Cosa succede al corpo quando si digiuna: Il digiuno, ovvero l’astensione volontaria dal cibo per un determinato periodo, è praticato da secoli per motivi spirituali, culturali o terapeutici. Oggi, con il crescente interesse verso il digiuno intermittente, molte persone si chiedono: cosa accade realmente al nostro corpo quando smettiamo di mangiare?
In questo articolo analizziamo i cambiamenti metabolici, gli effetti fisici e mentali, e i potenziali benefici e rischi legati al digiuno, basandoci su evidenze scientifiche aggiornate.
Le fasi del digiuno: cosa succede al corpo ora per ora
0–6 ore dopo l’ultimo pasto
- Il corpo utilizza il glucosio proveniente dall’ultimo pasto per produrre energia.
- La glicemia è stabile, così come i livelli di insulina.
6–12 ore: inizio del digiuno
- Il fegato inizia a scomporre il glicogeno epatico in glucosio per mantenere la glicemia.
- I livelli di insulina calano, favorendo la mobilitazione dei grassi.
12–24 ore: combustione dei grassi
- Il glicogeno epatico si esaurisce.
- Il corpo inizia a utilizzare i grassi come fonte di energia.
- Si attiva la lipolisi: i trigliceridi vengono scomposti in acidi grassi e glicerolo.
24–48 ore: chetosi iniziale
- Il fegato produce corpi chetonici (es. beta-idrossibutirrato) per nutrire cervello e muscoli.
- Si abbassa la glicemia, ma il corpo si adatta usando grassi e chetoni.
- Si attiva l’autofagia: processo di riciclo cellulare e riparazione.
48–72 ore: stato di adattamento
- Maggiore produzione di ormone della crescita (GH)
- Diminuzione dell’infiammazione sistemica
- Autofagia aumentata, potenziale effetto anti-aging
Digiuni superiori a 48 ore vanno eseguiti solo sotto controllo medico.
Effetti fisiologici del digiuno
Benefici potenziali
- Riduzione dell’insulino-resistenza
- Attivazione dell’autofagia (rinnovamento cellulare)
- Perdita di massa grassa
- Aumento della sensibilità ormonale (GH, noradrenalina)
- Riduzione dell’infiammazione cronica
- Miglioramento dei marcatori metabolici (colesterolo, trigliceridi)
Possibili effetti collaterali
- Mal di testa nei primi giorni
- Irritabilità o stanchezza temporanea
- Vertigini, specie nei soggetti ipotesi
- Disturbi del sonno
- Rischio di ipoglicemia nei diabetici o persone sotto peso
Digiuno intermittente: una forma moderna di restrizione calorica
Il digiuno intermittente (intermittent fasting) prevede periodi alternati di digiuno e alimentazione. I modelli più comuni sono:
- 16:8: digiuno per 16 ore, pasto in 8 ore (es. pranzo e cena)
- 5:2: 5 giorni di dieta normale + 2 giorni a ridotto apporto calorico
- One Meal A Day (OMAD): un solo pasto al giorno
Vantaggi:
- Migliore aderenza rispetto a digiuni prolungati
- Favorisce perdita di peso graduale
- Può migliorare la concentrazione mentale e l’energia
- Mantiene massa magra meglio rispetto a diete ipocaloriche classiche
Controindicazioni: chi dovrebbe evitarlo
Il digiuno non è adatto a tutti. È controindicato in caso di:
- Disturbi del comportamento alimentare (es. anoressia)
- Diabete insulino-dipendente (senza supervisione)
- Gravidanza e allattamento
- Bambini e adolescenti in crescita
- Persone in stato di sottopeso
- Terapie farmacologiche che richiedono pasti regolari
Conclusione
Il digiuno attiva una serie di risposte fisiologiche complesse e affascinanti, che vanno dalla riduzione dell’insulina all’autofagia cellulare. Se fatto correttamente e con criterio, può portare benefici a livello metabolico, ormonale e infiammatorio.
Tuttavia, non è una pratica adatta a tutti e va personalizzata, idealmente con il supporto di un medico o nutrizionista, soprattutto per periodi prolungati.
Fonti
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5783752/
- https://www.healthline.com/nutrition/what-happens-when-you-fast
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3946160/
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1931524420300070
- https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/che-cose-il-digiuno-intermittente