Campionare le superfici, ma come?

Come possiamo sapere se le superfici su cui lavoriamo, mangiamo o dormiamo sono pulite o no? Possiamo campionare le superfici?

Ad oggi è possibile verificare la presenza di agenti patogeni e non patogeni mediante l’utilizzo di alcune tecniche che su una superficie nota ci dicono esattamente quanti batteri ci sono.

Il monitoraggio microbiologico ambientale viene eseguito effettuando controlli dell’aria e delle superfici di lavoro.

In tutti i tipi di campionamento, le cellule microbiche sospese nell’aria o presenti sulle superfici vengono prelevate e fatte moltiplicare su idonei terreni di coltura, in modo da poterle poi quantificare ed eventualmente identificare.

I metodi di monitoraggio che prevedono la conta batterica su terreno solido sono in grado di rilevare solo la frazione microbica vitale metabolicamente attiva e, di conseguenza, in grado di riprodursi e di formare colonie visibili.

E’ necessario ricordare che la dispersione dei microrganismi nell’aria e le stesse tecniche di campionamento, possono determinare una condizione di stress per i microrganismi stessi, compromettendone la vitalità e la capacità di riprodursi su un terreno di coltura e comportando una possibile sottostima del rischio biologico.

A oggi le più usate sono sicuramente le piastre da contatto, i tamponi ed il campionamento attivo mediante l’uso del SAS, che aspira volumi predeterminati d’aria, convogliandoli su un terreno di coltura solido. I microrganismi presenti nell’aria aderiscono al terreno e, dopo un periodo di incubazione, danno origine a colonie visibili a occhio nudo, che si possono quantificare e identificare. Questo metodo ha il vantaggio di permettere l’aspirazione di grandi volumi di aria, minimizzando le differenze di distribuzione dei batteri dovute alle correnti, alla temperatura e alle dimensioni degli aggregati aerodispersi.

Quantificazione dei microrganismi aerodispersi

Il monitoraggio degli agenti biologici aerodispersi può essere di tipo attivo (più utilizzato) o passivo, ed essere finalizzato ad una valutazione quantitativa e/o qualitativa. Nell’analisi quantitativa si stima la quantità totale di microrganismi presenti in volumi noti di aria mentre in quella qualitativa si effettua la ricerca di specifici agenti biologici mediante metodi colturali e analitici mirati.

In entrambi i tipi di monitoraggio, i microrganismi presenti in volumi rappresentativi di aria sono raccolti su appositi terreni di coltura e incubati alle opportune condizioni di sviluppo (temperatura e tempo), allo scopo di consentire la formazione di colonie visibili a occhio nudo.

Poiché ogni colonia è teoricamente ascrivibile ad un unico microrganismo originario, il numero delle colonie cresciute sui terreni di coltura (indicate come Unità Formanti Colonia, UFC) è sommariamente rapportabile al numero di microrganismi vitali presenti nel campione di aria; il dato è poi rapportato al volume di 1 m3 d’aria.

I parametri microbiologici di base comunemente valutati sono i seguenti:

  • carica batterica totale psicrofila: indicatore della contaminazione batterica ambientale, in quanto i batteri psicrofili hanno una temperatura di accrescimento ottimale intorno ai 25°C (range 15°-30°C) e vivono a spese della sostanza organica in decomposizione nel suolo, sui vegetali e in genere negli ambienti umidi;
  • carica batterica totale mesofila: indicatore della contaminazione di origine umana e animale; la flora mesofila ha una temperatura ottimale di accrescimento intorno ai 37°C (range 25°-40°C) e include molti dei patogeni convenzionali;
  • carica fungina totale (muffe e lieviti): indicatore ambientale spesso correlato alla presenza di elevata umidità e polverosità, ridotta ventilazione e scarsa qualità dell’aria. Alcune muffe possono essere responsabili di patologie infettive, di reazioni di ipersensibilità, reazioni allergiche e intossicazioni.

Oltre ai parametri di base, si può procedere alla rilevazione di specifiche categorie microbiche come:

  • Staphylococcus spp., indice di contaminazione antropica;
  • coliformi ed enterococchi, indici di contaminazione fecale;
  • Legionella pneumophila nell’acqua degli impianti di climatizzazione e degli impianti idrici.

Il campionamento delle superfici viene eseguito mediante l’applicazione di piastre Petri a contatto (cioè con la superficie del terreno adatta per l’adesione con la superficie da monitorare), riempite di idoneo terreno di coltura, esercitando una lieve pressione della piastra sulla superficie da monitorare.

Tutto quello che è presente su quella superficie crescerà e sarà visibile ad occhio nudo, rendendo possibile il conteggio di ogni singolo microorganismo.

Ma quali sono le superfici più contaminate, che quotidianamente utilizziamo?

Le tastiere dei pc, i nostri smartphone, le maniglie delle porte, i carrelli sono alcuni di questi.

Ma sono tutti pericolosi i batteri che troviamo?

No, non c’è bisogno di creare un allarmismo, in natura esistono batteri “buoni” e batteri “cattivi”, l’unica speranza che ci possiamo augurare è che questi ultimi non siano sulle nostre superfici.

Fonte:INAIL, Iss

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