I microrganismi hanno un enorme impatto su di noi. Essi vivono all’interno ed attorno ogni persona, spazio od oggetto che si possa immaginare. Se come noi di Microbiologia Italia siete amanti dei microrganismi, quest’idea vi affascinerà, e vi potrebbe far piacere visitare qualche museo a loro dedicato, visitare i posti in cui per la prima volta sono stati studiati, oppure ammirare i paesaggi che hanno modellato negli anni.
Potresti aver sentito parlare di turismo scientifico, un tipo di viaggio focalizzato sulle attrazioni che riguardano la scienza (musei, laboratori di ricerca, siti storici). In quest’articolo l’attenzione è focalizzata sui microrganismi, per questo motivo, nonostante nel nostro Paese si possano visitare eccellenti musei scientifici come il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia a Milano o il MuSe a Trento, l’Italia purtroppo non appare quanto vorremmo. Non esitate comunque a segnalarci eventuali Musei, Mostre o Esposizione che potrebbero esserci sfuggite.
Ecco quindi una lista di Musei, Esposizioni, Siti Naturali e Storici da visitare nel 2020 intorno al Mondo. Buon viaggio!
Musei e Siti Storici
Micropia (Amsterdam, Paesi Bassi)
Micropia è stato premiato come il museo più innovativo e pioneristico in Europa dalla giura del Museo Europeo dell’anno (EMYA). Il loro commento è stato: “E’ un museo unico, originale e innovativo che rende visibile il mondo dei microbi in un modo attraente e affascinante. Micropia porta il concetto di museo a un livello superiore”. Se volete saperne di più potete leggere qui un’intervista ad un’articolista di Microbiologia Italia che racconta la sua visita a Micropia.

Museo di Microbiologia dell’Istituto Butantan (São Paulo, Brasile)
Inaugurato nel 2002 dal professor Isaías Raw, il Museo di microbiologia mostra modelli microscopici e 3D dei microrganismi ed offre attività interattive così come un programma per i non vedenti chiamato “Micro Toque”.
Museo Pasteur (Parigi, Francia)
Il Museo Pasteur conserva il ricordo di Louis Pasteur con l’appartamento condiviso da lui e dalla sua famiglia sul terreno dell’Istituto. Il museo ospita anche le attrezzature di laboratorio e i quaderni scientifici di Pasteur. Sotto il museo si trova la cappella funeraria e la cripta dove sono sepolti Pasteur e sua moglie.
L’attrezzatura del laboratorio scientifico in mostra comprende oltre 1000 articoli tra cui cristalli, boccette, fiale originali dei suoi esperimenti. Gli articoli in mostra aiutano a illustrare il vasto lavoro di ricerca di Pasteur che vanno dalle scoperte riguardanti i vaccini, alla fermentazione e alla pastorizzazione.

Laboratorio-Museo di Alexander Fleming (Londra, Regno Unito)
Nel laboratorio-museo di Alexander Fleming, potrete vedere dove Sir Alexander Fleming, microbiologo scozzese, scoprì la penicillina. Il laboratorio è stato riportato alle condizioni del 1928.

Il museo dell’Istituto Robert Koch (Berlino, Germania)
L’istituto Robert Koch, come l’Istituto Pasteur, possiede un museo dedicato al microbiologo tedesco. Robert Koch fece diverse importanti scoperte microbiologiche come l’identificazione del batterio che causa la tubercolosi e l’antrace, e lo sviluppo dei postulati di Koch, che hanno permesso l’identificazione dei batteri che causano malattie.
Museo David J. Sencer CDC (Atlanta, Georgia)
Il centro per la prevenzione e controllo delle malattie (CDC) in collaborazione con il Smithsonian Institution offre una visita gratuita al museo David J. Sencer CDC ad Atlanta. Qui si può imparare come si lavora nel campo della prevenzione.
Museo delle epidemie internazionali (Portland, Oregon)
All’interno di questo museo è possibile vedere i prodotti delle sorgenti di malattie epidemiche, compreso un tampone proveniente da un’epidemia di sindrome da shock tossico e tatuaggi contaminati da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Le visite avvengono solo sotto appuntamento.
Mostre
Mostra sull’influenza spagnola al Museo Florence Nightingale (21 Settembre 2018 – 19 Gennaio 2020; Londra, Regno Unito)
L’influenza spagnola, anche chiamata la grande influenza, fu una pandemia influenzale che fra il 1918 e il 1920 colpì il 25-50% della popolazione mondiale causandone la morte del 3-5%. Il museo racconta la storia di quel periodo, dando un’idea di cosa significava essere un’infiermeria a quell’epoca.

Microbial Life: A Universe at the Edge of Sight al museo di Harvard (Febbraio 2018 – Marzo 2020; Cambridge, Massachusetts)
Questa mostra trasporta i visitatori in un viaggio multimediale attraverso il mondo invisibile di batteri ed altri microbi di ogni grandezza e da ogni parte del mondo. Delle parti interattive permettono di rispondere a domande come “Posso mangiare gli avanzi?” o “Cosa puzza?”. Potrete anche assistere a dimostrazioni dal vivo guidate da studenti di Harvard.

