Malattie trasmesse con gli alimenti: patogeno emergente Vibrio colera

Vibrio colera patogeno emergente, agente eziologico del colera, malattia infettiva batterica a trasmissione oro-fecale. Vibrio colera una specie di vibrioni, sono batteri Gram-negativi la cui cellula presenta una curvatura cosicchè assume una forma a C o a virgola. I vibrioni sono suddivisi in specie saprofite, normali componenti della microflora autoctona delle acque marine e specie patogene per l’uomo. I vibrioni che interessano la patologia umana sono rappresentati essenzialmente dalla specie:

Vibrio colera, l’agente eziologico responsabile del colera, malattia che richiede quarantena ed obbligo di notifica;

Altre specie di vibrioni possono occasionalmente essere causa di fatti morbosi dell’uomo, tra queste:

Vibrio parahaemolyticus, microrganismo marino, frequente negli estauri dei fiumi a diffusione ubiquitaria, responsabile di un alto numero di tossinfezioni dovute all’ingestione di molluschi o crostacei crudi e contaminati.

Vibrio alginolyticus e Vibrio vulnificus, che raramente possono infettare ferite cutanee o provocare manifestazioni setticemiche in soggetti immunodepressi;

In generale le infezioni da vibrioni sono trasmesse all’uomo per contatto diretto con l’ambiente acquatico o indirettamente attraverso il consumo di cibo o acqua contaminata.

Vibrio colera, è l’agente eziologico del colera, malattia infettiva  batterica che colpisce l’intestino, trasmessa per via oro-fecale. La patologia si manifesta con vomito, diarrea acquosa con feci dette “ad acqua di riso”. V. colera, risulta adattato all’ambiente marino-costiero e a quello delle acque salmastre (foci dei fiumi).

Figura 1: vibrione del colera: Vibrio colera e mollusco bivalve comunemente cozze https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/vibriosi/

Cenni storici del vibrione del colera

In epoca moderna, il colera causato dal vibrione Vibrio colera devastò nel 1816 l’Asia e l’Africa; nel 1835 si estese anche in Europa, colpendo l’Italia, dove si registrarono 32.000 morti in soli cinque mesi. Soltanto nel 1882 Robert Koch isolò il batterio del colera e osservò che l’acqua era la principale fonte di infezione.

Nel diciannovesimo secolo il colera si è diffuso più volte dalla sua area originaria attorno al delta del Gange verso il resto del mondo, dando origine a sei pandemie  che hanno ucciso milioni di persone in tutto il mondo.

La settima pandemia è ancora in corso è iniziata nel 1961 in Asia meridionale, raggiungendo poi l’Africa nel 1971 e l’America nel 1991. Oggi la malattia è considerata endemica in molti Paesi e il batterio che la provoca non è ancora stato eliminato dall’ambiente.

Nonostante nella nostra parte di mondo venga percepita come una malattia “lontana” sia nel tempo che nello spazio, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ricorda che il colera continua a costituire un pericolo globale per la salute pubblica. Si stima infatti che ogni anno nel mondo si registrino da 1,3 a 4 milioni di contagi e fino a 143 mila morti. Nel 2017 è infatti stato lanciato il programma “Ending Cholera: A global roadmap to 2030”, volto a ridurre del 90% le morti causate dal colera e a debellare la malattia in 20 Paesi del mondo entro il 2030.

Trasmissione del vibrione del colera

Secondo studi recenti, i cambiamenti climatici creano un ambiente favorevole alla diffusione del vibrione del colera e non solo.

Il principale responsabile di infezioni alimentari è Vibrio colera ancora diffuso nei Paesi del terzo mondo. Dopo un periodo di 6 ore /5 giorni, l’infezione si manifesta con dolori addominali, diarrea acquosa. Tipici alimenti coinvolti nella diffusione di tale patogeno sono i prodotti della pesca, in particolar modo i molluschi bivalvi che filtrano acque contaminate da feci infette.

Il colera è una malattia a trasmissione oro-fecale, può essere contratta in seguito all’ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti). I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare. 

