La teoria della panspermia è stata oggetto di dibattito tra gli scienziati fin dal XIX secolo. Essa afferma che la vita sulla Terra non sia originata esclusivamente nel nostro pianeta. La vita può essere stata portata qui da microrganismi provenienti da altri corpi celesti.
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I microrganismi superstiti nello spazio: una prova a favore della teoria della panspermia
L’idea alla base di questa teoria è che, sebbene la vita sia rara nell’universo, essa può essere stata diffusa in modo casuale in tutto il cosmo. Può essersi diffusa grazie alla presenza di microorganismi resistenti alle radiazioni e alla disidratazione.
Ci sono diverse forme di panspermia, tra cui la panspermia interstellare, la panspermia interplanetaria e la panspermia terrestre:
- La panspermia interstellare si riferisce alla diffusione della vita tra le stelle
- La panspermia interplanetaria si riferisce alla diffusione della vita all’interno del nostro sistema solare.
- La panspermia terrestre si riferisce alla possibilità che la vita sulla Terra sia stata originata da microrganismi che sono stati trasportati qui da meteoriti o comete che hanno impattato il nostro pianeta nel corso dei secoli.
La teoria di Svante Arrhenius
Una delle prime proposte di panspermia interplanetaria è stata avanzata dallo scienziato svedese Svante Arrhenius alla fine del XIX secolo. Egli propose che la vita sulla Terra potesse essere stata originata da spore di batteri provenienti da Marte, trasportate sulla Terra attraverso l’impatto di meteoriti.
Il contributo di Hoyle e Wickramasinghe
Negli anni ’70, il biologo britannico Fred Hoyle e il chimico indiano Chandra Wickramasinghe proposero la panspermia interstellare. Affermarono che la vita sulla Terra poteva essere stata portata qui da comete o asteroidi provenienti da altre stelle.
Uno dei punti deboli della teoria della panspermia è la difficoltà nel dimostrare che la vita possa sopravvivere allo spazio interstellare, caratterizzato da temperature estreme, radiazioni nocive e pressione quasi nulla.
Tuttavia, alcuni studi recenti hanno mostrato che alcuni microrganismi possono sopravvivere a condizioni estreme come quelle presenti nello spazio. Ad esempio, nel 2019, un gruppo di ricercatori dell’Università di Tokyo ha dimostrato che i batteri della specie Deinococcus radiodurans possono sopravvivere in uno stato di disidratazione prolungata, resistere a radiazioni ionizzanti e sopravvivere allo spazio interplanetario.
Inoltre, la recente scoperta di acqua su Marte e su altre lune e pianeti del nostro sistema solare ha aumentato l’interesse per la panspermia interplanetaria.
Conclusioni
Sebbene la panspermia sia una teoria ancora in fase di studio e discussione, le recenti scoperte e gli studi scientifici hanno aperto nuove possibilità sulla possibile diffusione della vita nel cosmo. Ciò potrebbe avere importanti implicazioni sulla comprensione dell’origine della vita sulla Terra e sulla possibilità di trovare forme di vita extraterrestri nel futuro.
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