Sì, mele e morbo di Parkinson sembrano avere un legame potenzialmente protettivo, secondo diverse ricerche scientifiche. Questo legame è attribuito principalmente alla quercetina, un flavonoide presente nelle mele, e ad altri composti antiossidanti e antinfiammatori contenuti nella buccia e nella polpa del frutto.
Come le mele possono influenzare il Parkinson
1. Azione antiossidante
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da stress ossidativo e infiammazione cerebrale, che danneggiano i neuroni dopaminergici della substantia nigra. Le mele, in particolare nella loro buccia, contengono quercetina, catechine e acido clorogenico, che sono potenti antiossidanti capaci di:
- Ridurre la produzione di radicali liberi
- Proteggere i neuroni dallo stress ossidativo
- Modulano la risposta infiammatoria nel sistema nervoso centrale
2. Neuroprotezione
In uno studio pubblicato su Neurobiology of Aging (2006), la quercetina ha mostrato effetti neuroprotettivi in modelli animali con sintomi parkinsoniani, rallentando la perdita di neuroni e migliorando la funzionalità motoria.
3. Impatto sul microbiota intestinale
Nuove evidenze indicano che l’intestino e il cervello sono collegati attraverso l’asse intestino-cervello. I polifenoli delle mele favoriscono una flora intestinale sana, che può influenzare positivamente anche l’infiammazione sistemica e cerebrale, potenzialmente riducendo il rischio o la progressione del Parkinson.
Ricerca scientifica a supporto
- Journal of Agricultural and Food Chemistry (2012) ha identificato la quercetina come uno dei composti più efficaci nel proteggere le cellule cerebrali da tossine correlate al Parkinson.
- Uno studio longitudinale pubblicato su Neurology (2012) ha suggerito che un elevato consumo di flavonoidi (inclusa la quercetina delle mele) è associato a un minor rischio di sviluppare il Parkinson, soprattutto negli uomini.
Raccomandazioni per il consumo
Per ottenere i massimi benefici:
- Consumare mele con la buccia, poiché è qui che si concentrano la maggior parte dei flavonoidi e fibre
- Preferire mele biologiche per evitare l’esposizione a pesticidi, soprattutto se si mangia la buccia
- Abbinarle a una dieta ricca di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e grassi buoni per un effetto sinergico
Conclusione
Non si può affermare che le mele curino il Parkinson, ma esistono prove crescenti che suggeriscono un ruolo protettivo grazie alle loro proprietà antiossidanti e neuroprotettive. Inserirle regolarmente in una dieta sana e varia potrebbe contribuire a ridurre il rischio o rallentare la progressione di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.