Le scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile sono le principali cause di epidemie di colera. Il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere: per questo il rischio di contrarre l’infezione per l’ingestione di molluschi è elevato.

I vibrioni si moltiplicano nell’intestino, alla superficie della mucosa, aderendo, senza penetrarvi, alle cellule dell’epitelio intestinale.

La patogenicità di Vibrio colera è associata alla sua capacità di produrre la tossina colerica. Una volta introdotti all’interno dell’organismo, i vibrioni del colera raggiungono il lume intestinale aderendovi tramite proteine flagellari. Una volta giunto nell’intestino dell’ospite, il batterio rilascia una tossina termolabile, responsabile dell’aumento dell’AMPciclico nella cellula, con conseguente riduzione dell’assorbimento di sodio e aumento della secrezione di cloro. Tale sbilancio elettrolitico porta all’accumulo di liquidi nel lumen intestinale, responsabile della conseguente diarrea acquosa “ad acqua di riso”.

Trattamento del Vibrio colera

L’aspetto più importante nel trattamento del colera è la reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con la diarrea e il vomito. La reidratazione orale ha successo nel 90% dei casi, può avvenire tramite assunzione di soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti e acqua, e deve essere intrapresa immediatamente.

I casi più gravi necessitano, invece, di un ripristino dei fluidi intravenoso che, soprattutto all’inizio, richiede grandi volumi di liquidi, fino ai 4-6 litri. Con un’adeguata reidratazione solo l’1% dei pazienti muore e, di solito, in seguito al ripristino dei fluidi, la malattia si risolve autonomamente.

Prevenzione

Garantire la sicurezza del cibo e dell’acqua e migliorare l’igiene sono, le condizioni di base per la prevenzione delle epidemie. Anche l’educazione al rispetto di accorgimenti igienici durante la preparazione o l’assunzione del cibo, come il lavarsi le mani con il sapone prima di iniziare a cucinare o mangiare, può contribuire a ridurre la diffusione delle epidemie. I vibrioni del colera sono, infatti, estremamente sensibili all’azione dei comuni detergenti e disinfettanti.

Fonte

https://www.focus.it/scienza/salute/il-colera-domande-e-risposte

Crediti immagini:

Figura 1: https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/vibriosi/

Immagine in evidenza: hms.harvard.edu/news/fighting-cholera

Foto dell'autore

Sabrina Iacuele

Sabrina Iacuele dottoressa in Scienze biologiche con tesi in Fisiologia umana dal titolo "Fisiologia e analisi di alterazioni della crasi ematica correlate alle emoglobinopatie e trasmissione di sporozoi ematici" e dottoressa in Biologia molecolare cellulare fisiopatologica con Lode presso l'Università di Roma, con tesi sperimentale in Parassitologia medica dal titolo "Effetto dell'infezione di ceppi differenti di Giardiavirus in differenti isolati ed assemblaggi del protozoo parassita Giardia duodenalis". Con esperienza formativa svolta in laboratorio presso il Dipartimento di Malattie Infettive all'Istituto Superiore di Sanità. Consegue corsi con verifica finale di apprendimento in: Rischi specifici in sanità; Sicurezza in laboratorio per l'operatore e le colture cellulari; Sicurezza prevenzione protezione tipologia del rischio B; Aspetti legislativi e di sicurezza in igiene e medicina del lavoro; Physical Security & Remote Working; Email & Social Engineering; Cloud & Internet Security. Consegue corsi di seminario formativo in: Giornata Romana di Immunologia CNR; Sicurezza alimentare nelle aziende e il sistema HACCP; I metalli negli alimenti. Novità e approfondimenti. Reg. UE 2023/915; Audit e compliance nel food (Approfondimenti su ispezioni preparazione aziendale e profilo dell'Auditor in IFS versione 8); Project Management Sanitario Farmaceutico; Challenge Test Microbico non solo Listeria monocytogenes; Ruoli di corporate governance, adeguati assetti e sostenibilità; Rivoluzionare la nutrizione, tecniche di coaching per aumentare la compliance. Dotata di spiccata inclinazione ed interesse per la diagnostica di laboratorio di analisi cliniche, microbiologia clinica.

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