Macchie scure sul baffetto. Cos’è il melasma e come trattarlo?

Figura 1: Macchie scure sul baffetto: il melasma. [Fonte: immagine creata da Velia Caputo]

Il melasma è un disturbo comune da iperpigmentazione della pelle dovuta ad eccessiva produzione di melanina in seguito a danni da esposizione solare. Spesso queste macchie scure si concentrano nella cosiddetta zona baffetto tanto da prendere il nome di “baffi del sole”.

Solitamente il melasma colpisce le donne tra il 30 e i 40 anni con fototipo III e IV.

Le cause del melasma più note sono:

  • la predisposizione genetica,
  • gli ormoni sessuali
  • l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV)

Spesso le macchie scure sul viso si sviluppano nelle donne in gravidanza proprio a causa dei cambiamenti ormonali che si verificano durante questo periodo. Si parla perciò di “melasma gravidico” che si caratterizza per la comparsa di macchie scure su guance, labbro superiore, naso e fronte.

Anche l’uso di contraccettivi orali può favorire la formazione di macchie scure sulla pelle.

Il melasma è spesso resistente ai trattamenti convenzionali e tende a ricomparire anche dopo il successo del trattamento.

Diversi studi recenti hanno aggiornato la comprensione del melasma permettendo di studiare nuovi approcci combinati per trattare in maniera più efficace questo fastidioso problema della pelle.

Come si forma il melasma?

In passato il melasma era considerato un disturbo dei melanociti, cellule presenti nell’epidermide e parzialmente responsabili del colore della pelle.

Tuttavia, studi recenti hanno integrato i ruoli dei componenti dermici come mastociti, elastosi solare e neovascolarizzazione.

Quando le radiazioni UV si accumulano, si verifica un’infiammazione cronica del derma, che attiva i fibroblasti (cellule del tessuto connettivo con il compito di produrre la matrice connettivale, che aiuta a sostenere gli altri tessuti).

Nelle zone lesionate dai raggi UV si accumulano fibroblasti senescenti che producono proteine legate all’invecchiamento.

Inoltre, con la distruzione della membrana basale del tessuto lesionato, la concentrazione di melanociti e melanina nel derma aumenta e questo rende il melasma refrattario ai trattamenti mirati alla pigmentazione epidermica.

Nelle zone della pelle lesionate si osserva anche un aumento delle cellule chiamate mastociti che, stimolati dai raggi UV, producono istamina che a sua volta stimola la produzione di melanina.

I mastociti producono anche dei fattori che promuovono la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi). All”interno di questi vasi si verifica una iper-produzione di molecole che stimolano la produzione di melanina.

Inoltre, l’esposizione prolungata alle radiazioni UV porta allo sviluppo dell’elastosi solare, caratterizzata dall’accumulo anomalo di tessuto elastico nel derma.

Dunque il melasma non è esclusivamente un disturbo iperpigmentario epidermico. Si tratta invece di una condizione complessa con caratteristiche di disturbi da fotoinvecchiamento. Questi fattori rendono difficile trattare efficacemente il melasma.

Il ruolo della protezione solare nel melasma

È noto che sia l’esposizione ai raggi UV che quella nello spettro del visibile (VL) causano cambiamenti pigmentari, che sono spiegati da un meccanismo fisiologico, in cui la generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) determina il rilascio di citochine infiammatorie ed enzimi che degradano la matrice nella pelle.

Studi recenti hanno anche rivelato che la luce nello spettro visibile VL induce un’iperpigmentazione di lunga durata.

Dunque la fotoprotezione contro VL è importante nei pazienti con melasma.

In particolare la protezione solare contenente ossido di ferro o biossido di titanio e ossido di zinco di grandi dimensioni (>200 nm) è altamente raccomandata nei pazienti con melasma nonostante il problema estetico indesiderato rappresentato dalla torbidità bianca.

Trattamenti per melasma

Trattamenti topici

Uno dei trattamenti più noti per ridurre le macchie scure sul viso e sul baffetto è l’uso di creme a base di Idrochinone al 4%, una sostanza “schiarente” che diminuisce la formazione di melanosomi e ne favorisce la degradazione.

