Sintomo comune che può aumentare il rischio di Alzheimer: L’Alzheimer è la forma più diffusa di demenza neurodegenerativa, caratterizzata da una progressiva perdita di memoria, capacità cognitive e autonomia. La diagnosi arriva spesso quando il danno cerebrale è già avanzato, ma numerosi studi hanno individuato alcuni sintomi comuni, spesso sottovalutati, che possono rappresentare campanelli d’allarme precoci.
Tra questi, uno in particolare sta emergendo dalla letteratura scientifica come un predittore significativo di rischio: la perdita dell’olfatto. Sì, il calo o la perdita dell’olfatto (anosmia o iposmia) può precedere di anni lo sviluppo della malattia di Alzheimer.
Il sintomo comune: perdita dell’olfatto
Cos’è l’iposmia?
L’iposmia è una riduzione della capacità di percepire gli odori. Spesso associata a infezioni respiratorie o all’invecchiamento, può in realtà essere un segno precoce di alterazioni neurodegenerative.
Perché l’olfatto è importante nel contesto dell’Alzheimer?
- Il bulbo olfattivo è una delle prime aree cerebrali colpite dall’accumulo di placche di beta-amiloide, tipiche dell’Alzheimer.
- Le alterazioni olfattive possono comparire anche 10-15 anni prima dei sintomi cognitivi evidenti.
- Studi dimostrano che la perdita dell’olfatto è più forte nei soggetti con lievi deficit cognitivi che evolveranno in Alzheimer.
La difficoltà a riconoscere odori comuni (caffè, vaniglia, sapone, agrumi) può essere un indicatore silenzioso del rischio.
Altri sintomi comuni da monitorare con attenzione
Sebbene la perdita dell’olfatto sia il focus principale, ci sono anche altri sintomi frequenti che, se presenti in modo costante e progressivo, possono aumentare il rischio di Alzheimer:
Disturbi del sonno
- Insonnia, risvegli frequenti, sonno agitato
- Associati a una peggiore clearance della beta-amiloide notturna
Difficoltà di concentrazione
- Non riuscire a mantenere l’attenzione su un compito
- Problemi nel seguire conversazioni o leggere
Depressione e apatia
- Sintomi depressivi, anche lievi, possono precedere l’Alzheimer di anni
- L’apatia è un campanello d’allarme sottovalutato
Lentezza nei movimenti o cambiamenti nel cammino
- Andatura incerta, passi corti, perdita di equilibrio
- Possibile collegamento con degenerazione cerebrale precoce
Chi è più a rischio se perde l’olfatto?
La perdita dell’olfatto non indica necessariamente Alzheimer, ma il rischio aumenta in presenza di:
- Familiarità per demenze o Alzheimer
- Età avanzata (>65 anni)
- Ipertensione, diabete o colesterolo alto non controllati
- Fumo o sedentarietà
- Basso livello di istruzione o scarsa stimolazione cognitiva
- Disturbi del sonno cronici
In presenza di più fattori combinati, l’iposmia va sottoposta all’attenzione di uno specialista.
Cosa fare se noti perdita dell’olfatto persistente
- Escludere cause reversibili (es. sinusite cronica, allergie, COVID-19 pregresso)
- Monitorare la memoria e le funzioni cognitive
- Consultare un neurologo o geriatra per test cognitivi e imaging cerebrale
- Valutare con uno specialista la necessità di esami olfattivi (scratch & sniff test)
Prevenzione attiva: stimola il cervello ogni giorno
Individuare un sintomo precoce non significa che la malattia sia inevitabile. È possibile ritardare o prevenire l’Alzheimer attraverso:
- Dieta sana e antinfiammatoria (es. dieta mediterranea)
- Attività fisica regolare
- Allenamento mentale e stimolazione cognitiva
- Socializzazione e gestione dello stress
- Controllo dei fattori cardiovascolari
Conclusione
La perdita dell’olfatto è un sintomo comune e precoce che può aumentare il rischio di Alzheimer se accompagnata da altri fattori. Ascoltare questi segnali, non ignorarli e intervenire per tempo è la chiave per proteggere la salute cerebrale.
Una semplice difficoltà a riconoscere gli odori può diventare il primo passo verso una diagnosi precoce e la prevenzione di un percorso più complesso.
Fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9037264/
https://www.alz.org/alzheimers-dementia/research_progress/early-detection
https://www.healthline.com/health/alzheimers/loss-of-smell
https://jamanetwork.com/journals/jamaneurology/fullarticle/2705193