Outbreak: Epidemics in a Connected World al Museo di Storia Naturale di Washington (18 Maggio 2018 – 2021, Washington, D.C.)
I virus connettono il nostro mondo. Con questa esposizione è possibile capire come malattie come l’influenza, l’HIV e Ebola si diffondono e come vengono identificate e trattate dagli epidemiologi e le persone che si occupano della salute pubblica.
Influenza: Complex Virus/Complex History al museo David J. Sencer CDC (26 Maggio 2020 – 5 Febbraio 2021; Atlanta, Georgia)
Attraverso l’utilizzo di visualizzazioni, artefatti e supporti mediatici, quest’esposizione provvede un’esaminazione storica dell’impatto globale socioculturale del virus dell’Influenza, così come il ruolo del CDC nella sua prevenzione. L’esposizione si apre con una panomarica sui concetti scientifici per aiutare il visitatore a capire la complessità del virus e perché esso rappresenta un costante problema della salute pubblica.
Invisible You all’ Eden project (Permanente; Cornwall, Regno Unito)
L’esposizione mira a rendere visibile il microbioma umano, i microrganismi che vivono all’interno ed intorno il nostro organismo. Anche se impercettibili ai nostri occhi, questi piccoli organismi sono essenziali per il nostro benessere.
L’esibizione include modellini di carta dei microrganismi, Piastre di Petri virtuali che mostrano i diversi tipi di batteri che vivono sulla nostra pelle, una mappa del nostro microbioma ed un auto-ritratto dei nostro microbi.

Mind the Gut al Museo della Medicina di Copenhagen (Permanente; Copenhagen, Denmark)
Questa mostra si focalizza sulla relazione tra il nostro cervello ed i microrganismi che vivono nel nostro intestino. Ogni giorno, ricerche scientifiche dimostrano che il nostro cervello è fortemente influenzato dai microrganismi e viceversa. Quest’idea è collegata ad una mostra di oggetti storici utilizzati per studiare l’intestino ed il cervello insieme all’arte digitale che mostra come il microbioma può influenzare le nostre sensazioni.
Siti naturali
Solfatara di Pozzuoli (Pozzuoli, Italia)
La solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei. Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente che da circa due millenni conserva un’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo.
Uno di questi è la fangaia, formata da acqua piovana e da condensazione del vapore acqueo che mescolandosi con materiale argilloso forma del fagno, il quale con le alte temperature del suolo ribolle. Dalla Fangaia fuoriescono anche dei gas, ad una temperatura che si aggira tra i 170° e 250° e dalla composizione varia. Sulla superficie del fango si notano delle striature scure, le quali costituiscono colonie di archeobatteri, chiamati Sulfolobus solfataricus, che riescono a sopravvivere alle alte temperature e riscontrate solo in questi luoghi.
Mosquito Bay (Vieques, Puerto Rico)
Ammirate il plancton bioluminescente Pyrodinium bahamense che vive nelle acque della Mosquito Bay in Puerto Rico. I microrganismi, per mezzo di una reazione chimica, emettono una fioca luce azzurra al muoversi dell’acqua.

Parco nazionale di Yellowstone (Wyoming, USA)
La Grand Prismatic Spring situata in questo parco è la più grande sorgente calda degli Stati Uniti. Essa è caratterizzata da un affascinante gioco di colori simili a quelli dell’arcobaleno, risultato di un tappeto microbico intorno ai bordi dello specchio d’acqua. Il tappeto produce colori che vanno dal verde al rosso; la quantità di colore nel tappeto dipende dal rapporto tra clorofilla e carotenoidi e dal gradiente di temperatura che arriva al massimo al centro del sorgente. A causa dell’estremo calore, il centro della sorgente è sterile.

Námaskarð (Lago Mývatn, Islanda)
Námaskarð si trova nella zona del Lago Mývatn nell’Islanda del Nord (che prende anche il nome di Námafjall, Hverir e Hverarönd). Prima ancora di raggiungere questo terreno simile a Marte, probabilmente sentirai il suo caratteristico profumo di zolfo dall’auto. A causa dei vari gas che fuoriescono dalle prese d’aria sotterranee, questo campo geotermico di montagna non ha solo un odore interessante, ma è colorato con colori vivaci.
Per uno sguardo più da vicino (e odore), fai una passeggiata intorno alle sue prese d’aria fumanti, pozze di fango bollenti e sabbie multicolori. Ricorda solo di rimanere all’interno delle aree in corda per proteggere te stesso e l’ambiente delicato.

Orakei Korako (Taupo, Nuova Zelanda)
Un’altra attrazione colorata, si trova a Orakei Korako, dove è possibile osservare spessi strati di microrganismi. Questo sito è un’area geotermale ancora attiva in cui diversi microrganismi, che vivono a diverse temperature, sono raggruppati in spessi strati di tessuto vivente.

