Lasciamo tracce di batteri su tutto ciò che tocchiamo – cataloghi, pulsanti dell’ascensore, nella macchina del caffè dell’ufficio – ma il contatto fisico non è l’unico modo per lasciare una “traccia microbica”. Gli esseri umani, infatti, spargono inconsapevolmente sciami di batteri che permangono nello spazio intorno a loro, creando una “nuvola microbica“. Ora, una nuova ricerca, rivela che le nuvole di batteri presenti nell’aria possono essere del tutto uniche per ogni persona, come un’impronta digitale microbica.
Per arrivare a questa conclusione, gli scienziati hanno eseguito due esperimenti in cui hanno collocato i partecipanti in una stanza sterilizzata e li circondavano con anelli di piastre di Petri e filtri d’aria in sospensione per catturare i microbi galleggianti. Essi hanno confrontato i campioni acquisiti con i microbi di un’altra camera identica ma senza persone, e hanno dimostrato che i due spazi sono microbiologicamente distinti. Questo ha fatto sorgere un’altra domanda: se la “nuvola microbica” di una persona può differenziare due sale a parte, può differenziare anche due persone diverse? Per sei degli otto partecipanti, la risposta era sì.
I ricercatori hanno sequenziato i campioni delle nubi microbiche e hanno visto che molti dei partecipanti avevano gli stessi batteri nelle loro nuvole, ma in diverse concentrazioni. Anche se non sono del tutto sicuri fino a che punto la nebbia microbica di un individuo si estende, il team ha stimato che i nostri microbi galleggiano all’interno di un raggio di 90 centimetri – il che significa che in qualsiasi spazio semiaffollato (una metropolitana, un negozio di alimentari, o in una riunione in ufficio) c’è un’alta probabilità che i nostri microbi si mescolino, come mostrato nell’immagine in alto.
I ricercatori ipotizzano che quando i microbi si mescolano, gli esseri umani possono prendere “souvenir batterici” l’uno dall’altro, un potenziale contributo che ci aiuta a sviluppare i nostri microbiomi individuali.
Salvatore Gemmellaro
Fonte: Science