Argomento affrontato con grande interesse negli ultimi anni è l’influenza dell’alimentazione sul cancro. “Siamo quel che mangiamo” slogan dell’oncologo Umberto Veronesi, che ci ha lasciati pochi giorni fa, ha sempre affermato che l’alimentazione può incidere del 25-30% sulla formazione di tumori.
Recenti studi confermano che la biodiversità intestinale può essere un aiuto per la risposta alle terapie contro il cancro. Esperta di melanoma, Jennifer Wargo dell’Università del Texas, ha confrontato i batteri intestinali di 23 persone che hanno reagito bene all’immunoterapia, con quello di 11 pazienti che non hanno avuto esiti positivi. I campioni fecali hanno mostrato una netta differenza di batteri tra i pazienti, in particolare si è evidenziato un’ elevata presenza di batteri anaerobi intestinali gram-positivi Ruminococcus, associati ad una reazione ottimale alle terapie.
A danneggiare la microflora intestinale e a incrementare le possibilità di tumore, per l’Università della Georgia, sono alcuni emulsionati utilizzati in diversi alimenti da forno e dolci. La ricercatrice Emilie Viennois, studiando i batteri intestinali di topi alimentati con additivi, spesso utilizzati dalle industrie come la carbossimetilcellulosa, ha notato forti infiammazione intestinali che hanno scaturito la crescita di cellule tumorali.
Questi risultati spingono sempre di più i ricercatori verso la manipolazione del microbioma intestinale per agevolare le cure; infatti la batterioterapia fecale è già utilizzata per diverse patologie. Una dieta ricca di verdure e frutta sviluppa nell’intestino una vasta varietà di batteri, ciò presuppone una migliore risposta alle cure per i tumori e sprona ad approfondire questo stretto legame tra batteri, alimentazione e questa malvagia malattia.
Veronica Nerino
Fonte:
I batteri intestinali amici o nemici delle immunoterapie anticancro? – La Stampa