Specie batteriche sui gioielli, che lusso!

Quante specie batteriche sui nostri gioielli possiamo trovare? Forse nessuna se osserviamo ad occhio nudo! “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” cantava De André nella celebre e profonda canzone “Via del campo”, ma se noi restiamo in superficie e prendiamo alla lettera questo verso, siamo così certi che dai diamanti non nasca niente? In realtà no, dai diamanti può nascere più di qualcosa, come una colonia di batteri!

La nascita dei gioielli

L’arte orafa affonda le sue radici nella preistoria, quando le prime civiltà si adornavano con ossa e zanne di mammut. Recentemente, infatti, un gruppo di studiosi ha rinvenuto 33 perline forate fatte di conchiglie risalenti a 142.000 anni fa, provenienti da una grotta nel sud-ovest del Marocco. La ricerca ha evidenziato prove certe di modifiche operate dall’uomo su queste perline e sicuramente molti oggetti, come spille e fibbie, inizialmente sono nati con specifiche funzioni e soltanto in seguito si sono evoluti in oggetti decorativi, per indicare appartenenza sociale e religiosa.

Materiali

I gioielli possono essere formati da vari materiali e indossati principalmente su ogni parte del corpo: dalle forcine per capelli agli anelli dei piedi e perfino ai gioielli genitali. Proprio per questo motivo meritano un doveroso approfondimento, poiché possono rappresentare un serio veicolo di infezioni più o meno comuni, a causa della presenza di ostinate specie batteriche.

Toccarsi il viso: diffusione delle specie batteriche a partire dai gioielli

Capita spesso di avere ripetutamente prurito al naso, di strofinarsi gli occhi o di spostarsi una ciocca di capelli dalla fronte. L’azione di toccarsi il viso frequentemente durante la giornata è molto comune e probabilmente lo stai facendo anche tu in questo preciso istante, oppure l’hai fatto poco fa e sicuramente lo rifarai nelle prossime ore.

Nello specifico, in uno studio del 2015 sono stati osservati 26 studenti di medicina ed è stato riscontrato che si toccassero il viso circa 23 volte all’ora. Circa la metà dei tocchi aveva coinvolto la bocca, il naso, gli occhi, cioè le vie di accesso più semplici per batteri e virus nel nostro organismo. Anche tra i medici coinvolti nell’osservazione si erano verificati tocchi in viso circa 19 volte in 2 ore e questo si verifica soprattutto quando le persone sono mentalmente impegnate in altro, ad esempio davanti al pc per lavoro, mentre si guarda un film o durante una conversazione.

Esperimento per identificare le specie batteriche sui gioielli

Un’azienda di gioielli britannica ha condotto uno studio che ha preso in esame la quantità di specie batteriche che crescono in una settimana sui gioielli. Scoprirono così che si possono rinvenire circa 23.000 colonie di batteri, dallo Staphylococcus aureus ai funghi che possono causare candidosi orale. Lo studio è stato condotto strofinando un tampone sotto anelli, orologi e orecchini, per scoprire cosa ospitano i nostri gioielli dopo una settimana di utilizzo. Per l’esperimento sono state utilizzate piastre di agar per la crescita batterica a temperatura ambiente per oltre 74 ore.

GioielloNumero di specie batteriche trovateSpecie battericheNumero di colonie batteriche
Orologio4Staphylococcus, Micrococcus, Corynebacterium e specie fungine20.000
Anello5Bacillus, Staphylococcus, Micrococcus, muffa nera e specie fungine504
Orecchini4Bacillus, Staphylococcus, Micrococcus e Corynebacterium485
Tabella 1-Colonie batteriche
Specie batteriche trovate sui gioielli (anelli)
Figura 1- Specie batteriche trovate sui gioielli (anelli). [Fonte: https://est1897.co.uk/]

Staphylococcus

Vive sulla pelle, nel naso, nella faringe e nell’intestino di tutti noi, ma può anche trovarsi su cateteri e altri dispositivi medici. Causa infezioni localizzate a livello della pelle, ma in alcuni casi penetra nell’organismo umano e provoca infezioni gravi come quelle causate dallo S.aureus, il più temuto, perché può risultare resistente sorprendentemente a differenti tipi di antibiotici, tra cui la meticillina. Infatti gli stafilococchi meticillino-resistenti (MRSA) causano infezioni molto difficili da curare. L’MRSA può causare sepsi e può condurre, infine, alla morte.

Mycrococcus

Si trova in una grande varietà di ecosistemi terrestri e acquatici e non è considerato patogeno. Può potenzialmente causare polmonite, peritonite, meningite e anche altre infezioni.

Corynebatterium

Presente nella faringe, nella laringe e anche nella mucosa nasale. Il patogeno più importante è C. diphteriae, il quale provoca la difterite, causata dall’esotossina difterica. La trasmissione avviene prevalentemente per via respiratoria, tramite goccioline di saliva contaminate, ma fortunatamente i vaccini hanno rappresentato una svolta per la prevenzione.

Muffa e funghi

Possono essere particolarmente importanti nelle infezioni che si verificano in pazienti immunocompromessi, in particolare la muffa nera libera gas tossici e un’esposizione prolungata può causare reazioni allergiche, stati di stanchezza cronica, mal di testa, difficoltà di concentrazione ed emicrania.

Bacillus

Presente dappertutto nell’ambiente e nell’intestino umano, ma a dire il vero solo alcuni sono di interesse medico: B. antraci, che causa l’antrace, e B. cereus, che risulta essere importante in infezioni ospedaliere.

Igiene dei gioielli negli ospedali e diffusione delle specie batteriche

Per la stessa ragione dell’esperimento precedente, un altro studio del 2020 ha valutato i batteri presenti sulla pelle degli infermieri dell’unità di terapia intensiva del Texas Health Harris Methodist Hospital, sia al momento dell’inizio dell’osservazione e sia 30 giorni dopo, quando si è effettuata la rimozione dei gioielli da parte degli operatori sanitari. Sono state identificate diverse specie batteriche, tra cui Bacillus, Micrococcus, Staphylococcus ecc., e si è visto che la conta batterica era diminuita significativamente dopo 30 giorni.

La conclusione di ciascun esperimento è evidente e ci suggerisce che così come curiamo l’igiene del corpo, in particolar modo delle mani dopo l’esperienza del Covid-19, altrettanto dobbiamo prestare estrema attenzione anche alla pulizia dei gioielli. Infatti, se non puliti correttamente, le specie batteriche possono avere una rapida crescita sui gioielli e possiamo diffonderli proprio tramite il nostro anello preferito!

Pulizia dei gioielli per rimuovere le specie batteriche
Figura 2-Pulizia dei gioielli per rimuovere le specie batteriche. [Fonte: https://www.blog.qvc.it/]

Fonti

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Chiara De Vito

Sono Chiara De Vito, laureata in Scienze biomolecolari e dell'evoluzione presso l'Università degli Studi di Ferrara. Ho sempre coltivato la passione per la microbiologia e il micromondo in generale. Considero la divulgazione scientifica un valido strumento per esplorare la vita in tutte le sue forme.

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