Come lo smog può aumentare il rischio di Alzheimer: Negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno messo in luce un legame sempre più solido tra inquinamento atmosferico e malattie neurodegenerative, in particolare il morbo di Alzheimer. L’esposizione prolungata a smog e particolato fine può avere effetti diretti sul cervello, accelerando l’invecchiamento cognitivo e favorendo l’insorgenza di patologie degenerative.
In questo articolo esploreremo come e perché lo smog possa aumentare il rischio di Alzheimer, analizzando i meccanismi biologici coinvolti, le evidenze epidemiologiche e le strategie di prevenzione.

Cos’è l’Alzheimer
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza senile, caratterizzata da un progressivo deterioramento cognitivo, perdita di memoria, disorientamento, difficoltà nel linguaggio e alterazioni del comportamento. Si stima che colpisca oltre 55 milioni di persone nel mondo (WHO, 2023), con un’incidenza in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Inquinamento atmosferico: cosa contiene lo smog
Lo smog urbano è una miscela complessa di sostanze inquinanti, tra cui:
- Particolato fine (PM2.5 e PM10)
- Biossido di azoto (NO₂)
- Ozono troposferico (O₃)
- Benzene e altri composti organici volatili
- Metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio)
Il PM2.5, in particolare, è in grado di penetrare profondamente nei polmoni e oltrepassare la barriera ematoencefalica, raggiungendo direttamente il sistema nervoso centrale.
Come lo smog danneggia il cervello
1. Infiammazione sistemica e cerebrale
L’esposizione prolungata al particolato fine induce una risposta infiammatoria cronica che può:
- Danneggiare i neuroni
- Stimolare la produzione di citochine pro-infiammatorie
- Favorire la neuroinfiammazione, un processo coinvolto nella progressione dell’Alzheimer
2. Stress ossidativo
Gli inquinanti atmosferici aumentano la produzione di radicali liberi, che:
- Ossidano le membrane cellulari
- Alterano la funzione mitocondriale
- Promuovono l’accumulo di placche di beta-amiloide, caratteristiche dell’Alzheimer
3. Danni alla barriera emato-encefalica
Il particolato fine può danneggiare la barriera protettiva tra sangue e cervello, facilitando l’ingresso di tossine e agenti patogeni neurotossici.
4. Riduzione della perfusione cerebrale
Alcuni studi suggeriscono che l’inquinamento riduce il flusso sanguigno cerebrale, compromettendo l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule nervose.
Evidenze scientifiche: cosa dicono gli studi
- Uno studio pubblicato su JAMA Neurology (2020) ha mostrato che vivere in aree ad alta concentrazione di PM2.5 è associato a una maggiore densità di placche amiloidi nel cervello, simili a quelle osservate nei pazienti con Alzheimer.
- Ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che l’esposizione prenatale e infantile all’inquinamento urbano aumenta il rischio di sviluppare deficit cognitivi già in età scolare.
- Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento dell’aria è uno dei principali fattori ambientali di disabilità neurologica nel mondo.
Chi è più a rischio
Alcuni soggetti risultano particolarmente vulnerabili agli effetti neurotossici dello smog:
- Anziani
- Bambini
- Persone con malattie cardiovascolari
- Portatori dell’allele APOE4, un fattore genetico di rischio per Alzheimer
Strategie per ridurre il rischio
A livello individuale
- Evitare attività all’aperto nelle ore di traffico intenso
- Utilizzare mascherine filtranti (FFP2) nei centri urbani molto inquinati
- Installare purificatori d’aria domestici
- Seguire una dieta antiossidante (frutta, verdura, omega-3)
- Praticare regolarmente attività fisica in aree verdi o poco trafficate
A livello collettivo
- Promuovere trasporti sostenibili
- Ridurre l’uso di combustibili fossili
- Migliorare la qualità dell’aria urbana
- Supportare politiche ambientali e investimenti nella ricerca
Conclusione
Sempre più prove indicano che l’inquinamento atmosferico, soprattutto il particolato fine, può contribuire allo sviluppo e alla progressione del morbo di Alzheimer. Sebbene non sia l’unico fattore coinvolto, lo smog agisce come acceleratore di processi neurodegenerativi, soprattutto nei soggetti predisposti. Investire in prevenzione ambientale e adottare stili di vita protettivi rappresenta una strategia chiave per preservare la salute cerebrale a lungo termine.