Casi di scabbia in aumento: come avviene il contagio? Negli ultimi anni, i casi di scabbia stanno registrando un preoccupante aumento, non solo in ambienti sanitari o collettivi, ma anche tra la popolazione generale. Questa malattia cutanea altamente contagiosa è spesso oggetto di pregiudizi e disinformazione. In questo articolo scopriremo cos’è la scabbia, come si trasmette, quali sono i sintomi e come comportarsi per evitare il contagio o affrontarlo nel modo corretto.

Cos’è la scabbia
La scabbia è una malattia della pelle causata da un parassita chiamato Sarcoptes scabiei var. hominis, un acaro microscopico che scava cunicoli sotto la pelle per deporre le uova. L’organismo reagisce all’infestazione con un’intensa risposta immunitaria, che causa prurito molto forte, soprattutto di notte.
Sintomi principali della scabbia
- Prurito intenso, specialmente notturno
- Papule rosse o piccole vescicole (soprattutto tra le dita, ai polsi, ascelle, inguine)
- Cunicoli scavati dall’acaro visibili come linee sottili
- Lesioni da grattamento e croste
Nota: la scabbia non è legata alla scarsa igiene personale, ma al contatto diretto con persone infette.
Come avviene il contagio della scabbia
La trasmissione avviene per contatto diretto, prolungato e pelle a pelle con una persona infetta. L’acaro non vola né salta, ma cammina lentamente da un ospite all’altro.
Principali modalità di contagio
- Contatto fisico prolungato
- Dormire insieme
- Rapporti sessuali
- Coccole o abbracci lunghi
- Condivisione di biancheria, asciugamani o vestiti
- In ambienti chiusi (case, RSA, carceri)
- Nei centri di accoglienza, caserme o dormitori
- Oggetti contaminati (più raro)
- Lenzuola, divani, sedie imbottite non lavate
Il periodo di incubazione della scabbia varia tra 2 e 6 settimane nei soggetti mai infettati prima, e solo 1-4 giorni in caso di reinfestazione.
Chi è più a rischio
- Bambini (soprattutto a scuola o all’asilo)
- Anziani in strutture assistenziali
- Operatori sanitari e caregiver
- Familiari di persone infette
- Persone immunodepresse (in cui può svilupparsi la forma più grave: scabbia crostosa)
Come si previene la scabbia
Norme igieniche fondamentali:
- Lavare a 60°C lenzuola, asciugamani, vestiti indossati nei 3 giorni precedenti il trattamento
- Evitare il contatto fisico prolungato con persone infette fino a completo trattamento
- Disinfettare oggetti imbottiti non lavabili (es. cuscini, divani) con spray acaricidi o chiudendoli in sacchi per 72 ore
Cosa fare in caso di contagio
Diagnosi
- La diagnosi è clinica, ma può essere confermata con dermatoscopia o raschiamento cutaneo.
Trattamento
Il trattamento della scabbia è semplice ma rigoroso. Si usano:
- Permetrina 5% in crema (topico)
- Ivermectina per via orale (nei casi estesi o crostosi)
- Trattamento simultaneo di conviventi e contatti stretti, anche se asintomatici
Il prurito può persistere anche dopo la cura, ma non significa che la terapia sia inefficace. Potrebbe trattarsi di una reazione allergica residua.
Casi in aumento: un problema anche sanitario
Negli ultimi anni, diversi rapporti epidemiologici europei hanno evidenziato un aumento dei casi, attribuito a:
- Condizioni di vita precarie
- Maggior mobilità internazionale
- Sovraffollamento abitativo
- Ritardi nella diagnosi e nella comunicazione
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 si è registrato un aumento del 20-25% dei casi segnalati rispetto agli anni precedenti.
Conclusione
La scabbia è una condizione curabile ma altamente contagiosa, che può colpire chiunque. Comprendere come avviene il contagio e intervenire tempestivamente con il trattamento adeguato è il modo migliore per fermare la diffusione e garantire il benessere della comunità. In presenza di prurito persistente e lesioni cutanee sospette, è essenziale consultare il medico o un dermatologo.