Microplastiche e salute umana: come le particelle invisibili danneggiano geni, cellule e sistema immunitario

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By Silvana Bochicchio

Le microplastiche rappresentano una delle sfide ambientali e sanitarie più gravi del nostro tempo. Invisibili a occhio nudo, si accumulano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, nel cibo che consumiamo. Ma il problema non riguarda solo l’inquinamento ambientale. Microplastiche e salute umana sono strettamente collegate poiché queste particelle penetrano nel nostro organismo e, secondo studi recenti, interagiscono direttamente con cellule, geni e meccanismi biologici, provocando infiammazioni, alterazioni del microbiota e possibili effetti a lungo termine sulla salute umana.

Cosa sono le microplastiche e dove si trovano

Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Si distinguono in:

  • Primarie: prodotte già in formato micro, come le microsfere presenti in cosmetici o dentifrici.
  • Secondarie: derivano dalla degradazione di oggetti plastici più grandi, come bottiglie, sacchetti, fibre sintetiche e reti da pesca.

Grazie alle loro proprietà fisico-chimiche (piccole, idrofobiche, resistenti alla degradazione), le microplastiche:

  • vengono inalate o ingerite
  • si accumulano nei tessuti biologici
  • trasportano sostanze tossiche come metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e residui farmaceutici

Lo sapevi?

Uno studio pubblicato su Environment International ha rilevato microplastiche nel sangue umano, confermando quindi che queste particelle riescono a superare la barriera intestinale e a circolare nel corpo.

Effetti biologici delle microplastiche sull’organismo umano

Uno dei meccanismi biologici più studiati riguarda l’impatto delle microplastiche sull’intestino e sul sistema immunitario mucosale, attraverso l’attivazione del pathway TLR4/NF-κB.

Effetti delle microplastiche sull'epitelio intestinale: illustrazione dell'intestino con effetto leaky gut (giunzioni cellulari danneggiate).
Figura 1 – Effetti sull’epitelio intestinale: illustrazione dell’intestino con effetto leaky gut (giunzioni cellulari danneggiate).

Barriera intestinale e infiammazione

  1. Le microplastiche ingerite danneggiano l’epitelio intestinale, alterando le giunzioni strette (tight junctions) tra le cellule. Questo porta al cosiddetto leaky gut, ovvero un aumento della permeabilità intestinale.
  2. Una volta attraversata la barriera epiteliale, le microplastiche, spesso cariche di contaminanti ambientali, attivano il recettore immunitario TLR4 (Toll-Like Receptor 4), normalmente deputato a riconoscere i patogeni.
  3. L’attivazione di TLR4 innesca una cascata di segnali intracellulari, culminando nell’attivazione del fattore di trascrizione NF-κB, che promuove la produzione di citochine pro-infiammatorie (come IL-6, TNF-α e IL-1β).

Disbiosi del microbiota e effetti sistemici

Le microplastiche non solo causano infiammazione intestinale, ma alterano anche l’equilibrio del microbiota, favorendo la disbiosi — uno squilibrio della flora intestinale. Questa condizione può avere ripercussioni sistemiche importanti, contribuendo allo sviluppo di:

  • malattie autoimmuni, causate da un’iperattivazione del sistema immunitario
  • allergie, dovute a una risposta immunitaria alterata
  • disturbi metabolici, come obesità, diabete e sindrome metabolica

Il legame tra microplastiche, microbiota e salute sistemica è uno dei campi più attivi della ricerca biomedica contemporanea.

Diffusione sistemica: sangue, placenta e cervello

La connessione tra microplastiche e salute umana emerge chiaramente dalla loro capacità di diffondersi sistemicamente nell’organismo. Numerosi studi hanno rilevato la presenza di microplastiche in diversi tessuti e fluidi corporei:

  • sono state individuate nel sangue umano, dimostrando di conseguenza la loro capacità di attraversare la barriera intestinale e raggiungere la circolazione sistemica;
  • sono state rilevate nella placenta, suggerendo un’esposizione potenziale anche durante la vita fetale;
  • in modelli animali, le microplastiche sono state trovate nel cervello, sollevando dunque preoccupazioni riguardo a possibili effetti neurologici e neuroinfiammatori.

Questi dati evidenziano come le microplastiche possano avere impatti diffusi e potenzialmente gravi sulla salute umana.

Microplastiche e genetica: interferenze epigenetiche e bioaccumulo

Negli organismi marini, le microplastiche hanno già mostrato effetti deleteri:

  • alterazione del comportamento
  • riduzione della fertilità
  • mutazioni epigenetiche
  • bioaccumulo nella catena trofica, con effetti che risalgono fino all’essere umano

In particolare, le microplastiche possono agire come interferenti endocrini e modificatori epigenetici, con effetti potenzialmente trasmissibili anche alle generazioni successive.

Le risposte della scienza: biomarcatori e biotecnologie

La comunità scientifica sta affrontando la questione da più fronti. Le principali aree di ricerca includono:

  • identificazione di biomarcatori per monitorare l’esposizione umana alle microplastiche
  • studio degli effetti su trascrittoma, proteoma ed epigenoma
  • sviluppo di biotecnologie ambientali basate su batteri plastivori o enzimi in grado di degradare le microplastiche

Conclusioni: perchè agire subito

Le microplastiche rappresentano un inquinante biologicamente attivo, capace di alterare l’equilibrio cellulare, genetico e immunitario. Di fronte a questa emergenza invisibile ma concreta, è fondamentale:

  • ridurre la produzione di plastica
  • promuovere comportamenti sostenibili
  • investire nella ricerca scientifica e nelle biotecnologie

Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare possiamo affrontare in modo efficace una delle minacce più silenziose del nostro tempo.

Fonti

  1. LabNewEcoMicroplastiche primarie e secondarie: differenze e perché sono inquinanti. Link
  2. Sanità InformazioneTracce di microplastiche nel sangue umano: paura per le possibili conseguenze. Link
  3. EconomiaCircolare.com – Microplastiche e nanoparticelle nel corpo umano: tutto quello che c’è da sapere. Link
  4. Leslie et al. (2022)Discovery and quantification of plastic particle pollution in human blood. Environment International, 163, 107199. Link
  5. Feng et al. (2025)Polystyrene microplastics trigger colonic inflammation in rats via the TLR4/NF-κB/COX-2 pathway and modulation of intestinal microbiota. Link
  6. Chen et al. (2024)Polystyrene nanoplastics induce intestinal and hepatic inflammation through activation of NF-κB/NLRP3 pathways and related gut-liver axis in mice. Link

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://economiacircolare.com/microplastiche-nel-corpo-umano/
  • Figura 1: Immagine creata con Canva dalla Dottoressa Silvana Bochicchio

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