Mozziconi di sigaretta negli ambienti costieri: un problema duraturo

I mozziconi di sigaretta sono il rifiuto più diffuso al mondo ed anche il più raccolto durante le pulizie ambientali. Inoltre, sono uno dei principali inquinanti delle spiagge. Spesso superano anche altri tipi di rifiuti, come la plastica. Nonostante le loro piccole dimensioni, sono prodotti e dispersi in quantità enormi, contaminando sia le aree costiere densamente popolate che quelle remote.

Finora non si sapeva esattamente cosa accadesse loro nel tempo e quali fossero le conseguenze per l’ambiente. Per rispondere a queste domande, un gruppo di ricercatori italiani ha condotto uno studio durato cinque anni. In particolare, è stato osservato come i mozziconi di sigaretta si decompongono in diverse condizioni ambientali. La ricerca, pubblicata su Environmental Pollution, ne analizza i cambiamenti chimici, fisici e biologici e la tossicità per alcuni organismi in ambienti come i prati e le dune di sabbia.

Indagine Beach litter: i mozziconi di sigaretta sono al primo posto tra i rifiuti raccolti

Secondo l’indagine Beach litter di Legambiente, c’è un mozzicone di sigaretta ogni metro di spiaggia. I resti delle sigarette costituiscono il 14,4% rispetto al totale dei rifiuti trovati. Con questa percentuale guadagnano il primo posto della top five dei rifiuti raccolti. Seguono i pezzi di plastica, i tappi e i coperchi di plastica, i materiali da costruzione e le stoviglie usa e getta.

Mozziconi di sigaretta negli ambienti costieri: secondo l’indagine Beach litter di Legambiente, se ne trova uno ogni metro di spiaggia.
Figura 1 – Mozziconi di sigaretta negli ambienti costieri: secondo l’indagine Beach litter di Legambiente se ne trova uno ogni metro di spiaggia. [Fonte: pixabay.com]

Per questo motivo, da alcuni anni diversi comuni vietano il fumo in spiaggia. Ne sono un esempio Rimini e Senigallia. La regione Abruzzo ha incluso nell’ordinanza sulla gestione delle spiagge il divieto di fumare sulla battigia.

Tuttavia, manca una norma nazionale che vieti il fumo sulle spiagge. Altri paesi, come la Francia, hanno introdotto il divieto di accendere sigarette in spiaggia, un’azione che fa parte del piano nazionale per la lotta al fumo 2023-2027.

Cosa succede ai mozziconi di sigaretta?

Nei primi 30 giorni dal rilascio nell’ambiente, i mozziconi perdono circa il 15% della loro massa. Successivamente, la decomposizione diventa molto lenta. Questa dipende anche dalla quantità di azoto e dei microrganismi presenti nell’ambiente. I cambiamenti chimici si verificano soprattutto nei prati, dove l’azoto favorisce la trasformazione dei mozziconi in un materiale più semplice. La carenza di azoto, invece, può limitare l’attività dei microrganismi decompositori, rallentando il processo. Nelle dune di sabbia sono i funghi a svolgere un ruolo importante nella loro decomposizione.

In ogni caso, i mozziconi risultano molto tossici subito dopo essere stati fumati. Per alcune specie, la tossicità rimane elevata anche dopo cinque anni. Minacciano la fauna marina, sia direttamente (perché possono essere ingeriti) che indirettamente (contaminando l’habitat).

L’ambiente e i microrganismi, quindi, influenzano notevolmente la velocità e il modo in cui i mozziconi di sigaretta si degradano. In definitiva, l’uso del tabacco non è solo una minaccia per la salute pubblica, ma anche un importante problema ambientale. 

Da cosa sono costituiti?

I mozziconi di sigaretta sono formati da quattro componenti principali:

  • un filtro;
  • tabacco bruciato e non bruciato;
  • cenere;
  • carta.

I filtri delle sigarette sono fatti di carta e acetato di cellulosa, un polimero sintetico che raccoglie le sostanze chimiche prodotte dal fumo. Tuttavia, si degrada molto lentamente e rilascia sostanze tossiche nell’ambiente. Per di più, dopo il deterioramento non scompare del tutto ma resta sotto forma di piccole particelle di plastica (microplastiche) tossiche, che possono infiltrarsi nel terreno e nelle riserve idriche.

I filtri sono stati aggiunti alle sigarette proprio per la capacità di trattenere le sostanze chimiche prodotte dal fumo, ma solo negli anni ’50. In questi anni, diversi studi, infatti, avevano dimostrato il legame tra sigarette e cancro ai polmoni o altre gravi malattie, come l’enfisema polmonare.

Oggi, per mitigare l’impatto dei prodotti del tabacco sui fumatori, i produttori di sigarette hanno aggiunto nuovi filtri costituiti sia da acetato di cellulosa che da una pellicola di acido polilattico (PLA). Quest’ultimo, sfortunatamente, è ancora più dannoso per l’ambiente. I filtri di sigaretta realizzati in PLA non sono naturalmente biodegradabili, poiché sono richieste specifiche condizioni di compostaggio industriale per la loro decomposizione. Sono più resistenti alla luce UV, il che significa che rimangono nell’ambiente per un tempo più lungo prima di decomporsi.

