Uno studio canadese dimostra che la flora batterica intestinale rappresenta l’ago della bilancia per lo sviluppo e la gravità della celiachia. I probiotici ancora una volta possono aiutarci?
Chi pensa che sia solo un vezzo alimentare, altri la percepiscono come una moda, ma in realtà mangiare senza glutine è per i soggetti celiaci l’unica terapia possibile. La celiachia è una malattia autoimmune che interessa l’intestino tenue, scatenata da una commistione tra predisposizione genetica ed una continua esposizione dei villi intestinali al glutine (più nello specifico ad una prolammina del glutine chiamata “gliadina“) che sfocia in una reazione infiammatoria immunomediata con sintomi caratteristici come diarrea cronica, dolori addominali, astenia e sviluppo di altre patologie intestinali.
Negli ultimi anni, la comunità scientifica si è interessata notevolmente alla formulazione di un farmaco in grado di annullare la sensibilità al glutine del celiaco, ma, nonostante ottimistici annunci, la soluzione sembra ancora lontana. Tuttavia, molti gruppi di ricerca hanno evidenziato un’azione benefica di alcuni probiotici (in special modo del genere Lactobacillus) sulla salute intestinale dei soggetti celiaci, alleviando il grado della reazione infiammatoria nel lume intestinale e, così, migliorando in maniera diretta lo status dei villi.
Una delle ultime conferme a tali studi proviene dalla McMaster University nell’Ontario (Canada), dove un gruppo di ricercatori, guidati dalla Dr. Elena Verdu, ha confermato l’importanza del tipo di flora intestinale presente nel soggetto predisposto geneticamente alla celiachia, ricordando così che la genetica in questo caso è una condizione necessaria ma non sufficiente all’insorgenza di tale malattia.
Infatti, isolando da un paziente celiaco un ceppo patogeno, Pseudomonas aeruginosa, e colonie del genere Lactobacillus da un soggetto sano, hanno colonizzato l’intestino di topi germ-free con i rispettivi suddetti batteri. I risultati non lasciano scampo! Valutando la degradazione del glutine e, quindi, la conseguente reazione immunitaria con l’aumento dei linfociti T che creano l’azione infiammatoria nei villi intestinali, si è confermato che Pseudomonas aeruginosa porta ad un aumento della produzione di peptidi attivanti la reazione immunitaria e migliora anche la loro traslocazione nella barriera intestinale, contribuendo in maniera incisiva alla gravità della malattia celiaca. Invece, i ceppi del genere Lactobacillus controllano in maniera positiva la degradazione del glutine ed abbassano il livello di proteasi che determina la formazione di peptidi e, quindi, riducendo l’immunogenicità di questi ultimi.
Senz’altro non possono essere considerati una cura ad una malattia che ancora necessita dell’attenzione di tutta la comunità scientifica, ma i ceppi probiotici ancora una volta si rendono protagonisti per quanto concerne il benessere della nostra salute. Pertanto, con l’augurio più sincero di una celere entrata in commercio di una terapia sicura ed efficace, i probiotici rappresentano un vero toccasana per tutti ed, in special modo, per i nostri amici celiaci, che hanno da oggi un nuovo e “micro”alleato dalla loro parte.
Giovanni Di Maio (alias Santi Rocca)
Fonti: www.gastrojournal.org , www.sciencedaily.com .
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