Le microplastiche rappresentano una delle sfide ambientali e sanitarie più gravi del nostro tempo. Invisibili a occhio nudo, si accumulano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, nel cibo che consumiamo. Ma il problema non riguarda solo l’inquinamento ambientale. Microplastiche e salute umana sono strettamente collegate poiché queste particelle penetrano nel nostro organismo e, secondo studi recenti, interagiscono direttamente con cellule, geni e meccanismi biologici, provocando infiammazioni, alterazioni del microbiota e possibili effetti a lungo termine sulla salute umana.
Cosa sono le microplastiche e dove si trovano
Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Si distinguono in:
- Primarie: prodotte già in formato micro, come le microsfere presenti in cosmetici o dentifrici.
- Secondarie: derivano dalla degradazione di oggetti plastici più grandi, come bottiglie, sacchetti, fibre sintetiche e reti da pesca.
Grazie alle loro proprietà fisico-chimiche (piccole, idrofobiche, resistenti alla degradazione), le microplastiche:
- vengono inalate o ingerite
- si accumulano nei tessuti biologici
- trasportano sostanze tossiche come metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e residui farmaceutici
Lo sapevi?
Uno studio pubblicato su Environment International ha rilevato microplastiche nel sangue umano, confermando quindi che queste particelle riescono a superare la barriera intestinale e a circolare nel corpo.
Effetti biologici delle microplastiche sull’organismo umano
Uno dei meccanismi biologici più studiati riguarda l’impatto delle microplastiche sull’intestino e sul sistema immunitario mucosale, attraverso l’attivazione del pathway TLR4/NF-κB.

Barriera intestinale e infiammazione
- Le microplastiche ingerite danneggiano l’epitelio intestinale, alterando le giunzioni strette (tight junctions) tra le cellule. Questo porta al cosiddetto leaky gut, ovvero un aumento della permeabilità intestinale.
- Una volta attraversata la barriera epiteliale, le microplastiche, spesso cariche di contaminanti ambientali, attivano il recettore immunitario TLR4 (Toll-Like Receptor 4), normalmente deputato a riconoscere i patogeni.
- L’attivazione di TLR4 innesca una cascata di segnali intracellulari, culminando nell’attivazione del fattore di trascrizione NF-κB, che promuove la produzione di citochine pro-infiammatorie (come IL-6, TNF-α e IL-1β).
Disbiosi del microbiota e effetti sistemici
Le microplastiche non solo causano infiammazione intestinale, ma alterano anche l’equilibrio del microbiota, favorendo la disbiosi — uno squilibrio della flora intestinale. Questa condizione può avere ripercussioni sistemiche importanti, contribuendo allo sviluppo di:
- malattie autoimmuni, causate da un’iperattivazione del sistema immunitario
- allergie, dovute a una risposta immunitaria alterata
- disturbi metabolici, come obesità, diabete e sindrome metabolica
Il legame tra microplastiche, microbiota e salute sistemica è uno dei campi più attivi della ricerca biomedica contemporanea.
Diffusione sistemica: sangue, placenta e cervello
La connessione tra microplastiche e salute umana emerge chiaramente dalla loro capacità di diffondersi sistemicamente nell’organismo. Numerosi studi hanno rilevato la presenza di microplastiche in diversi tessuti e fluidi corporei:
- sono state individuate nel sangue umano, dimostrando di conseguenza la loro capacità di attraversare la barriera intestinale e raggiungere la circolazione sistemica;
- sono state rilevate nella placenta, suggerendo un’esposizione potenziale anche durante la vita fetale;
- in modelli animali, le microplastiche sono state trovate nel cervello, sollevando dunque preoccupazioni riguardo a possibili effetti neurologici e neuroinfiammatori.
Questi dati evidenziano come le microplastiche possano avere impatti diffusi e potenzialmente gravi sulla salute umana.
Microplastiche e genetica: interferenze epigenetiche e bioaccumulo
Negli organismi marini, le microplastiche hanno già mostrato effetti deleteri:
- alterazione del comportamento
- riduzione della fertilità
- mutazioni epigenetiche
- bioaccumulo nella catena trofica, con effetti che risalgono fino all’essere umano
In particolare, le microplastiche possono agire come interferenti endocrini e modificatori epigenetici, con effetti potenzialmente trasmissibili anche alle generazioni successive.
Le risposte della scienza: biomarcatori e biotecnologie
La comunità scientifica sta affrontando la questione da più fronti. Le principali aree di ricerca includono:
- identificazione di biomarcatori per monitorare l’esposizione umana alle microplastiche
- studio degli effetti su trascrittoma, proteoma ed epigenoma
- sviluppo di biotecnologie ambientali basate su batteri plastivori o enzimi in grado di degradare le microplastiche
Conclusioni: perchè agire subito
Le microplastiche rappresentano un inquinante biologicamente attivo, capace di alterare l’equilibrio cellulare, genetico e immunitario. Di fronte a questa emergenza invisibile ma concreta, è fondamentale:
- ridurre la produzione di plastica
- promuovere comportamenti sostenibili
- investire nella ricerca scientifica e nelle biotecnologie
Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare possiamo affrontare in modo efficace una delle minacce più silenziose del nostro tempo.
Fonti
- LabNewEco – Microplastiche primarie e secondarie: differenze e perché sono inquinanti. Link
- Sanità Informazione – Tracce di microplastiche nel sangue umano: paura per le possibili conseguenze. Link
- EconomiaCircolare.com – Microplastiche e nanoparticelle nel corpo umano: tutto quello che c’è da sapere. Link
- Leslie et al. (2022) – Discovery and quantification of plastic particle pollution in human blood. Environment International, 163, 107199. Link
- Feng et al. (2025) – Polystyrene microplastics trigger colonic inflammation in rats via the TLR4/NF-κB/COX-2 pathway and modulation of intestinal microbiota. Link
- Chen et al. (2024) – Polystyrene nanoplastics induce intestinal and hepatic inflammation through activation of NF-κB/NLRP3 pathways and related gut-liver axis in mice. Link
Crediti immagini:
- Immagine in evidenza: https://economiacircolare.com/microplastiche-nel-corpo-umano/
- Figura 1: Immagine creata con Canva dalla Dottoressa Silvana Bochicchio