Liana degli Spiriti: dal misticismo alla terapeutica

Ciò che promuove il progredire della Scienza è la curiosità di scoprire e conoscere ciò che ci circonda, senza confini.

Cos’è la “Liana degli Spiriti”?

Ayahuasca
Figura 1 – Ayahuasca [mayaegitto.org]

Anche chiamata “Ayahuasca“, si tratta di un decotto di liana Banisteriopsis caapi e foglie di Psychotria viridis o Diplopterys cabrerana consumata millenni fa dagli sciamani dell’Amazzonia per indurre stati di visione durante le cerimonie religiose.

Poco dopo il suo utilizzo venne ampliato anche alla medicina tradizionale, poiché le popolazioni residenti, ne riscontravano dei benefici.

Gli europei ne vennero a conoscenza nel XVI secolo e da allora il mondo accademico svolge le sue ricerche per comprenderne funzionamento, rischi e vantaggi.

Ayahuasca: Farmacologia

L’ ayahuasca è considerato l’allucinogeno più complesso per lo specifico meccanismo sinergico tra i suoi componenti.

Gli alcaloidi presenti nella liana Banisteriopsis sono responsabili di effetti come vertigini, nausea, vomito e diarrea. Tra i vari, l’armalina sarebbe la causa delle allucinazioni che interessano il dominio visuale: produce sequenze di immagini in sovraimpressione, vibrazioni e tremolii del campo visivo, lampi di luce e immagini colorate e vivide.

Le foglie del secondo ingrediente, Psychotria viridis o Diplopterys cabrerana, contengono invece dimetiltriptamina (DMT), una molecola semplice che troviamo sia nel mondo vegetale sia in quello animale. In particolare, nell’uomo ha azione sui recettori serotoninergici, provocando il caratteristico effetto psichedelico del beveraggio. Tale meccanismo avviene nella ghiandola pineale, sito in cui generalmente ogni notte durante la fase REM del sonno si ha la formazione della DMT per la presenza dei più alti livelli di serotonina. Si ha sua produzione per tutta la durata della nostra vita, fino a 24 ore dopo il decesso.

Ad ogni modo, la pineale possiede un sistema di sicurezza “Anti-DMT”. Si tratta di una proteina presente in alte concentrazioni in grado di ostacolare l’attività degli enzimi che producono la DMT e, con ciò, protegge l’organismo dall’eccessiva produzione del composto psichedelico.

Conseguenze

Affinché si realizzi la reazione allucinogena, la serotonina viene convertita in triptamina e successivamente, per opera degli enzimi metiltransferasi, si ha una seconda trasformazione in composti psichedelici.

La DMT viene inattivata dagli enzimi monoamino ossidasi (MAO), invece gli alcaloidi aralinici sono inibitori dei MAO. Ciò significa che i secondi evitano la degradazione dei primi, potenziandone le conseguenze.

L’effetto della DMT dura 10-15 minuti se fumata e 2-3 ore se ingerita, infatti grazie agli inibitori della Banisteriopsis, la dimetiltriptamina resta in circolo nel nostro corpo per un tempo maggiore, rispetto all’assunzione dei vapori.

A differenza di altre sostanze simili come l’LSD, la DMT è trasportata dal cervello attraverso la barriera emato-encefalica e questo rappresenta un grosso privilegio, poiché si ha l’accesso solo delle sostanze che fungono da carburante per le funzioni metaboliche, lasciando fuori quelle nocive presenti nel sangue.

Ayahuasca: Proprietà terapeutiche

Gli studiosi hanno effettuato alcuni esperimenti con protagonisti diversi pazienti psichiatrici sottoposti al consumo di ayahuasca per breve e lungo periodo. Si è visto un considerevole miglioramento clinico per molti dei soggetti presi in esame, ma coloro i quali l’avevano assunta per più tempo hanno manifestato maggiori risultati positivi sulla qualità della vita. Tuttavia, questi ultimi hanno raggiunto punteggi più alti di autotrascendenza.

Diagramma schematico dello studio completo su ayahuasca
Figura 2 – Diagramma schematico dello studio completo su ayahuasca [nature.com]

A seguire, gli stessi individui, hanno assunto ayahuasca con regolarità, riuscendo a ridurre o a eliminare completamente i farmaci da prescrizione.

Ancora, i dati della letteratura farmacologica, insieme a quelli di etnobotanica, supportano l’ipotesi che le piante tropicali allucinogene abbiamo proprietà antiparassitarie per gli alcaloidi indolici o isochinolinici.

Nuove analisi in corso aiuteranno i medici a cogliere anche i possibili effetti avversi, oltre a ulteriori potenziali usi terapeutici.

Discussione

L’esito di ogni studio sugli effetti di ayahuasca si è sempre rivelato coerente con gli altri e questo ha favorito l’espansione del suo utilizzo.

Nonostante con ciò i problemi di ansia, depressione, schizofrenia, autismo e tutto ciò che concerne le psicopatologie vengano parzialmente risolte, non sono da sottovalutare gli effetti indesiderati che Banisteriopsis causa all’organismo:

  • Vomito e diarrea sottoporrebbero il nostro corpo ad una condizione di disidratazione marcata, fino anche al collasso;
  • L’uso di ayahuasca aumenta la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna diastolica, perciò si raccomanda estrema cautela a coloro che possono essere a rischio di malattie cardiovascolari;
  • Possibile ipersensibilità ai principi attivi;
  • Il suo consumo continuato potrebbe apportare danni all’organismo.

Rimangono ignoti gli effetti legati alla super esposizione da DMT e quelli di interazione farmacodinamica tra DMT e tetraidroarminia (THH), altro alcaloide contenuto in Banisteriopsis caapi.

Conclusione

Grazie alla buona informazione circa le proprietà terapeutiche di piante e derivati con conseguenze sulla trasmissione fra cellule nervose, si stanno registrando maggiori consensi anche per l’uso di ayahuasca se affetti da una psicopatologia.

Mediante aggiuntive risposte e soluzioni, la Scienza potrà rassicurare e motivare la legislatura per un suo eventuale utilizzo, al fine del raggiungimento dell’unico obiettivo comune: la salute pubblica.

Fonti

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