La malattia in gergo chiamata “mani, piedi e bocca” conosciuta meglio con l’acronimo inglese HFMD (Hand, Foot and Mouth Disease) è una patologia virale esantematica che colpisce prevalentemente i neonati e i bambini sotto i 5 anni di età. Il delicato e ancora fragile sistema immunitario dei piccoli viene infatti preso come bersaglio primario dai microrganismi infettivi che hanno lo scopo di colonizzare l’ospite. Con il termine “esantema” si definisce la presenza di una diffusa eruzione cutanea causata da fattori endogeni (alterazioni immunitarie) o da fattori esogeni come l’assunzione di farmaci particolari, tossine o microrganismi infettivi quali virus.

Coxsackievirus
La particella infettiva virale responsabile dell’insorgenza della patologia e dei suoi conseguenti segni clinici è il Coxsackievirus, appartenente al genere non polio-Enterovirus della famiglia dei Picornaviridae. Il microrganismo si presenta come un virus senza envelope, lineare ed a singolo filamento di RNA.
I ceppi più comuni di Coxsackievirus sono quelli di tipo A6 e B (fig.1) e si differenziano in base ai sintomi che comportano con il sorgere della patologia. Il ceppo di tipo A è indubbiamente responsabile non solo dell’insorgenza di vescicole su mani, piedi e bocca ma anche dell’herpangina – più facilmente conosciuta come faringite vescicolare – riconoscibile tramite la rapida comparsa di vescicole eritematose nel cavo orale accompagnata da febbre alta. Il ceppo di tipo B, invece, causa spasmi muscolari e febbre lasciando il bambino libero dalla presenza di vesciche. Occasionalmente il Coxsackievirus può causare anche patologie più serie quali meningite ed encefalite, la percentuale di contrarre queste malattie secondarie è decisamente bassa e si riferiscono in ogni caso ad ospiti già fisicamente debilitati dal punto di vista immunitario.
Il Coxsackievirus ha un tempo di incubazione di circa 2 settimane e risulta essere altamente contagioso soprattutto in ambienti scolastici o ricreativi frequentati da un alto numero di bambini. La sua diffusione avviene per contatto diretto tra individui o superfici contaminate da feci. Non è da escludere la trasmissione del virus ai nascituri anche durante il parto, poiché i neonati possono entrare in contatto con secrezioni fecali durante il parto.
Come viene trattato il Coxsackievirus?
Come in tutte le patologie infettive il trattamento è a discrezione del medico che valuterà, a seconda dell’individuo colpito, quale potrà essere la migliore terapia per debellare il virus. L’uso di antinfiammatori è largamente utilizzato nelle infezioni da Coxsackievirus, sia per allievare il dolore causato dalle vescicole sia per l’effetto antipiretico. Il primo campanello d’allarme nei bambini afflitti dalla patologia è la presenza di febbre alta, seguita dall’insorgenza di vescicole e ulcerazioni localizzate su mani, piedi e bocca. Spesse volte, se possibile, è necessario non assumere farmaci e attendere qualche giorno per la completa guarigione (circa 2-3 giorni), in modo tale da abituare il sistema immunitario a reagire contro microrganismi infettivi così aggressivi.
Alla luce di quanto riportato, non esistono attualmente vaccini efficaci contro il Coxsackievirus. Le uniche soluzioni preventive risultano essere per il momento l’igiene e l’uso di soluzioni disinfettanti concentrate quali sodio ipoclorito o ammoniaca per il lavaggio delle superfici.
Elisa Mapelli Mozzi
Bibliografia
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Approfondimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=ETkXqiGLtkI