Consapevolezza delle Malattie Tiroidee: Introduzione
In questo articolo informativo di Microbiologia Italia affronteremo il discorso e l’importanza della consapevolezza delle malattie tiroidee. Più di sei milioni di persone, ad ogni età, devono fare i conti con una tiroide che lavora troppo o poco. Con tutte le conseguenze del caso, anche in termini di spesa sanitaria. Le patologie della ghiandola tiroidea sono tra le cause più frequenti di consultazione per il medico, oltre che di esami diagnostici e di eventuali terapie chirurgiche, con la necessità di evitare possibili eccessi di trattamento. Non per nulla, uno slogan per la Settimana Mondiale della Tiroide (SMT) recita: “Malattie tiroidee croniche: più informazione meno esami inutili”.
Insomma, occorre che ci sia appropriatezza nello studio e nella gestione delle patologie della tiroide. Classificare le malattie della tiroide tra le patologie croniche ha un grande significato, visto che la ricerca biomedica in questo settore richiede finanziamenti cospicui. Questo riconoscimento consentirebbe l’accesso a maggiori finanziamenti per nuovi studi i cui risultati andrebbero a beneficio della popolazione interessata da tali patologie.
Come è fatta la tiroide e cosa accade se lavora male
La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nel collo, immediatamente sotto il pomo d’Adamo. Le due ali dell’organo formano i lobi, mentre la zona centrale, dove le due parti laterali si congiungono, si chiama istmo. Pur essendo normalmente piccola, aumenti del volume ghiandolare possono essere legati a particolari patologie o al classico gozzo.
La tiroide è di grande importanza per il benessere dell’organismo. Produce infatti una serie di ormoni che operano direttamente su diversi organi e soprattutto influisce su fattori cruciali per la salute. Ad esempio, in caso di ipotiroidismo, il cuore tende a battere più lentamente, la fatica si fa sentire molto di più, si soffre particolarmente il freddo e i valori di colesterolo nel sangue tendono a salire. Al contrario, in caso di ipertiroidismo, il cuore tende a battere più velocemente, con possibili palpitazioni, e il metabolismo tende ad accelerare, con un possibile calo di peso.
Quanto conta lo iodio per la tiroide
La produzione di ormoni e la regolazione della tiroide dipendono dall’attività dell’ipofisi, una ghiandola che si trova all’interno del cervello: a governare l’azione ghiandolare è, infatti, l’ormone tireotropo o tireostimolante (TSH). Sotto la spinta di questo, la tiroide produce i propri ormoni, in cui si inglobano alcune molecole di iodio. Un insufficiente apporto di iodio all’organismo può portare a deficit di produzione degli ormoni tiroidei e quindi a ipertrofia del tessuto ghiandolare nel tentativo di rispondere alle richieste dell’organismo.
Quando esiste una carenza cronica di iodio, la tiroide reagisce sviluppando le proprie strutture per produrre le quantità di ormoni necessarie. La ghiandola quindi aumenta di volume, creando una tumefazione nel collo (gozzo), che a volte può comprimere la trachea e l’esofago. L’anomalo sviluppo della ghiandola può essere legato a un unico nodulo o a una serie di piccoli noduli. Per cui occorre tenere sotto controllo l’evoluzione del quadro insieme al medico, che può scegliere le opzioni terapeutiche più efficaci.
Quali sono i principali esami per studiare la tiroide
La misurazione del TSH è il principale metodo per definire con precisione la funzionalità tiroidea. I dosaggi andrebbero fatti anche da giovani in tutti i soggetti con familiari di primo grado che soffrono di patologie autoimmuni della ghiandola. Per capire se la tiroide funziona troppo o troppo poco, possono essere dosati anche gli ormoni tiroidei T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina), la cui produzione è regolata dal TSH. La funzione tiroidea è meglio valutata con il dosaggio di FT3 e FT4 che corrispondono alla frazione dell’ormone realmente “attiva”.
Valori normali di TSH e di FT3-FT4 indicano che la tiroide funziona regolarmente. Un aumento del TSH e bassi valori di FT3 e FT4 indicano la presenza di un ipotiroidismo. Viceversa, siamo in presenza di ipertiroidismo.
Perché le malattie della tiroide vanno considerate croniche
La maggior parte delle malattie della tiroide possono entrare di diritto nel gruppo delle malattie non trasmissibili. Infatti, sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo sono patologie croniche, nella maggior parte dei casi di natura autoimmune. Queste patologie hanno necessità di essere periodicamente controllate, senza eccedere nel numero dei controlli e nel tipo di esami da eseguire ciclicamente.
È importante che il monitoraggio della funzione tiroidea nei pazienti anziani con nota patologia, soprattutto se in terapia con ormone tiroideo o farmaci antitiroidei, sia eseguito con attenzione. La frequente ripetizione di esami clinici e strumentali non strettamente necessari rappresenta una delle voci più dispendiose per il bilancio del nostro SSN.
Per la natura cronica della maggior parte delle patologie tiroidee, è indispensabile che l’endocrinologo avvicini con empatia questi pazienti, ascoltando con attenzione i sintomi che lamentano e rassicurandoli che i loro sintomi sono curabili in maniera efficace quando dipendenti da una reale patologia tiroidea.
L’impatto dei noduli tiroidei benigni e non
Anche la patologia nodulare tiroidea è una patologia cronica. La presenza di noduli di ridotte dimensioni è molto comune nella popolazione generale adulta ma la loro rilevanza clinica è molto scarsa. Per tale motivo, l’esecuzione di ecografie tiroidee su grandi segmenti di popolazione, eseguite senza una motivazione clinica, è sconsigliata.
Noduli di dimensioni maggiori devono essere valutati per la possibilità di alterare la funzione tiroidea e per verificarne la natura. Noduli benigni che non alterano la funzione ghiandolare dovranno comunque essere controllati periodicamente. L’inserimento di questa condizione clinica tra le malattie croniche potrebbe contribuire a ridurre la spesa sanitaria attraverso una migliore programmazione dei controlli clinici.
Parlando dei tumori della tiroide, in particolare la forma papillare, sono da considerare tra le malattie croniche non trasmissibili. Fortunatamente, guariscono o cronicizzano con una bassa probabilità di recidivare. La terapia chirurgica e, quando opportuno, la terapia radiometabolica, possono risolvere completamente la malattia.
Conclusione sulla Consapevolezza delle Malattie Tiroidee
Le malattie della tiroide sono diffuse e richiedono un approccio informato e appropriato. Classificarle come patologie croniche consente una gestione più efficace e sostenibile, migliorando la qualità della vita dei pazienti e riducendo la spesa sanitaria. È fondamentale promuovere una corretta informazione e sensibilizzazione su queste condizioni per evitare esami inutili e garantire un trattamento adeguato.
FAQ – La Consapevolezza delle Malattie Tiroidee
Come si manifesta l’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo si manifesta con sintomi come affaticamento, freddo, rallentamento del battito cardiaco e aumento del colesterolo.
Quali esami sono essenziali per diagnosticare i problemi alla tiroide?
Gli esami essenziali sono la misurazione del TSH e degli ormoni tiroidei T3 e T4, in particolare FT3 e FT4.
Perché lo iodio è importante per la tiroide?
Lo iodio è fondamentale per la produzione degli ormoni tiroidei. Una carenza può portare a gozzo e disfunzioni tiroidee.
Quali sono le opzioni di trattamento per i noduli tiroidei?
I noduli benigni vengono monitorati periodicamente, mentre quelli maligni possono richiedere interventi chirurgici e terapie radiometaboliche.
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