Antibiotici: come agiscono e perché non funzionano contro i virus?

La maggior parte degli antibiotici (con l’eccezione della penicillina) agisce come inibitore della sintesi proteica, intervenendo specificamente su componenti responsabili delle diverse tappe. Esistono quindi antibiotici che agiscono sulla trascrizione  e sulle diverse tappe della traduzione.

È evidente che un antibiotico sarà tanto più utilizzabile in terapia quanto più è capace di inibire la sintesi proteica dei batteri (cioè del patogeno) senza alterare quella degli eucarioti (cioè del paziente). Questa caratteristica favorevole è tipica di quegli antibiotici che esercitano la loro azione su passaggi della sintesi fortemente differenziati tra eucarioti e procarioti.

Così, per esempio, un antibiotico come l’actinomicina D, che si lega al DNA bloccando il movimento dell’RNA polimerasi, inibisce la sintesi dell’RNA sia nei procarioti che negli eucarioti (il DNA eucariotico e procariotico sono chimicamente uguali) e avrà effetti molto tossici per i batteri, ma anche per il paziente.

Al contrario, antibiotici come il cloramfenicolo o la streptomicina, che agiscono sui ribosomi, ben diversi in procarioti ed eucarioti, risulteranno meglio utilizzabili in terapia in quanto relativamente selettivi per il ribosoma procariotico.

Diversi metodi di trascrizione nei Virus

È possibile così anche capire perché gli antibiotici non sono utilizzabili contro i virus: questi patogeni non eseguono in proprio trascrizione o traduzione, ma utilizzano il macchinario sintetico della cellula di cui sono parassiti. Di conseguenza, per inibire la sintesi proteica virale si dovrebbero utilizzare antibiotici che inibirebbero però anche la sintesi proteica degli eucarioti, cioè del paziente.

Salvatore Gemmellaro

Fonte: Biologia della Cellula – Edizione a cura di Roberto Colombo ed Ettore Olmo – Edi-ermes

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Salvatore Gemmellaro

Autore e amministratore di Microbiologia Italia. Non ho mai fatto della Scienza solo una materia di studio ed una passione personale, ma l’ho sempre ammirata come un’opera d’arte. Riesco a vederne la bellezza. I miei contemporanei probabilmente vedono solamente basi di RNA, gli enzimi. Io vedo Picasso, le più stupende sculture della biologia, vedo i Virus. Sono laureato in Scienze Biologiche, ed intendo dar del mio, in futuro, nel mondo della ricerca scientifica.

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