Negli ultimi anni, il numero di persone affette contemporaneamente da obesità e diabete è cresciuto significativamente, tanto da indurre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a coniare un nuovo termine per descrivere questa condizione: diabesità. Questo neologismo mette in luce la stretta relazione tra il diabete mellito di tipo 2 e l’obesità, due patologie in costante aumento nei paesi occidentali e considerate ormai un’emergenza sanitaria globale. Le previsioni per il futuro sono preoccupanti: entro il 2030, si stima che la diabesità colpirà il 7% della popolazione mondiale, ovvero circa 439 milioni di individui.
Queste cifre imponenti rappresentano una minaccia non solo per la salute pubblica, ma anche per le economie dei paesi, che devono far fronte a costi socio-sanitari in continua crescita. Secondo l’OMS, oltre il 95% delle persone con diabete soffre di diabete di tipo 2, una forma della malattia che un tempo si riscontrava prevalentemente negli adulti ma che ora sta diventando sempre più comune anche tra i bambini.
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Diabesità e Farmaci: Una Nuova Frontiera del Trattamento
L’obesità è una malattia cronica e multifattoriale. Non è semplicemente il risultato di uno stile di vita sedentario o di un’alimentazione ricca di zuccheri e grassi saturi, ma deriva da una combinazione complessa di fattori, tra cui una componente genetica significativa. Recenti studi hanno evidenziato come i fattori genetici possano avere un ruolo preponderante rispetto a quelli ambientali e alimentari, complicando ulteriormente il quadro.
La scoperta e l’introduzione di nuovi farmaci a base di semaglutide, approvati dall’EMA nel 2021, hanno rappresentato una svolta per molte persone affette da obesità. Questi farmaci offrono una speranza concreta per chi lotta per perdere peso in modo significativo e mantenerlo a lungo termine, riducendo così le complicanze legate all’obesità. Tuttavia, il trattamento farmacologico non è sempre sufficiente e deve essere spesso accompagnato da buone abitudini alimentari e di attività fisica. Nei casi più gravi di obesità, il ricorso ai farmaci ha già dimostrato risultati promettenti.
Come Funziona il Trattamento Farmacologico in Italia?
In Italia, i farmaci autorizzati per la terapia a lungo termine dell’obesità negli adulti includono orlistat, liraglutide e naltrexone/bupropione. Questi farmaci sono indicati per i pazienti con un indice di massa corporea (BMI) maggiore o uguale a 30 kg/m², o per quelli in sovrappeso (BMI ≥ 27 kg/m²) con fattori di rischio associati. Tuttavia, la terapia farmacologica deve essere attentamente monitorata: se dopo un periodo variabile da 4 a 12 settimane non si raggiunge un calo di peso corporeo di almeno il 5%, il trattamento deve essere sospeso.
Un problema crescente è rappresentato dall’approvvigionamento di questi farmaci, che sta diventando difficoltoso a livello globale. Grazie alla loro efficacia, vengono infatti utilizzati anche da persone non affette da obesità che desiderano perdere peso rapidamente e senza sforzo, creando così una situazione di “emergenza nell’emergenza” alla quale le autorità competenti non hanno ancora trovato una soluzione.
L’Importanza dello Stile di Vita nel Controllo della Diabesità
L’incidenza del diabete aumenta con l’età, e considerato l’invecchiamento della popolazione in Italia, è prevedibile che il numero di persone affette da diabete continuerà a crescere nei prossimi anni. Secondo i dati del Ministero della Sanità, l’86% delle persone con diabete dichiara di essere sotto trattamento farmacologico per il controllo della malattia, la maggior parte con ipoglicemizzanti orali, e circa un quarto dei pazienti fa uso di insulina.
Lo stile di vita assume un ruolo cruciale nel contenimento delle complicanze del diabete, che possono includere malattie cardiache, amputazioni, cecità e insufficienza renale. L’attività fisica regolare e una dieta bilanciata, povera di grassi e zuccheri raffinati, sono fondamentali per la gestione del diabete e, di conseguenza, della diabesità.
