Biovolume Algale: una misura critica per la salute degli ecosistemi acquatici

Il biovolume algale è un parametro fondamentale per la valutazione della salute e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. Lo stato trofico di un lago è un indicatore si riferisce alla quantità di nutrienti presenti nel lago, che determinano la crescita delle alghe e di altri organismi fotosintetici. Il biovolume algale rappresenta la quantità di spazio tridimensionale occupato dalle alghe in un campione d’acqua, fornendo informazioni preziose sulla biomassa e la composizione della comunità algale.

Le principali normative che menzionano il biovolume algale

In Italia, non esiste una legge specifica che preveda la misura del biovolume algale. Tuttavia, diverse normative e linee guida fanno riferimento a questo parametro come indicatore importante per la valutazione della salute e del funzionamento degli ecosistemi acquatici.

  • D.Lgs. 152/99: Attuazione della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e scarichi in acque superficiali.
  • D.M. 260/2010: Regolamentazione della classificazione dello stato ecologico, chimico e del potenziale ecologico dei corpi idrici superficiali.
  • Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 : stabilisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica delle acque.

In particolare, il D.M. 260/2010 indica il biovolume del fitoplancton come uno dei parametri da considerare per la classificazione dello stato trofico dei laghi. Le classi di trofismo sono definite in base a una serie di parametri: concentrazione di clorofilla a, la trasparenza e il biovolume del fitoplancton.

Altre linee guida e documenti che menzionano il biovolume del fitoplancton includono:

  • Manuale per il monitoraggio del fitoplancton nei laghi italiani: ISPRA, 2007.
  • Linee guida per la valutazione dello stato trofico dei laghi: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2014.

Perchè è importante?

Il biovolume algale è un indicatore chiave della trofia di un lago o di un corso d’acqua. Livelli elevati di biovolume algale, in particolare di specie cianobatteriche dannose, possono indicare un eutrofizzazione, che può portare a squilibri ecologici e moria di pesci. La misura del biovolume algale, abbinata all’identificazione tassonomica delle alghe, permette di stimare la diversità e la ricchezza di specie all’interno della comunità algale. Le alghe sono sensibili alle variazioni ambientali, come la temperatura, la luce e la disponibilità di nutrienti. Infine il biovolume algale può essere utilizzato per monitorare gli effetti del cambiamento climatico.

Come si calcola il biovolume algale

Con il biovolume si intende il volume cellulare di ogni organismo. Esistono svariati modi di calcolare il volume: automatici semiautomatici e manuali. Il più utilizzato e il più conveniente è il manuale in quanto il più preciso, breve ed economico. L’accuratezza del metodo dipende dal set di forme geometriche selezionate. Esistono diversi set proposti in letteratura ma in generale è meglio non utilizzarle poiché di solito comprese in un ampio intervallo di variazione. Dunque è preferibile effettuare misure per ogni specie, nell’arco di un certo periodo di tempo (1-2 anni è l’intervallo migliore). Si calcola poi il valore medio di biovolume. Tale valore può essere mantenuto valido per un periodo di due o tre anni.

Il metodo consiste nell’assimilare alghe a forme geometriche le quali vengono misurate e al microscopio ottico e determinato il biovolume attraverso le dimensioni:

d=diametro

h=altezza

l=lunghezza

w=larghezza

Come regola generale si associa la figura più semplice. Nel caso in cui l’alga ha una struttura più complessa si ricorre a combinazioni di più forme geometriche il cui biovolume si calcola semplicemente sommando le varie forme

biovolume
Foto 1: Misure utilizzate per il calcolo del biovolume in Phacus longicauda

Applicazioni del biovolume algale

Il biovolume algale viene utilizzato per monitorare la qualità dell’acqua e per sviluppare strategie di gestione di bacini idrici . é un parametro importante in studi ecologici per valutare l’impatto del cambiamento climatico e l’inquinamento, sugli ecosistemi acquatici. Il biovolume algale è utilizzato per monitorare la crescita e la produttività delle alghe in coltura per la produzione di biocarburanti, alimenti e altri prodotti. La sua misurazione fornisce informazioni preziose sulla biomassa, la composizione e la diversità della comunità algale, aiutandoci a monitorare il cambiamento climatico e a gestire in modo sostenibile le risorse idriche.

Fonti

  • https://archive.iwlearn.net/helcom.fi/projects/on_going/peg/en_GB/PEG_QA/index.html
  • https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2011/02/07/011G0035/sg
  • https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1999/07/30/099A6464/sg
  • https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:02000L0060-20141120

Crediti immagini

  • Immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Fitoplancton
  • Foto 1: https://www.researchgate.net/publication/262595497_New_Geometric_Models_for_Calculation_of_Microalgal_Biovolume/
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Alessandra Del Barone

Sono Alessandra Del Barone. Sono laureata in biologia ed attualmente frequento un master di II livello in diagnostica microbiologica avanzata. Sono napoletana ma vivo e lavoro a Roma come analista di laboratorio microbiologico ambientale presso Acea.

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