I retinoidi topici hanno dimostrato la loro efficacia nel trattamento del melasma. Si sospetta che i retinoidi stimolino il turnover dei cheratinociti, inibiscano il trasferimento del melanosoma e consentano la penetrazione transepidermica di altre terapie topiche.

Agenti sistemici

L’acido tranexamico (TXA) orale, originariamente progettato per le sue proprietà emostatiche, agisce come un agente antifibrinolitico. Il TXA influenza la comunicazione tra cheratinociti e melanociti e ostacola l’attività della plasmina indotta dall’esposizione alla luce UV, portando ad una riduzione dell’attività dei mastociti e all’inibizione del fattore di crescita dei fibroblasti. Ciò, a sua volta, si traduce in una diminuzione del numero di mastociti nel derma e in una riduzione della formazione di nuovi vasi sanguigni. Inoltre, un recente studio innovativo ha suggerito che il TXA può attivare il sistema autofagico che svolge un ruolo cruciale nel determinare il colore della pelle regolando la degradazione dei melanosomi nei cheratinociti.

Peeling chimici

I peeling chimici sono un’opzione di trattamento ben nota per il melasma e sono generalmente considerati un approccio secondario alla gestione della condizione.

La loro efficacia nell’affrontare la componente epidermica del melasma è attribuita alla loro capacità di indurre una separazione epidermica controllata e la successiva rigenerazione. Inoltre, possono aiutare a rimuovere la melanina stagnante attraverso la fagocitosi negli strati dermici.

Tuttavia, è essenziale notare che i peeling chimici comportano un rischio sostanziale di causare iperpigmentazione post-infiammatoria, in particolare negli individui con fototipo III e IV.

Il peeling con acido glicolico è il più comunemente utilizzato poiché la molecola è molto piccola e dunque penetra facilmente nell’epidermide.

Trattamenti laser

Tra i dispositivi laser disponibili, il Q-SWITCH ND-YAG 1064 e 532 (QSNYL) è la scelta preferita.

In passato il trattamento laser del melasma non era consigliato a causa del rischio di iperpigmentazione o ipopigmentazione. Tuttavia, dall’introduzione del concetto di “tonificazione laser”, i laser sono stati sempre più utilizzati per il trattamento del melasma.

La tonificazione laser prevede l’applicazione ripetuta di un laser Nd:YAG da 1064 nm con un diametro ampio e una fluenza inferiore sulle aree colpite dal melasma. Prendendo di mira i melanociti e i melanosomi di stadio IV, questa terapia laser riduce al minimo i danni collaterali e offre un approccio promettente al trattamento del melasma con minori effetti avversi. Tuttavia, il leucoderma puntato (formazione di macchie bianche sulla pelle) è diventato un problema e, con trattamenti frequenti e ripetuti, porta alla distruzione dei melanociti.

Conclusioni

La macchie scure sul viso come quelle nella zona baffetto sono chiamate melasma. Questo inestetismo della pelle è molto frequente nelle donne tra i 30 e i 40 anni e può incidere sulla qualità della vita della paziente.

Attualmente è noto che vari tipi di cellule inclusi melanociti, cheratinociti, sebociti, mastociti e cellule endoteliali, sono coinvolti nel melasma. Pertanto, per trattare efficacemente il melasma, è necessario un approccio ampio.

Infatti, si prevede che sia necessaria una terapia combinata che includa sia la depigmentazione epidermica che il potenziamento del fotoinvecchiamento cutaneo per ridurre al minimo il rischio di recidiva del melasma.

È fondamentale sviluppare agenti depigmentanti più sicuri ed efficaci. Inoltre, dovrebbero essere sviluppati agenti terapeutici o terapie basate sulla luce in grado di ripristinare i componenti dermici, inclusa la membrana basale danneggiata o i componenti dermici disregolati.

Fonti:

Crediti immagini:

  • Figura 1: Immagine creata da Velia Caputo
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Velia Caputo

Biologa esperta in educazione alimentare e prevenzione delle malattie dismetaboliche. Appassionata di biologia in generale e soprattutto di nutrizione e integratori di origine naturale.

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