Come avanza l’endometriosi: L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica e progressiva, caratterizzata dalla presenza anomala di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, spesso su ovaie, tube di Falloppio, peritoneo o altri organi pelvici. Colpisce circa 1 donna su 10 in età fertile, ed è spesso associata a dolore pelvico, mestruazioni abbondanti, infertilità e disturbi intestinali o urinari.
L’endometriosi può peggiorare nel tempo, espandersi e influenzare profondamente la qualità della vita. Capire come si sviluppa e come progredisce è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento adeguato.

Come si sviluppa l’endometriosi
L’endometriosi non è una malattia improvvisa, ma evolve in modo graduale. I focolai endometriosici possono inizialmente essere piccoli e asintomatici, ma nel tempo possono:
- Crescere in numero e dimensione
- Provocare infiammazione cronica
- Formare aderenze tra gli organi
- Coinvolgere organi extra-ginecologici (vescica, intestino, peritoneo)
- Generare cisti ovariche endometriosiche (endometriomi)
Stadi dell’endometriosi: classificazione secondo l’ASRM
L’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) classifica l’endometriosi in quattro stadi, in base alla profondità, localizzazione e grado di aderenze.
Stadio I – Minimo
- Piccoli impianti superficiali
- Poche o nessuna aderenza
- Sintomi lievi o assenti
II – Lieve
- Lesioni più profonde
- Possibili piccole aderenze
- Dolore più marcato durante il ciclo
III – Moderato
- Presenza di cisti ovariche (endometriomi)
- Aderenze evidenti tra organi pelvici
- Dolori persistenti anche al di fuori delle mestruazioni
Stadio IV – Grave
- Grandi endometriomi
- Aderenze diffuse
- Invasione di organi come intestino o vescica
- Possibile infertilità
Importante: lo stadio non sempre corrisponde alla gravità dei sintomi. Alcune donne con endometriosi minima soffrono di dolori intensi, mentre altre con endometriosi grave possono essere asintomatiche.
Sintomi che peggiorano nel tempo
Con il progredire della malattia, i sintomi possono diventare più intensi e invalidanti:
- Dismenorrea (dolore mestruale severo)
- Dolore pelvico cronico
- Dispareunia (dolore durante i rapporti)
- Disuria e cistiti ricorrenti
- Stitichezza, dolore intestinale o diarrea
- Fatica cronica
- Difficoltà a concepire
Fattori che influenzano la progressione dell’endometriosi
- Età e ormoni: la malattia si alimenta dagli estrogeni, quindi è più attiva in età fertile
- Ritardo nella diagnosi: più la malattia resta non trattata, più rischia di evolvere
- Fattori genetici: chi ha familiari affette da endometriosi ha maggiori probabilità
- Stile di vita: infiammazione cronica, dieta e sedentarietà possono peggiorare il quadro clinico
Diagnosi: fondamentale per bloccare la progressione
La diagnosi precoce è cruciale per evitare il peggioramento della malattia. Tuttavia, l’endometriosi viene spesso diagnosticata con anni di ritardo (in media 7-9 anni).
Strumenti diagnostici:
- Visita ginecologica approfondita
- Ecografia transvaginale
- Risonanza magnetica pelvica
- Laparoscopia esplorativa (conferma definitiva)
Trattamenti per rallentare o bloccare l’avanzamento
1. Terapia farmacologica
- Contraccettivi ormonali combinati
- Progestinici (es. dienogest)
- Analoghi del GnRH Questi trattamenti riducono i livelli di estrogeni e rallentano la crescita dei focolai.
2. Chirurgia conservativa
- Rimozione di cisti e lesioni tramite laparoscopia
- Preservazione della fertilità
3. Modifiche dello stile di vita
- Alimentazione antinfiammatoria
- Attività fisica regolare
- Gestione dello stress (yoga, mindfulness)
4. Supporto multidisciplinare
- Ginecologo, nutrizionista, fisioterapista pelvico, psicologo
- Percorsi personalizzati per migliorare la qualità della vita
Conclusione
L’endometriosi è una malattia cronica, progressiva ma gestibile, soprattutto se riconosciuta in tempo. Comprendere come avanza l’endometriosi permette di adottare strategie efficaci per bloccarne l’evoluzione, alleviare i sintomi e tutelare la fertilità. La chiave è la consapevolezza: ascoltare il proprio corpo, parlare apertamente dei sintomi e rivolgersi a specialisti preparati sono i primi passi per vivere meglio con la malattia.