Virus SARS-CoV

Caratteristiche di SARS – CoV

Il virus SARS-CoV, appartenente alla famiglia dei Coronavirus, è in grado di causare la Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS). L’infezione è stata rilevata per la prima volta ad Hong Kong nel 2002, ma fu identificata e caratterizzata per la prima volta dal microbiologo italiano Carlo Urbani. Il virus SARS-CoV origina nel pipistrello e ha ospiti intermedi di trasmissione all’uomo, come lo zibetto e il cane procione.

Coronavirus SARS visto al microscopio elettronico
Figura 1- Coronavirus SARS visto al microscopio elettronico [wikipedia.org]

Filogenesi

DominioAcytota
GruppoGruppo IV (Virus a RNA)
OrdineNidovirales
FamigliaCoronaviriadae
SottofamigliaOrthocoronavirinae
GenereBetacoronavirus
SottogenereSarbecovirus
Tabella 1- Tassonomia del genere virale SARS-CoV

Struttura virale di SARS – CoV

Il virus SARS-CoV è un virus a RNA a singola elica a polarità positiva. Entra nelle cellule ospiti tramite un meccanismo che coinvolge l’interazione tra la sua proteina S e l’enzima di conversione dell’angiotensina umana 2 (ACE2) espresso sulle cellule ospiti nel polmone. 

Struttura del virus SARS-CoV
Figura 2- Struttura del virus SARS-CoV [nature.com]

Il genoma è di circa 30 kb, codifica per due grandi geni (ORF1a e ORF1b) che codificano per 16 proteine ​​non strutturali. Il genoma ha il cappuccio metilato 5′ e una coda poliadenilata 3′, che consentono all’RNA di essere tradotto direttamente dal ribosoma della cellula ospite all’ingresso virale. È impacchettato in un nucleocapside (N) elicoidale circondato da un doppio strato lipidico (envelope). L’involucro del virione contiene almeno tre proteine virali, la proteina spike (S), la proteina della membrana (M) e la proteina dell’envelope(E).

Il virione SARS-CoV utilizza la glicoproteina spike (S) di superficie per l’interazione e l’ingresso nella cellula bersaglio. La glicoproteina S contiene le subunità S1, la subunità S2 un dominio transmembrana (TM) e un dominio intracellulare. La subunità S1, situata nella regione N-terminale, media l’attaccamento virale e contiene il dominio di legame del recettore (RBD), che determina l’interazione con la cellula ospite e il tropismo cellulare. La subunità S2, situata nella regione prossimale alla membrana, media la fusione della membrana. Questa subunità è la sede di sequenze amminoacidiche come il peptide di fusione idrofobico (FP), HR1, HR2 e il dominio del citoplasma (CP). 

Organizzazione del genoma e del dominio S del virus SARS-CoV
Figura 3- Organizzazione del genoma e del dominio S del virus SARS-CoV (wikimedia.org)

Patogenesi

Il virus SARS-CoV è in grado di provocare infezioni enteriche, ovvero a livello intestinale, e infezioni delle vie aeree, cioè a livello dei polmoni. Si diffonde attraverso due modalità:

  • Trasmissione diretta: attraverso goccioline volatili di saliva, espulse da un individuo contagiato quando parla, starnutisce, tossisce o respira.
  • Trasmissione indiretta: attraverso il contatto con oggetti o ambienti contaminati (es. telefoni, servizi igenici…).

Il periodo d’incubazione generalmente va dai 2 ai 10 giorni. In alcuni casi, però, può durare anche 14 giorni.

I primi segni dell’infezione da SARS che compaiono sono di tipo simil-influenzali, con comparsa di febbre, sensazioni di fatica, diarrea, vomito, mal di testa, mal di gola e dolori muscolo-scheletrici. Il virus può, inoltre, raggiungere le vie aeree profonde (bronchi e polmoni) causando bronchite e polmonite virale.

Metodi di identificazione

La diagnosi per identificare il virus SARS-CoV viene effettuata attraverso:

  • Test ELISA (enzyme-linked immunosorbent assey);
  • Immunofluorescenza;
  • PCR (polymerase chain reaction).

Terapia

Ad oggi non esistono né terapie specifiche né vaccini per la malattia causata dal virus SARS-CoV. Sono stati provati farmaci antivirali (es. ribavirina) e steroidi, che però sono risultati inefficaci per il decorso della malattia.

Pertanto, ad oggi, gli unici trattamenti usati comprendono la somministrazione di antipiretici, usati per ridurre i sintomi simil-influenzali, ossigeno e quando è necessario supporto per la ventilazione.

Fonti

Crediti immagini