Micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani

Le micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani negli ultimi anni hanno interessato particolarmente gli scienziati di tutto il mondo. Questi minuscoli pezzetti di plastica sono ovunque: in fondo al mare, nella sabbia delle spiagge e nel vento. E anche dentro di noi. Soprattutto negli alimenti quotidiani. Le prime ricerche risalgono al 2003, dove Richard Thompson OBE FRS, professore di Biologia Marina e Direttore dell’Istituto Marino dell’Università di Plymouth fu il primo a scoprire che raccogliendo diversi campioni di sabbia da 17 spiagge del Sud dell’Inghilterra, e successivamente analizzandoli in laboratorio, questi campioni non erano veramente granelli di sabbia ma frammenti di micro e nanoplastica. 

micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani

Fig.1 – La plastica negli alimenti quotidiani. Fonte – www.ilgiornaledelcibo.it

Erano così piccoli inferiori ai 5 – 2 mm che la ribattezzò con la parola micro e nanoplastiche. Le particelle così piccole si possono individuare solo con lo spettrometro che è in grado di distinguerle in base alla diversa interazione con la luce. Johnson, nei suoi studi trovò tra quei granelli tanti polimeri di natura diversa, almeno 8. C’erano i polimeri delle reti da pesca, ma anche quelli delle microsfere contenute nei cosmetici e persino di materiale usato per l’abbigliamento.

Cosa sono le micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani?

Fino a quel momento eravamo tutti convinti che la plastica fosse un problema visibile e quindi tutto sommato risolvibile in qualsiasi momento. Gli studi di Thompson portarono a capire che la realtà era molto diversa. Per esempio, questa bottiglia di plastica è una specie di puzzle composta da milioni di pezzi. 

micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani

Fig 1. – Micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani. Fonte – www.pinterest/plastic.com

Questi pezzi si chiamano monomeri che tenuti insieme da legami chimici formano i polimeri. Quando si parla di polimeri, si intende il materiale di cui si compongono le plastiche. Dicendo che la plastica si degrada si intende che: i legami chimici si rompono, il puzzle inizia a perdere i pezzi che si diffondono nell’ambiente.

Johnson, nei suoi studi trovò tra quei granelli tanti polimeri di natura diversa, almeno 8. C’erano i polimeri delle reti da pesca, ma anche quelli delle microsfere contenute nei cosmetici e persino di materiale usato per l’abbigliamento.

Come arrivano le micro e nanoplastiche negli alimenti quotidiani ?

In un importante studio è stato rivelato che le micro e nanoplastiche viaggiano sulla rete alimentare umana attraverso piante, insetti e pesci. A causa delle loro piccole dimensioni minuscole, le micro e nanoplastiche sono in grado di passare attraverso barriere fisiologiche ed entrare in diversi organismi attraverso la nostra quotidiana catena alimentare. Per questa ricerca sono stati utilizzati lattuga (produttore primario), larve di mosca soldato nero (consumatore primario) e un pesce insettivoro (consumatore secondario). 

I ricercatori hanno esposto le piante di lattuga alle micro e nanoplastiche dai rifiuti di plastica comunemente trovati nell’ambiente. Questa lattuga è stata successivamente raccolta e somministrata alle larve di mosca del soldato nero, che viene utilizzata come fonte di proteine per bambini e bovini in molti paesi. La mosca del soldato nero è stata poi alimentata allo scarafaggio (pesce), che si trova comunemente in acque fresche e salmastre e talvolta consumato o usato come esca. Da questo esperimento, è stato scoperto che le nanoplastiche del terreno contaminato hanno viaggiato dalla pianta di lattuga al pesce. 

Ci saranno le conseguenze sulla mia salute ?

Cominciamo dicendo che gli effetti che possono avere sul nostro corpo ancora non si conoscono per certo. Il caso del contenitore nel microonde ci dovrebbero far riflettere sul fatto che le micro e nanoplastiche sono ovunque anche se non le vediamo a occhio nudo.

Quali sono le prospettive future ?

In Italia sono molte le associazioni che si occupano dello smaltimento delle plastiche in mare. Dal 1985 MareVivo combatte senza sosta per la difesa del mare e delle sue risorse. Grazie al suo ruolo di attore “super partes” lontano da appartenenze politiche e ad un’immagine consolidata di onestà ed autonomia intellettuale, l’associazione ha confermato negli anni la sua reputazione generando una rete articolata di rapporti con istituzioni, cittadini e categorie di settore, su scala nazionale ed internazionale. 

Beach clean up alle Hawaii organizzato da Surfrieder Kauai

Fig. 3 – Ritrovamenti di plastiche e altri materiali durante i Beach Cleanups a Kauai. Fonte – https://www.surfrider.org

Oltre Oceano, in particolare a Kauai è un’isola nel Pacifico Centrale che fa parte dell’arcipelago delle Hawaii (US) è presente un’associazione Surfrider Kauai. Una fondazione dedicata alla protezione degli oceani dalle plastica e altri materiali. Attraverso i loro incontri, ma soprattutto attraverso Beach Cleanups, reclutano volontari che con l’aiuto delle comunità locale organizzano pulizie di spiagge programmate durante tutto l’anno.

Team di Beach clean up alle Hawaii organizzato da Surfrieder Kauai

Fig. 4 – I volontari di Surfrider Kauai. Fonte – www.surfrider.org

Uno degli ultimi progetti di “Engagement with local communities” è stato quello di ripulire i detriti marini a Moloaa Bay. Tra i 18 volontari hanno portato via un camion carico di reti e plastica (385 libbre) possiamo menzionare la Dr. Marta Lo Presti della Duke University Marine Science and Conservation Division. Queste sono solo alcune delle persone accomunate da una stessa passione: la tutela della natura con particolare interesse al mare. Giovani che credono nella possibilità di poter rendere il mare un posto migliore, più pulito e più sano.

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Francesca Maisto

Salve a tutti, sono Francesca Maisto e attualmente ricopro una posizione di studente Ph.D. in Biologia Molecolare Applicata alle Scienze Forensi presso la Slovak Academy of Sciences a Bratislava, in Slovacchia. Laureata Magistrale in Biologia Molecolare e un Master di II livello in Antropologia forense. Super appassionata di scienza, natura, arte, musica, sport e animali. Per saperne di più di su me visita il mio profilo Linkendin: https://www.linkedin.com/in/francesca-maisto-a6797a10a/

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