Uno dei problemi maggiormente ricorrenti al nostro tempo è la produzione di energia da fonti ecosostenibili.
Anche la ricerca si sta orientando in questo senso e chissà che in futuro non riusciremo ad ottenere energia direttamente dagli alimenti!
Un esempio casalingo (di cui sono presenti in rete differenti tutorial) può essere rappresentato dalla creazione di una pila a partire da alimenti comuni ed economici, come una patata o un limone (figura 1). La loro caratteristica è quella di fungere da soluzione elettrolitica. Occorre semplicemente tagliarli a metà e infilare in ogni metà un elettrodo positivo e uno negativo, collegati tra loro tramite un filo di rame ed esternamente ad un rilevatore di corrente, e il gioco è fatto!
Questo per quanto riguarda una semplice pila. Se invece volessimo della vera e propria corrente elettrica?
La risposta a questo viene da un’idea di un gruppo di ricercatori dello Stevens Institute of Technology del New Jersey, che hanno pensato di utilizzare un alimento molto comune: un fungo, alimento amatissimo ed immancabile sulle nostre tavole.
La loro scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Nano Letters”.
Se pensate che il “fungo bionico”, così come è stato prontamente ribattezzato dai suoi ideatori, sia di una specie pregiata, vi sbagliate: si tratta, infatti, di un comunissimo fungo champignon (figura 2), acquistato tra gli scaffali del supermercato!
Come è stato possibile? Semplicemente, utilizzando funghi e cianobatteri!
I cianobatteri (figura 3) sono organismi procarioti Gram negativi, fotoautotrofi, capaci di colonizzare una grande varietà di ambienti, compresi quelli estremi come ghiacciai, deserti, ambienti ipersalini e sorgenti termali.
Oltre a questo, la caratteristica più sorprendente di questi batteri è la capacità di stabilire rapporti di convivenza di tipo simbiontico sia con animali che con vegetali.
È questa peculiarità che è stata sfruttata dal team di ricerca per favorire la produzione di energia.
L’idea è venuta ai ricercatori durante un pranzo con amici, in cui l’alimento principale erano proprio i funghi. Proprio in questa circostanza, gli studiosi si sono resi conto di avere a disposizione un ricco microbiota che potesse essere utile come supporto per i cianobatteri (già noti per la capacità di trasformare la luce del sole in corrente elettrica).
In particolare, a partire da dei comunissimi funghi champignon, i ricercatori hanno utilizzato una stampante 3D per “rivestire” il fungo con un bio-inchiostro, contenente particelle di grafene.
Successivamente, lo stesso bio-inchiostro, è stato usato per distribuire sul fungo i cianobatteri, con una trama a spirale, in grado di intrecciarsi con le particelle di grafene, la cui presenza è importante perché fungono da elettrodi in grado di catturare l’energia prodotta dai cianobatteri, tramite la fotosintesi (figura 4).
Illuminando il fungo, si è generata una corrente elettrica del valore di 65 nano-ampére, una quantità insufficiente per alimentare un qualsiasi apparecchio, ma che rappresenta un punto di partenza fondamentale.
Gli scienziati stessi hanno ipotizzato che ponendo in serie questi funghi bionici si sarebbe in grado di generare abbastanza energia da accendere una luce a LED.
In un futuro non troppo lontano, i funghi potrebbero passare da alimenti molto amati a generatori di corrente a tutti gli effetti!
Emanuela Pasculli
Fonte: focustech
ideegreen