Four Windows Cave (El Malpais National Monument, New Mexico)
Il tubo di lava vulcanica, con la loro affascinante geologia e le formazioni di ghiaccio nascoste, attendono la tua attenta esplorazione. Qua dentro, ancora una volta, sono nascosti tappeti di microrganismi.
Sippewissett Salt Marsh (Cape Cod, Massachussetts)
La palude d’acqua salata Sippewissett ospita un vario tappeto microbico di circa 1 cm di spessore. Esso è caratterizzato da un regolare flusso d’acqua di mare, elevate quantità di solfuro e ferro e dalla produzione di metano. Il tappeto è caratterizzato da strati verdi, rosa, neri e grigi, ognuno attribuito alla composizione della comunità microbica e ai processi biogeochimici che avvengono in ogni strato.
Fossili di stromatolite (Glacier National Park, Montana)
Le rocce che compongono le meravigliose vette e pareti della valle del Glacier National Park, racchiudono i segreti di un tempo in cui questa terra era coperta dal mare. A quel tempo, il Glacier National Park assomigliava alle Bahamas moderne, con acque limpide popolate da cianobatteri (alghe blu-verdi), oggi conservati in abbondanza all’interno di queste rocce, dette stromatoliti. Le stromatoliti vengono preservate quando il sedimento viene intrappolato e le alghe crescono sopra e attraverso questo sedimento, creando strati alternati di tappeti microbici.

Shark Bay (Denham, Australia)
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1991, il sito si estende su una superficie di 23.000 km2, di cui circa il 70% sono acque marine. Questa baia possiede la più grande area conosciuta di alghe (circa 4000 km2). Nel corso di migliaia di anni, frammenti di sedimenti e conchiglie si sono accumulati nelle alghe per formare vaste distese di alghe. In base al tasso di crescita, si ritiene che i cianobatteri abbiano iniziato a costruire le stromatoliti nella parte meridionale della baia circa 1000 anni fa.
Green Lake (Fayetteville, New York)
Una caratteristica interessante di New York è il Green Lake, un lago meromittico in cui la colonna d’acqua è divisa in strati verticali in cui risiedono diversi microbi. Gli alberi caduti nel lago sono stati coperti nel corso degli anni con stuoie di cianobatteri.
In alcune parti di esso, nel tempo si sono formate grandi scogliere microbiche (microbialiti) mentre i cianobatteri interagiscono con i minerali presenti nell’acqua. Queste strutture simili a rocce continuano ad aumentare lentamente di dimensioni a causa di uno strato superiore di cianobatteri viventi.
Gran Lago Salato (Utah)
Il Gran Lago Salato è un enorme caratteristico bacino lacustre lungo circa 120 km che contiene una varietà di microbi alofili (amanti del sale). I tappeti microbici multi-specie, tra cui haloarchaea rossi e alghe alofile, fioriscono spesso lungo il litorale. In diverse aree del lago, come al largo dell’Isola Antelope, si sono formate nel tempo scogliere microbiche simili a quelle del Green Lake.

White Cliffs di Dover (Dover, Inghilterra)
Le scogliere di Dover sono composte principalmente da fossili di microrganismi, i cui maggiori rappresentanti sono i coccolitofori ei foraminiferi. I primi sono alghe unicellulari, mentre i secondi sono amebe marine. Ambedue secernono un guscio calcareo, che ne favorisce il processo di fossilizzazione. La morte e il deposito sui fondali marini di tali organismi ha permesso nel corso di millenni la formazione delle scogliere.

Mono Lake (California)
Il lago Mono è un lago alcalino situato nella Contea di Mono, California. Il lago contiene la prima forma di vita conosciuta che utilizza l’arsenico per produrre il DNA e le proteine. Esso è stato soprannominato il ceppo GFAJ-1 e può sostituire l’arsenico con il fosforo. Infatti, proprio per questo aspetto l’arsenico è tossico per gli organismi, esso ha carattere tossico perché imitando le proprietà chimiche del fosforo, può interrompere l’attività cellulare.
Rio Tinto (Sierra Morena, Spagna)
Il Rio Tinto è un fiume al sud-ovest della Spagna, che sorge nella Sierra Morena, tra le montagne dell’Andalusia. Il Rio Tinto è noto per essere molto acido (pH 2) e la sua profonda tonalità rossastra è dovuta al ferro disciolto nell’acqua. Non è chiaro quanto drenaggio acido sia derivato da processi naturali e quanto sia derivato dall’estrazione mineraria.
Sebbene il fiume rappresenti un ambiente difficile per la vita, alcuni microrganismi classificati come estremofili prosperano in queste condizioni. Si ritiene che la presenza di batteri anaerobi nei sedimenti contribuisca in qualche modo al famoso pH del fiume, che a sua volta aumenta la concentrazione di metalli pesanti disciolti. Le acque del Rio Tinto, ricche di solfuri metallici, forniscono un ambiente ideale per i microrganismi chemiolitoautotrofi, con i solfuri che agiscono come fonte di cibo.

Federica Angius