Doxorubicina coniugata con Escherichia coli migliora la selettività della terapia antitumorale

Come è noto uno dei problemi relativi alle terapie antitumorali convenzionali è la scarsa selettività d’azione che col tempo si trasforma in aumento della tossicità del farmaco con insorgenza di annessi effetti indesiderati e abbassamento della compliance del paziente. Ad oggi si cerca di evitare questo tipo di effetti adottando una terapia diversa che prende il nome di “terapia mirata” volta quindi al blocco dei meccanismi specifici della carcinogenesi dei singoli tumori.

Per aumentare la selettività d’azione di un farmaco e diminuire la tossicità nei confronti delle cellule normali è possibile sfruttare alcune strategie di drug delivery cioè tecniche di veicolazione del farmaco che prevedono l’utilizzo di carrier. In terapia esistono già vari tipi di carrier tra cui molecole biocompatibili organiche o inorganiche ma a riscuotere successo sono stati anche i batteri-carrier. L’utilizzo di batteri per la veicolazione di un farmaco incontra alcune problematiche tra cui l’assenza di una verifica in vivo dell’effetto farmacologico, la scarsa biocompatibilità in alcuni casi e la diminuzione della motilità dopo il caricamento del farmaco.

 

Uno dei migliori nanocarrier probiotici studiati è Escherichia coli Nissle 1917 (EcN), questo è stato utilizzato per la veicolazione di doxorubicina, noto farmaco antineoplastico a largo spettro, sfruttando come linker acidi labili di anidride cis-aconitica. Questo tipo di nanoformulazione, chiamata (EcN-ca-Dox) ha aumentato la selettività della doxorubicina permettendo un rilascio controllato nelle zone tumorali più acide ed un accumulo maggiore dei batteri a livello del tumore. 

struttura della doxorubicina

Dai test in vitro sono stati ottenuti risultati più soddisfacenti rispetto alla doxorubicina libera o a quella coniugata con linker stabili di anidride succinica. EcN-ca-Dox migliora l’efficacia antitumorale inducendo inibizione della crescita del tumore e apoptosi delle cellule tumorali sia in vitro che in vivo, inoltre aumenta la sopravvivenza dell’animale. La somministrazione endovenosa della nanoformulazione ha rivelato dopo 3 giorni di trattamento un aumento dei livelli del farmaco nel tumore rispetto ai livelli ottenuti utilizzando i nanocarrier convenzionali.

Inoltre, è possibile ripulire i tessuti dal farmaco sfruttando un trattamento antimicrobico quindi i coniugati EcN acido-labili forniscono una strategia più sicura per migliorare la controllabilità temporale e spaziale dei farmaci antitumorali.

 

Alice Marcantonio

fonte: Xie, Zhao, Song, Tang, Mo, Li, “Doxorubicin-conjugated Escherichia coli Nissle 1917 swimmers to achieve tumor targeting and responsive drug release“, , 2017.

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