La dismenorrea è un dolore uterino che sorge durante il periodo delle mestruazioni, il dolore può verificarsi con le mestruazioni oppure precederle di 1-3 giorni. A essere particolarmente a rischio sono le ragazze sotto i 20 anni, quelle che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11 anni, le donne con mestruazioni abbondanti o che hanno un flusso irregolare, quelle che non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di dismenorrea e le fumatrici.
Generalità
Il termine dismenorrea proviene dal greco e significa “flusso mensile difficoltoso”, ma il termine è utilizzato in medicina per identificare la mestruazione dolorosa. Il dolore tende a raggiungere il massimo picco 24 h dopo l’insorgenza delle mestruazioni e scompare dopo 2-3 giorni, solitamente è acuto ma può anche essere crampiforme, lancinante, o sordo e costante; può irradiarsi alle gambe. Intensità e durata sono molto variabili da donna a donna, tanto che alcune hanno sintomi lievi o assenti, mentre altre hanno sintomi molto accentuati, che rendono i giorni mestruali un vero incubo, e costringono alla sospensione dell’attività scolastica, sportiva o lavorativa.
Eziologia e patogenesi
I medici distinguono due tipi di dolori mestruali, identificandoli in dismenorrea primaria e secondaria:
- si parla di d. primaria nel caso in cui non vi siano cause specifiche
- diversamente si è in presenza di d. secondaria, nel caso in cui i sintomi siano legati a patologie dell’apparato riproduttivo ( Fig.1)

Dismenorrea primaria
Le cause della dismenorrea primaria non sono state ancora chiarite, sembra avere una genesi multifattoriale in cui un ruolo importante sembra essere svolto dalle prostaglandine. Il dolore è conseguente alle contrazioni della parete uterina indotte dalle prostaglandine, determinando una riduzione del flusso ematico all’utero, con conseguente dolore. La dismenorrea primaria inizia solitamente dai 6 ai 12 mesi dopo il menarca, perché un prerequisito è che il ciclo sia ovulatorio, ossia ci sia la presenza di progesterone che fa produrre a livello endometriale le prostaglandine.
Dismenorrea secondaria
Le prostaglandine sono implicate anche nella dismenorrea secondaria, tuttavia in questi casi è possibile identificare un meccanismo anatomico secondario al tipo di malattia pelvica presente; cause comuni di dismenorrea secondaria sono:
- endometriosi pelvica: si tratta della presenza di endometrio, che è il tessuto che normalmente si trova all’interno dell’utero e che si sfalda ad ogni mestruazione, in organi diversi dall’utero
- adenomiosi o endometriosi interna: le ghiandole endometriali si fanno strada nella parete muscolare dell’utero)
- malformazioni mulleriane congenite
- imene imperforato
- atresia del canale cervicale
- utero bicorne con corno non comunicante con la cervice
- vagina doppia con emivagina non comunicante
- malattia infiammatoria pelvica cronica
- fibromatosi uterina
- polipi endometriali
- varicocele pelvico
- dispositivo intrauterino
- stenosi del canale cervicale acquisita
Segni e sintomi
I sintomi variano da donna a donna, e si possono associare a:
- dolore, che può irradiarsi anche alla schiena e all’interno coscia
- spasmi o crampi al basso ventre
- sbalzi d’umore
- stanchezza
- diarrea e vomito
- capogiri e svenimenti
Epidemiologia
Secondo l’OMS la dismenorrea colpisce fino all’81% delle donne ed è stata rilevata nel 67-90% delle 17-24enni. Nelle ragazze dismenorroiche è stata inoltre dimostrata una più elevata incidenza, correlata con la severità del quadro algico, di sindrome premestruale, di disturbo disforico premestruale e anche un aumentato rischio di sindromi ansioso-depressive. Nelle adolescenti c’è un grado di assenteismo da scuola imputabile a dismenorrea che va dal 14 al 52%.
Diagnosi
L’anamnesi è fondamentale per la diagnosi e deve incentrarsi sulla mestruazione e sulle sue caratteristiche per poter differenziare la dismenorrea primaria da quella secondaria. In particolare, l’indagine deve focalizzarsi su:
- Età del menarca
- Sintomi associati: severità, durata e progressione nel tempo
- Caratteristiche ciclo mestruale: regolarità/irregolarità, quantità flusso
- Caratteristiche del dolore: tipo, intensità, localizzazione, irradiazione, tempo di insorgenza e progressione
- Grado di disabilità provocato
- Storia ostetrica-ginecologica
- Attività sessuale
- Familiarità per dismenorrea e endometriosi
- Funzionalità intestinale o urinaria
- Altre problematiche mediche
- Precedenti terapie, focalizzandone le vie di somministrazione e l’efficacia
- Stile di vita, indagando l’attività fisica, l’alimentazione, il fumo
Esiste una gradazione della dismenorrea offerta dalla scala di Andersch e Milsom, che permette una stadiazione del disturbo, correlando l’intensità del dolore con la presenza di sintomi sistemici, limitazione delle attività quotidiane e utilizzo o meno di analgesici.
Gli esami mirano a escludere patologie ginecologiche strutturali, la maggior parte delle pazienti deve essere sottoposta a:
- Test di gravidanza
- Ecografia pelvica
Le gravidanze intrauterine ed ectopiche sono escluse con il test di gravidanza; se si sospetta una malattia infiammatoria pelvica, si eseguono colture cervicali.
Test strumentali e di laboratorio
Se i primi esami non sono conclusivi e i sintomi persistono, si eseguono altri esami come i seguenti:
- L’isterosalpingografia o la sonoisterografia identificano polipi endometriali, fibromi sottomucosi, o malformazioni congenite
- RM per identificare altre anomalie, tra cui anomalie congenite, o se si prevede un intervento chirurgico per definire ulteriormente anomalie precedentemente identificate
- Pielografia EV, ma solo se una malformazione uterina è stata identificata come causa o come elemento che può contribuire alla dismenorrea
Se i risultati non sono conclusivi, si può eseguire la laparoscopia, che è il test decisivo perché permette ai medici di esaminare direttamente tutta la pelvi e gli organi riproduttivi e di verificare la presenza di anomalie.
Terapia
Nel caso della dismenorrea secondaria la terapia più adatta dipende dalla patologia associata ai dolori, solo trattando quest’ultima è infatti possibile eliminare o ridurre il dolore. In caso di dismenorrea primaria l’unico approccio terapeutico possibile è quello a base di farmaci antinfiammatori non steroidei, che aiutano a contrastare il dolore, o di anticoncezionali. La pillola, infatti, impedisce l’ovulazione e, quindi, riduce l’intensità degli spasmi dell’utero. Le terapie “naturali” che hanno dimostrato di possedere una certa efficacia nelle sperimentazioni cliniche sono il magnesio e la vitamina B1; questi preparati si dovrebbero prendere nei 7-10 giorni precedenti la comparsa del ciclo.
Dr. Giosuè Ruggiano
Fonti
- Dismenorrea – Ginecologia e ostetricia – Manuali MSD Edizione Professionisti (msdmanuals.com)
- Dismenorrea (dolori mestruali) (humanitas.it) Dismenorrea: cause, sintomi, diagnosi e cura – Gemelli Curae (policlinicogemelli.it)
- Le mestruazioni dolorose (dismenorrea) (idoctors.it)
- Dismenorrea – Wikipedia
- Immagine iniziale: Dismenorrea primaria che cos’è? – Centro Medico Milano | Unisalus (centromedicounisalus.it)
- Figura 1: Utero: anatomia, funzioni, patologie e sintomi in sintesi | MEDICINA ONLINE