Possibili benefici della marijuana: La marijuana è da secoli utilizzata a scopo terapeutico, rituale e ricreativo. Negli ultimi anni, l’interesse scientifico per i potenziali benefici della cannabis è cresciuto notevolmente, spinto anche dalla sua legalizzazione terapeutica in molti Paesi, tra cui l’Italia (con ricetta medica in casi specifici).
Il principio attivo più noto è il THC (tetraidrocannabinolo), responsabile degli effetti psicoattivi, mentre il CBD (cannabidiolo) è privo di effetti euforizzanti ma ricco di proprietà antinfiammatorie e rilassanti.
Vediamo insieme quali sono i principali benefici supportati da evidenze scientifiche, in quali patologie si utilizza e quali limiti sono ancora oggetto di studio.
I principali benefici della marijuana terapeutica
1. Riduzione del dolore cronico
Numerosi studi indicano che la marijuana può aiutare a ridurre dolori neuropatici, infiammatori o resistenti ai farmaci tradizionali.
Usi approvati in alcuni Paesi:
- Sclerosi multipla
- Fibromialgia
- Nevralgia del trigemino
- Dolore oncologico
Secondo una revisione pubblicata su JAMA (2015), circa il 30% dei pazienti con dolore cronico sperimenta sollievo significativo grazie alla cannabis.
2. Controllo di nausea e vomito
Il THC si è dimostrato efficace nel trattamento della nausea indotta da chemioterapia, spesso quando i farmaci convenzionali falliscono.
- Aumenta l’appetito
- Riduce il vomito post-terapia
- È indicato in pazienti oncologici o con HIV
3. Stimolazione dell’appetito
Il cosiddetto “effetto fame chimica” del THC viene sfruttato in:
- Pazienti con anoressia nervosa
- Cachessia da AIDS
- Decadimento muscolare in patologie croniche
4. Effetto rilassante e ansiolitico
Il CBD, privo di effetti psicoattivi, agisce sui recettori serotoninergici, favorendo:
- Riduzione dell’ansia sociale
- Miglioramento del sonno
- Effetto calmante in disturbi da stress
Alcuni studi hanno osservato effetti comparabili a quelli delle benzodiazepine, ma senza sedazione o dipendenza.
5. Azione antinfiammatoria e neuroprotettiva
Il CBD possiede proprietà antinfiammatorie interessanti per:
- Malattie autoimmuni (come lupus, artrite reumatoide)
- Epilessia farmaco-resistente
- Neurodegenerazione (Alzheimer, Parkinson)
In Italia, il farmaco Epidiolex a base di CBD è stato approvato per l’epilessia infantile in forme rare come sindrome di Dravet.
6. Supporto nella gestione di spasmi muscolari
La cannabis è efficace per:
- Spasticità da sclerosi multipla
- Rigidità muscolare
- Crampi notturni refrattari ad altre terapie
In Europa è autorizzato il farmaco Sativex (spray orale), a base di THC e CBD combinati.
Modalità di utilizzo nella cannabis terapeutica
La marijuana medica si assume solo su prescrizione medica specialistica e può essere somministrata in varie forme:
- Infiorescenze da vaporizzare o decozione
- Olio di cannabis
- Spray sublinguali
- Capsule o estratti standardizzati
In Italia l’autoproduzione e l’uso ricreativo sono ancora illegali.
Benefici potenziali in studio
Oltre agli usi già autorizzati, la ricerca è in corso per valutare effetti della cannabis su:
- Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
- Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
- Dipendenze da oppiacei o alcool
- Psicosi e depressione resistente
- Tumori (azione anti-proliferativa in vitro)
Tuttavia, servono studi clinici controllati per validare questi usi.
Limiti, controindicazioni e precauzioni
Sebbene abbia potenziali benefici, la cannabis non è priva di rischi, soprattutto se usata fuori contesto medico:
- Rischio di dipendenza (soprattutto nei giovani)
- Compromissione della memoria a breve termine
- Effetti psichiatrici in soggetti predisposti (es. ansia, schizofrenia)
- Interazione con altri farmaci
- Difficoltà a standardizzare i dosaggi
Conclusione
La marijuana terapeutica offre reali benefici per diverse condizioni croniche, quando prescritta correttamente da un medico e assunta con modalità controllate. È utile in campo neurologico, oncologico e immunitario, e il suo potenziale farmacologico è ancora in espansione.
È importante distinguere l’uso medico da quello ricreativo, spesso associato a rischi maggiori, soprattutto in giovani e adolescenti.