Nuovi indici per la valutazione della fertilità biologica dei suoli: il QBS ar

Gestioni agronomiche sostenibili per la tutela dell’ambiente

A fronte del previsto aumento della popolazione mondiale, e quindi delle attività antropiche legate al settore agricolo ed  agroindustriale, in concomitanza ad un aumento della temperatura media mondiale, causata dall’inquinamento ambientale ed all’eccessivo sfruttamento dei suoli, diviene sempre più rilevante la necessità di adottare gestioni agronomiche sostenibili per la tutela dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari.

Verso le produzioni sostenibili

L’aumentato interesse verso le produzioni sostenibili è dimostrato anche dall’aumento delle aziende agricole ad indirizzo biologico, reso possibile dagli incentivi della Politica Agricola Comunitaria (PAC), che si occupa di fornire supporto e linee guida per la gestione integrata delle aziende agricole.

Le attività antropiche, in particolare, riducono l’abbondanza e la diversità degli organismi presenti in ecosistema. In questo articolo approfondiremo l’ecosistema suolo, la sua fertilità biologica ed i metodi di valutazione. 

La fertilità biologica dei suoli

La fertilità biologica dei suoli si instaura sulla matrice organica (humus) in un terreno arieggiato o comunque di media/buona porosità. Il suolo è uno degli habitat con il maggior numero di specie degli ecosistemi viventi (Bonfield et al, 2016). La componente essenziale della fertilità biologica del suolo è la comunità di microrganismi (funghi e microartropodi), la  cui attività permette la degradazione della sostanza organica, la traslocazione della stessa dagli strati più superficiali a quelli più profondi, lo scambio di sostanze minerali, l’aumento della microporosità e quindi dell’attività dei microrganismi stessa. 

Analisi degli indicatori di biodiversità ed introduzione all’Indice QBS ar

La fertilità biologica dei suoli può essere valutata mediante l’analisi degli indicatori di biodiversità, le cui caratteristiche  principali dovranno essere: 

  • Semplicità nei rilievi
  • Comprensibilità nei risultati

Indice QBS ar

A tale scopo il Prof. Vittorio Parisi (Università di Parma), ideò nel 2001 un indicatore biologico denominato “Indice QBS ar”, capace di valutare la qualità biologica dei suoli in base all’analisi dei microartropodi edafici viventi nei primi centimetri di profondità del suolo.

Rispetto ad altri indicatori, l’indice QBS-ar ha il vantaggio di non dover raggiungere livelli specialistici per l’identificazione dei taxa utili al suo calcolo, rendendo più semplice ed applicabile il metodo,  consentendone un’ampia diffusione tra gli Enti di Ricerca e tra le aziende. Molte regioni al momento stanno applicando questo metodo per il monitoraggio ambientale. 

Cosa prevede il protocollo per l’Indice QBS ar

Il protocollo per risalire all’indice QBS-ar prevede il prelievo di 3 zolle di terreno (10x10x10 cm), distanziate a 10 l’una  dall’altra, da cui vengono estratti (mediante esposizione a luce e calore) i microartropodi, poi riconosciuti allo stereoscopio. L’indice EMI (Indice Eco-Morfologico) attribuisce ad ogni gruppo, un punteggio che può variare da un minimo di 1 alle forme poco o nulla adattate alla vita nel suolo, ad un massimo di 20 per le forme che presentano il massimo adattamento. La somma di questi punteggi fornisce l’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo). 

Il ruolo dei microartropodi nell’indice QBS ar

L’indice QBS-ar si basa sull’assunto che i gruppi di microartropodi particolarmente adattati alla vita edafica sono presenti se l’ecosistema suolo non è disturbato da attività antropiche. Maggiore è il valore dell’indice QBS-ar, maggiore sarà la presenza di unità sistematiche adattate al suolo, le più vulnerabili in caso di disturbo. 

I punteggi che si ottengono nei diversi ambienti sono direttamente relazionati all’uso del suolo e vengono influenzati dalle operazioni di disturbo del suolo, quali le lavorazioni ed il compattamento con mezzi meccanici. Si riporta un esempio già utilizzato da un organismo di certificazione delle produzioni biologiche nell’ambito di un protocollo per la valutazione della  biodiversità degli ecosistemi agricoli (CCPB – Biodiversity alliance): 

un esempio per la valutazione della biodiversità degli ecosistemi agricoli
Figura 1 – un esempio per la valutazione della biodiversità degli ecosistemi agricoli

L’indice QBS-ar può essere utilizzato per dimostrare gli effetti benefici delle gestioni agronomiche più sostenibili. Infatti, in diversi lavori emerge che in terreni meno lavorati l’indice QBS-ar risulta maggiore rispetto a terreni disturbati dalle pratiche tradizionali (aratura, fresatura, rivoltamento delle zolle, ecc.); inoltre, anche il numero totale di microartropodi che si trovano nei campioni di terreno, ma soprattutto quelli più adattati al suolo, aumentano negli ambienti sottoposti a gestione più conservativa. 

Conclusioni

Come per tutti gli indicatori biologici è fondamentale la confrontabilità del dato, soprattutto se ottenuto da operatori differenti, a causa della delicata operazione di riconoscimento delle unità sistematiche (talvolta molto piccole) e dell’attribuzione dei relativi punteggi.  

Le criticità che possono presentarsi nel metodo sono la stagionalità e la dipendenza dalle condizioni climatiche, nonché la necessità di procedere subito (max 48 h dopo il prelievo) all’estrazione degli insetti. 

Tuttavia, nonostante la metodica sia di tipo qualitativo, può dare anche indicazioni quantitative e dà la possibilità di confrontare annate diverse e gestioni agronomiche differenti. 

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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