L’alcolismo è una delle malattie più devastanti con cui ancora oggi conviviamo e che prende sempre più passo tra i giovani. Anche se presente, la conoscenza della sua patologia e del trattamento adeguato è ancora afflitta da lacune soprattutto a causa dei limiti intrinseci nel rapporto tra la ricerca scientifica e i pazienti interessati da questo disagio. Nonostante l’importanza dell’ alcolismo e il suo impatto personale e sociale, con conseguenze economiche disastrose e nonostante il gran numero di studi condotti per comprendere la sua fisiopatologia e di sviluppare terapie efficaci, ci sono ancora molti aspetti di questa malattia che non sono completamente chiari. Una ragione di questo gap, è che la ricerca e la sperimentazione clinico-patologica di nuovi agenti terapeutici, con i pazienti umani, sono estremamente limitate. Quindi è intelligente sviluppare modelli animali suscettibili a studi istopatologici e molecolari focalizzati sugli organi più colpiti dalla malattia, per esempio, il fegato e il cervello, che permetterebbero di avere prove di agenti potenzialmente curativi. In questo lavoro, hanno standardizzato un modello utilizzando i topi e concentrandosi sul fegato e il chaperone molecolare Hsp60. Inoltre, hanno testato gli effetti di un probiotico con Lactobacillus fermentum, sulle alterazioni trovate nei topi alimentati con etanolo nella loro dieta. Uno studio di 16 ricercatori, pubblicato su Clinical and Translational Gastroenterology, espone alcune scoperte interessanti riguardanti il problema. La patogenesi è caratterizzata dal progressivo accumulo di lipidi nel fegato (steatosi precoce), infiammazione, steatoepatite ed in alcuni individui, le fasi finali includono fibrosi e cirrosi. Tra i mediatori delle risposte di stress ci sono proteine da shock termico (HSP), che sono indotte nel cervello e nel fegato dall’abuso acuto e cronico di alcol. Le HSP, molte delle quali sono chaperoni molecolari, ossia proteine ubiquitarie, altamente conservate con funzioni indispensabili nel ciclo di vita proteico e con un ruolo nel proteggere le cellule dai fattori di stress deleteri, come inibire l’aggregazione delle proteine parzialmente denaturate e mantenere la loro l’omeostasi. Membro della HSP è Hsp60, un chaperone molecolare che assiste al ripiegamento delle proteine nei mitocondri. Hsp60 è costitutivamente espresso in condizioni normali e indotto da diversi tipi di stress ed è coinvolto nel carcinoma epatocellulare, epatite cronica attiva, e cirrosi biliare primaria. Esso è stato considerato un importante sistema di difesa contro i danni cellulari dopo la somministrazione di etanolo nel fegato e nel pancreas. I probiotici sono microrganismi viventi, di solito batteri, che conferiscono numerosi effetti benefici sulla salute del padrone di casa. Lactobacillus e Bifidobacterium sono i tipi più comuni di microbi utilizzati come probiotici, ma ceppi di Bacillus, Pediococcus e alcuni lieviti sono stati trovati come candidati idonei. Questi microrganismi sono parte della normale flora microbica intestinale e sono ingeriti con il cibo fermentato con fermenti vivi attivi aggiunti, ad esempio, yogurt e altri supplementi dietetici.
I ricercatori quindi hanno sviluppato un modello animale per lo studio istopatologico del fegato, del coinvolgimento della Hsp e la risposta al trattamento. Il sistema è stato standardizzato usando topi a cui l’etanolo è stato somministrato per via orale da solo o in combinazione con Lactobacillus Fermentum secondo un calendario preciso nel tempo e applicando, ad intervalli predeterminati, una serie di tecniche (istologia, immunoistochimica, western blotting, PCR real time, immunoprecipitazione, etichettatura 3-nitrotirosina) per valutare la patologia del fegato (ad esempio: steatosi, fibrosi) e Hsp60. I risultati? Lo studio del modello di topo, utile per studiare malattie del fegato indotte da assunzione di etanolo e per testare agenti terapeutici pertinenti come, per esempio, i probiotici, dimostra che avendo testato L. Fermentum, si sono ridotti notevolmente i danni ai tessuti etanolo-indotti e le deleterie modificazioni post-traslazionali del chaperone Hsp60. Il modello è disponibile per testare altri agenti e probiotici con potenziale terapeutico nella malattia epatica alcolica.
fonte:Clinical and Translational Gastroenterology
Alessandro Scollato