Secondo uno studio dell’Università di Houston gli hotel nascondono una varietà enorme di batteri. Anche la stanza più splendente cela “micro” pericoli.
Capita spesso di trovarsi in un hotel (magari al di sotto delle quattro stelle!) dove già a primo impatto non ci entusiasma il profumo della stanza e le superfici non ci donano una sensazione di pulito.
Eppure, anche in alberghi a cinque stelle dove veniamo rassicurati da profumazioni/lucentezze particolari, alcune ricerche hanno dimostrato e scovato la presenza di batteri patogeni, soprattutto su superfici impensabili e con cariche batteriche a dir poco esilaranti.
Questa è la dura realtà svelata da uno studio molto interessante effettuato da un pool di ricercatori americani, coordinati da Katie Kirsch (ricercatrice presso l’Università di Houston) che hanno esaminato un campione di piccole dimensioni: tre camere di tre alberghi diversi negli stati del Texas, Indiana e Sud Carolina considerando 19 superfici in ciascuna stanza, valutando il numero di CFU (unità formanti colonie) di batteri per centimetro cubo o unità di superficie analizzata.
Fissando il valore limite per considerare una superficie accettabilmente pulita in 5 CFU per ogni centimetro cubo analizzato, gli oggetti più contaminati da batteri sono risultati i telecomandi della televisione (con una media di circa 67 CFU), gli interruttori delle abat-jour (con una media di 122 CFU), mentre il telefono in camera ha mostrato una carica batterica “soltanto” 4 volte maggiore al limite, con una media di 20 CFU.
La cosa che preoccupa di più è che su superfici come quella dei telecomandi della TV e delle maniglie delle porte l’81% dei batteri risultanti sono di origine fecale. I ricercatori hanno anche trovato particolarmente infestati dai microrganismi le spugne e gli stracci usati dagli addetti alle pulizie che, come si può facilmente immaginare, permettono l’aumento della contaminazione batterica su altre superfici in diverse e svariate camere d’albergo.
I ricercatori/autori di tale indagine affermano che questi preoccupanti risultati sono stati mostrati al meeting dell’ American Society for Microbiology non per terrorizzare l’opinione pubblica, ma per sensibilizzare le strutture alberghiere ad effettuare pulizie più accurate e porre l’attenzione su superfici e spazi più sottovalutati durante le operazioni routinarie di pulizia delle stanze.
Insomma, valutate sempre igiene e pulizia quando pernottate in un hotel, ma senza estreme o paradossali pretese e confidando nel buon senso della struttura in cui soggiornate, così che siate voi, e non i batteri, a dormire sonni tranquilli.
Giovanni Di Maio (alias Santi Rocca)
Fonti: Corriere della Sera , Daily Mail , Il Turista , How Clean Are Hotel Rooms? Part I: Visual Observations vs. Microbiological Contamination.