Secondo paziente infettato da “superbatterio” resistente agli antibiotici: nuovo caso negli USA

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Un altro “superbatterio” multi-resistente agli antibiotici è stato isolato in un paziente di New York, appena un mese dopo il caso della donna ricoverata in un ospedale militare della Pennsylvania e infettata da un ceppo di Escherichia coli portatore del gene mcr-1 per la resistenza all’antibiotico colistina,

Il gene identificato nel “superbatterio” è sempre il gene mcr-1 responsabile della resistenza alla colistina, uno degli antibiotici da “end of the road”, cioè come ultima scelta da utilizzare nei casi di infezioni da parte dei batteri multiresistenti, quali Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae e Acinetobacter, capaci di uccidere fino al 40% dei pazienti colpiti.

Il gene è stato identificato in un ceppo di Escherichia coli in un paziente di New York. Questo nuovo caso segue di pochi mesi la scoperta del primo “super batterio” contenente il gene mcr-1 in una donna di 49 anni della Pennsylvania affetta da un’infezione urinaria causata sempre da un ceppo di Escherichia coli resistente alla colistina.

Il gene mcr-1  era stato già scoperto da alcuni scienziati cinesi a novembre del 2015 in ceppi di Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae in test di routine su maiali e polli nella Cina meridionale, esaminando campioni di batteri raccolti da maiale e pollo venduto in decine di mercati di cinque province della Cina.

La scoperta di questo secondo caso di “superbug” è il risultato di una campagna di monitoraggio, nota come SENTRY Antimicrobial Surveillance Program, in cui sono stati esaminati oltre 20.000 pazienti da diverse parti del mondo colpiti da infezioni di Escherichia coli o Klebsiella pneumoniae. Di questi 20.000 pazienti, 390 (circa il 2%) erano resistenti alla colistina e 19 di questi positivi al gene mcr-1. Negli Stati Uniti, l’antibiotico resistenza causa almeno 2 milioni di infezioni e oltre 23.000 morti all’anno.

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