hanno mostrato u’attivazione quantitativamente robusta nel 100% (20/20) dei soggetti vaccinati.
Ad oggi, i vaccini di prima e seconda generazione contro la leishmaniosi sono stati sviluppati per indurre principalmente le risposte delle cellule CD4 +. Questo è il primo vaccino che impiega un adenovirus che codifica un gene sintetico per la coespressione di due antigeni della Leishmania, dando ottimi risultati.
Rappresentando un nuovo approccio, questi dati aprono la strada per la valutazione di questo vaccino e dei suoi potenziali benefici terapeutici nei pazienti affetti da PKDL, nella prevenzione del PKDL e nei carrier asintomatici di L. donovani.
Raluca Stoica