Ti sei mai chiesto perché, anche dopo un pasto abbondante, sembra sempre esserci spazio per il dessert? Questo fenomeno, noto come effetto dessert, effetto buffet o tecnicamente sazietà sensoriale specifica, ha basi scientifiche interessanti che spiegano perché la nostra capacità di mangiare non si esaurisce con il piatto principale. In questo articolo esploreremo le dinamiche dietro l’effetto dessert e scopriremo le ragioni per cui il nostro appetito viene riattivato alla vista di un dolce, anche quando ci sentiamo già sazi.
Sazietà Sensoriale Specifica: L’Effetto Dessert
Cos’è la Sazietà Sensoriale Specifica?
Una delle principali ragioni dell’irresistibilità del dolce a fine pasto è il cosiddetto fenomeno della sazietà sensoriale specifica: dopo aver consumato una certa quantità di un tipo di cibo, i nostri sensi si abituano a quei sapori e aromi, diminuendo la nostra percezione del piacere derivante dal continuare a mangiare lo stesso alimento. Tuttavia, introdurre un nuovo sapore, come quello dolce del dessert, può riattivare il nostro appetito. Questo è un meccanismo evolutivo che ci incoraggia a consumare un’ampia varietà di alimenti, assicurando così di ottenere una gamma completa di nutrienti.
Come Funziona?
Tecnicamente, quello che si osserva è la diminuzione della soddisfazione generata dal consumo di un certo tipo di cibo, in opposizione al rinnovamento dell’appetito derivante dall’esposizione a un nuovo sapore o consistenza. In altre parole, siamo sazi di cibo salato, ma non di dolci. Questo avviene perché i nuovi sapori stimolano i nostri sensi, portandoci a continuare a mangiare anche quando il nostro stomaco potrebbe essere già pieno.
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La Differenza tra Sazietà e Sazietà Sensoria
Nella lingua italiana, usiamo il termine sazietà per indicare due concetti diversi, identificati in effetti da due termini differenti se guardiamo alla lingua inglese: “satiety” e “satiation”. Satiation si riferisce alla sensazione di pienezza che ci induce a smettere di mangiare durante un pasto, mentre satiety indica la sensazione di pienezza che persiste tra i pasti e che ritarda il ritorno della fame. La gradevolezza di un cibo può scavalcare entrambe queste sensazioni; in altre parole, più un cibo è buono, più spazio gli troviamo nello stomaco.
Il Concetto di Bliss Point
Il concetto di bliss point si riferisce alla combinazione ottimale di zucchero, sale e grassi in un alimento, studiata soprattutto a livello industriale per massimizzare il piacere sensoriale. Questa combinazione perfetta stimola i recettori del gusto in modo tale da rendere un cibo irresistibile, spingendoci a mangiarne di più di quanto ne avremmo altrimenti bisogno.
Il bliss point può interferire con i normali segnali di sazietà del nostro corpo. Quando consumiamo alimenti progettati per raggiungere questo punto di massimo piacere, il nostro cervello riceve stimoli che sovrastano i normali segnali ormonali di sazietà, come quelli inviati dalla leptina. Di conseguenza, continuiamo a mangiare nonostante il nostro corpo abbia già assunto abbastanza calorie e nutrienti. Questo fenomeno è comune con i dessert, che spesso combinano zuccheri semplici e grassi, rendendoli difficili da resistere per ragioni evolutive.
Un po’ di Storia
Origini del Concetto
La sazietà sensoriale specifica è un fenomeno sensoriale edonico descritto per la prima volta nel 1956 dal fisiologo francese Jacques Le Magnen. Tuttavia, il termine fu coniato circa 25 anni dopo, grazie al lavoro pionieristico di Barbara J. Rolls e Edmund T. Rolls.
Esperimenti Significativi
Il meccanismo è ben illustrato da vari esperimenti. In uno studio, ai partecipanti veniva offerto un primo piatto a volontà. Dopo un breve intervallo, veniva offerto un secondo piatto o l’accesso a un buffet. Dopo aver mangiato un primo piatto di un certo alimento, era meno probabile che i partecipanti ne mangiassero ancora se veniva offerto lo stesso cibo, ma al buffet, la grande varietà di piatti e sapori rinnovava continuamente il desiderio di mangiare, portando a un consumo complessivamente maggiore.
Uno studio di Rolls e van Duijvenvoorde del 1984 ha simulato un pasto a buffet, offrendo ai partecipanti quattro portate dello stesso cibo o quattro portate di cibi diversi. I risultati hanno mostrato un aumento del 44% nel consumo totale quando c’era una varietà di cibi. Questo dimostra che la varietà alimentare può influenzare significativamente il consumo, superando i normali segnali di sazietà.
Fattori che Influenzano la Sazietà Sensoriale Specifica
Densità Energetica e Composizione Nutrizionale
Fattori come la densità energetica e la composizione nutrizionale di un alimento possono influenzarne la piacevolezza, che a sua volta può inibire o facilitare la sazietà sensoriale specifica. Tuttavia, studi di Birch & Deysher e di B.J. Rolls et al. hanno dimostrato che il feedback post-digestivo non influisce significativamente su questo tipo di sazietà. Quindi, la sazietà sensoriale specifica sembra essere più guidata da fattori esterni, come le proprietà sensoriali del cibo, piuttosto che da fattori interni.
Conclusione sull’Effetto Dessert
Il fenomeno della sazietà sensoriale specifica spiega perché possiamo sentirci pieni dopo un pasto ma trovare ancora spazio per il dessert. Questo meccanismo è radicato nella nostra evoluzione, incoraggiandoci a cercare una varietà di alimenti per garantire un apporto completo di nutrienti. La combinazione ottimale di zucchero, sale e grassi, nota come bliss point, può sovrastare i normali segnali di sazietà, rendendo i dolci irresistibili. La storia e gli studi dietro questo fenomeno ci aiutano a capire meglio le dinamiche del nostro appetito e la nostra relazione con il cibo.
FAQ – L’Effetto Dessert
Qual è la differenza tra sazietà e sazietà sensoriale specifica? La sazietà sensoriale specifica è la diminuzione della soddisfazione nel mangiare lo stesso tipo di cibo, mentre la sazietà generale è la sensazione di pienezza che ci fa smettere di mangiare.
Come influisce il bliss point sul nostro appetito? Il bliss point, una combinazione ottimale di zucchero, sale e grassi, può sovrastare i segnali di sazietà del nostro corpo, inducendoci a continuare a mangiare anche quando siamo pieni.
Perché la varietà di cibi ci fa mangiare di più? La varietà di cibi rinnova continuamente il desiderio di mangiare, portando a un consumo complessivamente maggiore rispetto a quando ci viene offerto lo stesso cibo ripetutamente.
Qual è l’origine del concetto di sazietà sensoriale specifica? Il concetto fu descritto per la prima volta nel 1956 dal fisiologo francese Jacques Le Magnen e coniato successivamente dai ricercatori Barbara J. Rolls e Edmund T. Rolls.
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