L’asse fegato-intestino e il collegamento con il microbioma

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By Francesco Centorrino

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Come confermano molti studi il nostro intestino gioca un ruolo chiave per il corretto funzionamento di tutto il nostro corpo e in particolare ad avere maggiore importanza è la componente batterica locale. Anche il fegato comunica con il microbiota intestinale e quest’ultimo è coinvolto nello sviluppo di varie patologie epatiche. Conoscere i meccanismi alla base di questo processo è molto importante per approfondire lo studio di alcune malattie e migliorare l’approccio terapeutico.

Alla base delle malattie epatiche troviamo l’infiammazione del fegato che in seguito evolve in diverse patologie; quando viene a mancare l’integrità della barriera intestinale allora alcuni microorganismi e alcune sostanze passano nel torrente circolatorio inducendo stimoli pro-infiammatori. Tra le sostanze responsabili delle infiammazioni, le endotossine e il DNA batterico inducono l’attivazione dei recettori epatici innescando la cascata infiammatoria che può, in alcuni casi, comportare la trasformazione del tessuto epatico sano in uno fibroso non sano.

L’asse fegato-intestino e il suo ruolo in alcune importanti patologie.

Le vie di comunicazione tra fegato e intestino sono ormai conosciute e includono la vena porta, la circolazione sistemica e il tratto biliare. Quando insorgono delle disbiosi a livello intestinale si manifesta uno squilibrio di acidi biliari che altera il circolo enteroepatico inducendo problemi dal punto di vista metabolico, attivando la risposta immunitaria e la progressione della patologia (se presente). La via preferenziale attraverso cui i microorganismi e le sostanze pro-infiammatorie raggiungono il fegato è la vena porta; quando è presente una maggiore proliferazione batterica e un danno alla barriera intestinale, si riversano nel circolo sistemico le endotossine batteriche che attivano, di conseguenza, i recettori immunitari epatici tra cui TLR4, TLR9 e TLR2 che a lungo andare andranno a promuovere il processo di fibrosi degli epatociti.

Vediamo nel dettaglio quali sono le patologie epatiche a riguardo e qual è il ruolo del microbiota intestinale:

  • Patologie da fegato grasso non alcoliche (NAFLD)

I generi Bacteroides e Ruminococcus sono notevolmente incrementati nei soggetti affetti da NAFLD;  Prevotella diminuisce in quelli con la forma NAFLD progressiva, inoltre vi è un aumento di E. coli e Bacteroides in pazienti ad avanzato stadio di fibrosi.

  • Patologie epatiche correlate ad alcol (ALD)

Anche questa patologia è caratterizzata da disbiosi, con aumento nella concentrazione di Enterobacteriaceae e una riduzione di Bacteroidetes e Lactobacillus associata a un altrettanto diminuita diversità micotica e della crescita di Candida.

  • Cirrosi

In termini di severità è la manifestazione più importante del danno epatico, ed è associata alla disbiosi intestinale e ai danni da etanolo.

  • Carcinoma epatocellulare (HCC)

In questa patologia, in cui l’integrità della bandiera è violentemente compromessa, è stata riscontrata associazione con la crescita di E. coli e la trasmigrazione di Helicobacter verso il tessuto tumorale. Somministrando antibiotici ad ampio spettro è stata osservata una diminuzione della gravità dell’infiammazione e un’attenuata progressione del tumore stesso.

In conclusione, è ormai palese come fegato e intestino comunichino tra loro in modo attivo e bidirezionale, ne è dimostrazione scientifica il fatto che molte patologie epatiche manifestano anche una pregressa disbiosi intestinale con alterata permeabilità intestinale. Continuando ad indagare in linea coi recenti studi sarà possibile mettere a punto nuovi approcci diagnostici e terapeutici per la prevenzione ed il trattamento di queste malattie.

 

Alice Marcantonio

 

Fonte: Tripathi A, Debelius J, Brenner DA, Karin M, Loomba R, Schnabl B, Knight R. The gut-liver axis and the intersection with the microbiome. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2018 May 10. doi: 10.1038/s41575-018-0011-z.

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