Obesità e Nutraceutici: Un Supporto Complementare?
Negli ultimi anni, si è parlato molto dell’uso di nutraceutici come supporto nella gestione della sindrome metabolica, una condizione che si presenta frequentemente insieme alla diabesità. Alcuni integratori, come quelli a base di acidi grassi omega-3, berberina, cannella, banaba, tè verde, cacao, aglio e melone amaro, hanno mostrato un potenziale nel migliorare diversi aspetti della sindrome metabolica.
Tra questi, il succo di barbabietola ha ricevuto particolare attenzione per la sua capacità di trattare l’ipertensione nei pazienti affetti da sindrome metabolica, grazie ai suoi nitrati inorganici che favoriscono la vasodilatazione arteriosa. Tuttavia, la maggior parte dei nutraceutici disponibili sul mercato non ha ancora dimostrato con chiarezza la propria efficacia a livello cardio-metabolico. Le ragioni di questo possono includere la scarsa biodisponibilità e tollerabilità dei principi attivi, se utilizzati al dosaggio efficace, la breve durata degli studi e la bassa qualità metodologica dei trial clinici.
Il Futuro della Prevenzione della Diabesità
Alla luce delle attuali conoscenze, uno stile di vita sano e il trattamento farmacologico mirato rimangono le due soluzioni più efficaci per la prevenzione e il controllo della diabesità. In termini di integrazione, l’uso di nutraceutici combinati in soluzioni o poli-pillole potrebbe rappresentare una strada percorribile in futuro, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermarne l’efficacia.
Conclusione
La diabesità rappresenta una sfida sanitaria globale sempre più pressante, che richiede un approccio integrato e multidisciplinare per essere affrontata efficacemente. La combinazione di un trattamento farmacologico adeguato, uno stile di vita sano e, eventualmente, il supporto di nutraceutici potrebbe offrire una risposta alle crescenti esigenze di salute pubblica. Tuttavia, per affrontare l’emergenza della diabesità è necessario anche un impegno collettivo da parte delle autorità sanitarie, dei professionisti della salute e della popolazione, per promuovere la consapevolezza e l’adozione di comportamenti salutari.
Domande Frequenti
Chi è maggiormente a rischio di diabesità?
Le persone con una predisposizione genetica, uno stile di vita sedentario e un’alimentazione non equilibrata sono maggiormente a rischio di sviluppare diabesità.
Consiglio: Monitora regolarmente il tuo peso e i livelli di zucchero nel sangue per prevenire l’insorgenza di queste condizioni.
Cosa significa diabesità?
La diabesità è un termine che descrive la coesistenza di obesità e diabete di tipo 2, due condizioni strettamente correlate.
Consiglio: Consulta un medico se noti segni di aumento di peso o problemi con la glicemia.
Quando è stato coniato il termine diabesità?
Il termine diabesità è stato utilizzato per la prima volta negli ultimi anni per descrivere l’aumento simultaneo di obesità e diabete a livello globale.
Consiglio: Informati sulle nuove tendenze e scoperte mediche per essere sempre aggiornato.
Come si può prevenire la diabesità?
La prevenzione della diabesità si basa su una combinazione di dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e, se necessario, trattamento farmacologico.
Consiglio: Inizia a implementare piccoli cambiamenti nel tuo stile di vita per una salute migliore a lungo termine.
Dove è più diffusa la diabesità?
La diabesità è particolarmente diffusa nei paesi occidentali, dove le diete ricche di calorie e uno stile di vita sedentario sono più comuni.
Consiglio: Adotta una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali per ridurre il rischio.
Perché la diabesità è considerata un’emergenza sanitaria?
La diabesità è considerata un’emergenza sanitaria a causa dell’alto numero di persone colpite e delle gravi complicanze che ne derivano, con un impatto significativo sui sistemi sanitari.
Consiglio: Partecipare a campagne di prevenzione e sensibilizzazione può aiutare a ridurre l’incidenza di questa condizione.