Sui nostri smartphone ci sono più batteri che sulla tavoletta di un wc pubblico.
Guardare un post su Facebook, giocare al nostro gioco preferito, fare delle chiamate, tutte azioni quotidianamente svolte senza fare caso ad eventuali conseguenze.
Nella sua frenetica giornata, il nostro cellulare è entrato in contatto con una quantità record di germi.
Una ricerca condotta dalla London School of Hygiene, ha dimostrato la massiccia presenza del batterio E. coli sulla superficie del cellullare.
Ma come è possibile una così grande presenza di batteri?
Il motivo della carica batterica da record è ben spiegato da Emily Martin, assistente presso la facoltà di epidemiologia all’Università del Michigan che dice che le persone hanno l’abitudine di portare gli smartphone anche in situazioni in cui dovrebbero normalmente lavarsi le mani prima di fare qualsiasi cosa, così i telefoni cellulari si caricano battericamente moltissimo.
Ma quali batteri troviamo?
Streptococco. Si trova in genere in due forme: quello di tipo A, responsabile di una delle più frequenti faringo-tonsilliti in età pediatrica; e quello di tipo B, che può causare una vasta gamma di infezioni anche in età adulta, dalle polmoniti alle infezioni del tratto urinario. Entrambi i ceppi sono stati rintracciati sulle ditate presenti sui cellulari, così come gran parte dei microbi che più comunemente ci portiamo appresso.
Escherichia coli. È un batterio normalmente presente nel nostro intestino, e necessario al processo digestivo. Si tratta, pertanto, di un batterio fecale, e il problema sta proprio in questo: il fatto che sia finito sul cellulare potrebbe essere una spia di contaminanti ben peggiori che avvolgono lo schermo del caro smartphone. Un ceppo particolare, l’O157:H7, o Escherichia colienteroemorragico, associato all’assunzione di cibi contaminati o poco cotti, è particolarmente pericoloso, perché provoca diarrea emorragica, anemia e insufficienza renale.
Pseudomonas aeruginosa. Questo batterio molto aggressivo è in cima alla lista di quelli presenti sui cellulari. Il motivo è semplice: il patogeno in questione ha bisogno di pochissime risorse nutritive e spopola, così, sulle superfici più disparate, da quelle dei dispositivi ospedalieri ai lavandini, agli smartphone, appunto. Lo Pseudomonas è anche tra i batteri più resistenti agli antibiotici: un motivo in più per limitare l’uso dei cellulari in ospedale.
Staphylococcus aureus. Alcuni ceppi di questo batterio normalmente presente sulla cute possono provocare manifestazioni morbose e aggressive del patogeno, sotto forma di infezioni più o meno gravi. Uno studio turco del 2009 l’ha identificato sul 52% dei cellulari maneggiati dal personale sanitario. Nella foto, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, un ceppo che non risponde agli antibiotici, evidenziato sulle mani di un impiegato nel settore sanitario.
Come possiamo fare per eliminare tutti questi batteri?
Ogni settimana possiamo provvedere a pulire il nostro ormai inseparabile amico digitale, con un panno umido con una soluzione alcolica, o con delle soluzioni apposite, in attesa che i colossi della tecnologia adottino metodi alternativi. Motorola per prima ha pensato ad un piccolo Led UV, per la disinfezione costante del nostro terminale. Che sia un inizio?
Fonti: HWO, ISS, huffingtonpost, wickhamlabs