Metalli e composti organici sono rilasciati nell’ambiente

I mozziconi di sigarette rilasciano metalli e composti organici, come la nicotina e la cotinina, sia in ambiente terrestri che nell’acqua di mare. Tuttavia, le tipologie e le quantità di sostanze chimiche rilasciate sono influenzate sia dai tempi di ammollo e dalle dimensioni delle maglie del filtro che dalle diverse marche di sigarette e dalle boccate del fumatore. I metalli rilasciati in quantità elevate sono l’alluminio (Al), l’arsenico (As), il cromo (Cr), il rame (Cu), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il nickel (Ni), lo zinco (Zn).

La nicotina è la sostanza chimica rilasciata in quantità maggiori. È il principale alcaloide naturalmente presente nelle foglie del tabacco. La cotinina, invece, è il principale metabolita della nicotina. È usato come marcatore del consumo di tabacco nelle acque reflue.

I filtri usati contengono altri composti come l’acido cianidrico, l’ammoniaca, l’acetaldeide, la formaldeide, il benzene, il fenolo e la piridina.

Nell’ambiente naturale, le plastiche presenti nei mozziconi sono esposte a varie condizioni ambientali, come pioggia, abrasione da parte di particelle solide, sale, variazioni di temperatura e, soprattutto, radiazioni ultraviolette (UV), che accelerano significativamente la degradazione del polimero in microplastiche.

Il tasso di rilascio di sostanze chimiche tossiche aumenta all’aumentare delle temperature. Alcune sostanze chimiche vengono inoltre espulse più rapidamente a un’umidità più elevata. Quelle idrosolubili migrano più rapidamente nell’ambiente tramite l’acqua.

Non bisogna dimenticare che anche altri componenti delle sigarette gravano sull’ambiente. Tra questi ci sono: il tabacco, i coadiuvanti tecnologici (come gli antiossidanti, gli antischiuma, gli oli di finitura e i conservanti), gli additivi (quali i pigmenti e i riempitivi), gli adesivi, la carta che avvolge e fissa il filtro e altre sostanze chimiche utilizzate nella produzione di sigarette.

Mozziconi di sigaretta abbandonati in spiaggia.
Figura 2 – Mozziconi di sigaretta abbandonati in spiaggia [Fonte: pixabay.com]

Proposte per ridurre il problema

Per arginare il duraturo problema dei mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente, spiagge comprese, sono necessarie alcune azioni. Tra queste:

  • la promozione di politiche per ridurre il consumo di tabacco e migliorare la raccolta e lo smaltimento dei suoi rifiuti, in particolare nelle aree costiere;
  • la realizzazione di campagne di educazione, rivolte alla popolazione, riguardo i danni causati sia dal fumo di sigaretta che dall’abbandono nell’ambiente dei mozziconi, in modo da promuovere comportamenti responsabili;
  • l’emanazione di leggi e regolamenti più stringenti per limitare la produzione e lo smaltimento dei mozziconi di sigaretta.

Una buona pratica, che si sta diffondendo negli ultimi anni, è l’organizzazione di campagne di pulizia delle spiagge che coinvolgono e sensibilizzano la popolazione.

Bibliografia:

  • Giuliano Bonanomi, Giulia Maisto, Anna De Marco, Gaspare Cesarano, Maurizio Zotti, Pierluigi Mazzei, Giovanni Libralato, Alessia Staropoli, Antonietta Siciliano, Francesca De Filippis, Antonietta La Storia, Alessandro Piccolo, Francesco Vinale, Antonio Crasto, Marco Guida, Danilo Ercolini, Guido Incerti. The fate of cigarette butts in different environments: Decay rate, chemical changes and ecotoxicity revealed by a 5-years decomposition experiment. Environmental Pollution. Volume 261, 2020, 114108,ISSN 0269-7491
  • A critical review of the issue of cigarette butt pollution in coastal environments. Environ. Res., 172 (2019), pp. 137-149, 10.1016/j.envres.2019.02.005
  • Indagine Beach litter. Legambiente. 2024
  • Mušič B, Jemec Kokalj A, Sever Škapin A. Influence of Weathering on the Degradation of Cellulose Acetate Microplastics Obtained from Used Cigarette Butts. Polymers (Basel). 2023 Jun 20;15(12):2751. doi: 10.3390/polym15122751. PMID: 37376396; PMCID: PMC10302732.

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://pixabay.com/it/photos/mozziconi-di-sigaretta-fumare-cenere-488402/
  • Figura 1 : https://pixabay.com/it/photos/sigarette-portacenere-cenere-fumare-83571/
  • Figura 2 : https://pixabay.com/it/photos/sabbia-sigaretta-spazzatura-4355588/
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Elisabetta Cretella

Elisabetta Cretella Dopo la laurea magistrale in Genetica e Biologia molecolare conseguita presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza e l'abilitazione alla professione di biologo, si appassiona alla divulgazione scientifica. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l'Università degli studi di Ferrara e inizia a scrivere per il webmagazine 'Agenda17' del Laboratorio DOS (Design of Science) dell'Università di Ferrara. Intanto intraprende la strada dell'insegnamento. Ad oggi è docente di Matematica e Scienze presso le Scuole Secondarie di primo grado e di Scienze naturali alle Scuole Secondarie di secondo grado. Nel suo curriculum c'è anche un tirocinio svolto in un laboratorio di ricerca dell'Istituto di Biologia e Patologia molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR) e due pubblicazioni su riviste scientifiche peer reviewed.

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