Cosa succede al corpo quando si digiuna

Foto dell'autore

By Nazzareno Silvestri

Cosa succede al corpo quando si digiuna: Il digiuno, ovvero l’astensione volontaria dal cibo per un determinato periodo, è praticato da secoli per motivi spirituali, culturali o terapeutici. Oggi, con il crescente interesse verso il digiuno intermittente, molte persone si chiedono: cosa accade realmente al nostro corpo quando smettiamo di mangiare?

In questo articolo analizziamo i cambiamenti metabolici, gli effetti fisici e mentali, e i potenziali benefici e rischi legati al digiuno, basandoci su evidenze scientifiche aggiornate.

Le fasi del digiuno: cosa succede al corpo ora per ora

0–6 ore dopo l’ultimo pasto

  • Il corpo utilizza il glucosio proveniente dall’ultimo pasto per produrre energia.
  • La glicemia è stabile, così come i livelli di insulina.

6–12 ore: inizio del digiuno

  • Il fegato inizia a scomporre il glicogeno epatico in glucosio per mantenere la glicemia.
  • I livelli di insulina calano, favorendo la mobilitazione dei grassi.

12–24 ore: combustione dei grassi

  • Il glicogeno epatico si esaurisce.
  • Il corpo inizia a utilizzare i grassi come fonte di energia.
  • Si attiva la lipolisi: i trigliceridi vengono scomposti in acidi grassi e glicerolo.

24–48 ore: chetosi iniziale

  • Il fegato produce corpi chetonici (es. beta-idrossibutirrato) per nutrire cervello e muscoli.
  • Si abbassa la glicemia, ma il corpo si adatta usando grassi e chetoni.
  • Si attiva l’autofagia: processo di riciclo cellulare e riparazione.

48–72 ore: stato di adattamento

  • Maggiore produzione di ormone della crescita (GH)
  • Diminuzione dell’infiammazione sistemica
  • Autofagia aumentata, potenziale effetto anti-aging

Digiuni superiori a 48 ore vanno eseguiti solo sotto controllo medico.

Effetti fisiologici del digiuno

Benefici potenziali

  • Riduzione dell’insulino-resistenza
  • Attivazione dell’autofagia (rinnovamento cellulare)
  • Perdita di massa grassa
  • Aumento della sensibilità ormonale (GH, noradrenalina)
  • Riduzione dell’infiammazione cronica
  • Miglioramento dei marcatori metabolici (colesterolo, trigliceridi)

Possibili effetti collaterali

  • Mal di testa nei primi giorni
  • Irritabilità o stanchezza temporanea
  • Vertigini, specie nei soggetti ipotesi
  • Disturbi del sonno
  • Rischio di ipoglicemia nei diabetici o persone sotto peso

Digiuno intermittente: una forma moderna di restrizione calorica

Il digiuno intermittente (intermittent fasting) prevede periodi alternati di digiuno e alimentazione. I modelli più comuni sono:

  • 16:8: digiuno per 16 ore, pasto in 8 ore (es. pranzo e cena)
  • 5:2: 5 giorni di dieta normale + 2 giorni a ridotto apporto calorico
  • One Meal A Day (OMAD): un solo pasto al giorno

Vantaggi:

  • Migliore aderenza rispetto a digiuni prolungati
  • Favorisce perdita di peso graduale
  • Può migliorare la concentrazione mentale e l’energia
  • Mantiene massa magra meglio rispetto a diete ipocaloriche classiche

Controindicazioni: chi dovrebbe evitarlo

Il digiuno non è adatto a tutti. È controindicato in caso di:

  • Disturbi del comportamento alimentare (es. anoressia)
  • Diabete insulino-dipendente (senza supervisione)
  • Gravidanza e allattamento
  • Bambini e adolescenti in crescita
  • Persone in stato di sottopeso
  • Terapie farmacologiche che richiedono pasti regolari

Conclusione

Il digiuno attiva una serie di risposte fisiologiche complesse e affascinanti, che vanno dalla riduzione dell’insulina all’autofagia cellulare. Se fatto correttamente e con criterio, può portare benefici a livello metabolico, ormonale e infiammatorio.

Tuttavia, non è una pratica adatta a tutti e va personalizzata, idealmente con il supporto di un medico o nutrizionista, soprattutto per periodi prolungati.

Fonti

Lascia un commento