Microbiota intestinale: importante alleato per il nostro benessere, anche cerebrale

Microbiota: un attore che influenza anche il nostro benessere

Il microbiota intestinale è l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro apparato digerente, oltre mille miliardi di batteri, virus, funghi e protozoi, che, comunicando tra loro, agiscono come se fossero un unico organismo e svolgono funzioni importanti per la nostra salute.

L’uomo e i microrganismi che popolano il suo intestino convivono stabilendo una relazione basata sullo scambio di vantaggi reciproci. Il primo fornisce le sostanze nutritive, mentre i secondi svolgono funzioni fisiologiche, metaboliche e immunologiche indispensabili per mantenere uno stato di benessere fisico e mentale.

Ciascun essere umano ha un proprio microbiota intestinale, la cui composizione varia in base a molti fattori, quali per esempio il patrimonio genetico, il luogo in cui si vive, il tipo di parto alla nascita (naturale o cesareo) e di allattamento ricevuto, la dieta, le abitudini e i comportamenti. Non è possibile definire in che cosa consista un singolo microbiota “sano” che possa andare bene per tutti e una popolazione di microrganismi perfetta per un individuo potrebbe non essere adatta a un altro; di norma lo stato di salute della popolazione microbica dell’intestino si misura attraverso tre fattori principali: il numero totale di microrganismi, la diversità dei ceppi presenti, e il rapporto tra ceppi

È ampiamente dimostrato che il microbiota svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento della funzione del sistema immunitario, nel mantenimento del benessere dell’apparato cardiovascolare, nella regolazione del peso corporeo, nel cancro, sia nella risposta alle terapie che nel controllo degli effetti collaterali dei trattamenti.

Numerosi studi suggeriscono che il microbiota sia coinvolto anche nel sistema di comunicazione tra intestino e cervello, detto ‘asse intestino-cervello’, modulando le funzioni cerebrali e anche il nostro comportamento.

Microbiota e invecchiamento cerebrale

Uno studio di recente pubblicazione, condotto dall’Università di Friburgo, ha descritto che i microbi intestinali durante l’invecchiamento possono alterare specifiche caratteristiche della microglia, l’insieme delle cellule immunitarie del nostro cervello: il microbiota intestinale infatti cambierebbe di composizione con l’età, e potrebbe essere responsabile di una aumentata permeabilità intestinale, che consente a metaboliti potenzialmente dannosi, come la N6-carbossimetillisina (LMC), di raggiungere il cervello e alterarne specifiche caratteristiche.

In un altro studio, condotto recentemente dall’Università di Pisa, è stato cercato di capire se segnali provenienti dal microbiota intestinale potessero riattivare la plasticità nel cervello adulto. 

La plasticità cerebrale

La plasticità cerebrale è la capacità del nostro cervello di cambiare in risposta a stimoli provenienti dall’ambiente esterno e/o in risposta alle nostre esperienze: il cervello è più plastico, e quindi tende a modificarsi durante l’età giovanile, mentre i suoi circuiti sono più stabili, e quindi resistenti al modificarsi, in età adulta.  

I ricercatori hanno condotto lo studio nei topi, divisi in due gruppi: un gruppo allevato in un ambiente particolare caratterizzato da un incremento nelle esperienze sensoriali, sociali di attività fisica; un gruppo allevato in un ambiente normale di gabbie da laboratorio. Il primo gruppo mostrava plasticità cerebrale, come accade negli animali giovani, mentre il secondo non mostrava tale plasticità. Quando i topi del primo gruppo venivano privati del loro microbiota, la plasticità neuronale era completamente annullata, suggerendo che fossero responsabili dell’effetto i segnali provenienti dall’intestino. Infine, il trasferimento del microbiota intestinale tramite trapianto fecale dai topi del primo gruppo ai topi del secondo, che non avevano un cervello plastico, causava un aumento di plasticità neuronale nei topi riceventi.

La ricerca nel campo del microbiota ha evidenziato l’importanza di quest’ultimo in una pletora di funzioni e ci consente di comprendere meglio il complesso e delicatissimo equilibrio del nostro benessere, facendo luce sul ruolo che il microbiota riveste anche nell’invecchiamento, un processo cui fisiologicamente contribuiscono sia le nostre cellule, sia i microorganismi che ospitiamo, che dovremo considerare potenziali target terapeutici e preziosi alleati ‘personali’, al cui mantenimento ci dovremo adoperare, a sottolineare l’importanza del proverbio: “l’ospite è sacro”

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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