Contaminazioni microbiche nel cibo per i nostri amici a quattro zampe

Foto dell'autore

By Francesco Centorrino

Visita lo Store Amazon Ufficiale di Microbiologia Italia, in cui troverai alimenti biologici, prodotti per la cura della pelle, strumenti di fitness, integratori ed anche regali per i più piccoli.

Oggi giorno è in costante aumento il numero di famiglie che decidono di adottare un amico a quattro zampe. Anche i nostri amici, per svariati motivi, possono essere bersaglio di alcuni microrganismi patogeni. A volte l’uomo è persino incapace di rendersi conto del pericolo per cani e gatti nascosto dietro operazioni quotidiane come il gesto apparentemente innocuo ed amorevole di preparare loro il cibo.

Infatti, una ricerca pubblicata su Vet Record ha sottolineato ancora una volta i rischi che si celano dietro i prodotti a base di carne inscatolati e venduti per gli animali domestici, soprattutto per i cani. Ad essere nel mirino di potenziali contaminazioni microbiche non è solo “Fido” ma anche tutti gli esseri umani che vivono nella stessa casa dell’animale.

Le diete a base di carne cruda stanno diventando sempre più popolari perché ritenute più salutari e più naturali per l’animale stesso. Nulla di più falso!

Il problema segnalato da quest’ultima ricerca consiste nel fatto che questi alimenti non sono sottoposti a trattamenti intensivi
per pastorizzarne il contenuto, come quelli termici o quelli liofilizzanti, procedure invece ampiamente accettate ed adoperate per i cibi più tradizionali.

Nella ricerca, sono stati misurati i livelli di alcune specie batteriche presenti negli alimenti inscatolati, acquistando marche e prodotti di diverso genere: nello specifico, ad essere analizzate sono state oltre 60 tipologie di prodotti, tutti contenenti carne non cotta. Alcuni di essi contenevano anche ossa e organi commestibili di bovini, polli, agnelli, tacchini, maiali, anatre, renne o salmoni.

I ricercatori hanno trovato massicce quantità di batteri potenzialmente pericolosi per gli animali e per le persone. In particolare, si parla di:

  • Enterobacteriaceae – indicatori per antonomasia di contaminazione fecale e di bassi standard igienici;
  • Clostridium perfringens – altro marcatore di contaminazione fecale;
  • Salmonella spp. – non consentito in nessun tipo di alimentazione animale dall’Unione Europea;
  • Campylobacter.

In un terzo dei campioni è stato trovato anche Escherichia coli, capace, come noto, di causare infezioni anche negli esseri umani.

Inoltre, il 52% dei campioni analizzati conteneva livelli che eccedevano la soglia massima stabilita dai regolamenti dell’Unione Europea, soglia che prevede un massimo di 5000 batteri/grammo di prodotto analizzato.

La ricerca invita quindi alla cautela e all’attenzione nel fornire al proprio cane alimenti a base di carne cruda.

Gli stessi ricercatori consigliano di mantenere congelato l’alimento fino al momento dell’utilizzo scongelandolo ad una temperatura di 10 °C. Questi stessi alimenti per cani a base di carne cruda dovrebbero essere tenuti separati dagli altri alimenti e gestiti con arnesi separati che poi vanno lavati accuratamente dopo l’utilizzo.

Fonti:

Hellgren, J., Hästö, LS., Wikström, C., Fernström, L., Hansson, I. (2019) Occurrence of Salmonella, Campylobacter, Clostridium and Enterobacteriaceae in raw meat-based diets for dogs. Veterinary Record Published Online First: 04 March 2019

Condividi l'articolo di Microbiologia Italia:

Se ti è piaciuto questo articolo ti consigliamo l'acquisto dei libri scritti da Microbiologia Italia: Cronache Microbiche, In Principio era il Virus e Vite Parassite.

Lascia un commento