Nelle ultime due settimane abbiamo conosciuto due grandi uomini, il dottore Edward Jenner (http://microbiologiaitalia.altervista.org/lotta-alle-epidemie-luomo-combatte-fila/?doing_wp_cron=1473117315.0083611011505126953125) e il medico psichiatra Julius Wagner (http://microbiologiaitalia.altervista.org/4810-2/). Entrambi ricercatori, entrambi tanto coraggiosi da spingersi fino ai confini dell’etica nel tentativo di trovare una cura a due grandi piaghe, il vaiolo e la sifilide.
L’unica discriminante che li ha salvati dal delitto, incoronandoli con la fama ed il successo, é che entrambi ce l’hanno fatta: hanno osato ed hanno vinto.
Eppure, viene da pensare, i tempi erano assolutamente diversi, mai oggi un medico o ricercatore potrebbe partire dalla sperimentazione umana, ultimo stadio dell’ultimo trial clinico, che si limita all’osservazione di farmaci che sono stati ormai sperimentati sotto tutti gli aspetti sugli animali.
Siamo sicuri?
“Prima di cominciare qualunque sperimentazione chiedo a me stesso se lo farei con mio figlio o con mia moglie. Se la risposta è no, non lo faccio, per nessun motivo.“, é questa la regola d’oro di Myron “Mike” Levine, ricercatore, professore di medicina all’Università del Maryland, direttore del CVD (Center for Vaccine Development) e penultimo protagonista di questa serie.
Myron Levine, pioniere della moderna sperimentazione umana, lavorava in questo campo già dal 1976 a Baltimora, dove infettava volontari con il vibrione del colera, allo scopo di trovare un vaccino.
Il colera è un’infezione dell’intestino tenue causata dal batterio Vibrio cholerae o vibrione (dalla caratteristica forma a virgola del batterio), patogeno che colpisce esclusivamente gli esseri umani, identificato per la prima volta nel 1854 dall’anatomista italiano Filippo Pacini. I sintomi dell’infezione sono diarrea, ipokaliemia (bassi livelli di potassio nel sangue), crampi muscolari e vomito e durano in media un paio di giorni.
Nonostante in soggetti sani il rischio di morte sia solitamente inferiore al 5%, tale valore può arrivare al 50% in alcuni gruppi che non hanno accesso alle cure o che rappresentano una categoria a rischio come anziani, bambini o soggetti immuno-deficienti.
La trasmissione di questo patogeno avviene per via oro-fecale, veicoli di infezione sono sia i cibi contaminati che i frutti di mare non sufficientemente cotti in quanto questo batterio si sviluppa in acqua oltre che nell’intestino umano.
Ad oggi il colera é sviluppato soprattutto in zone povere ed arretrate, come l’Africa e l’Asia sud-orientale, dove sono maggiori i fattori di rischio per la malattia: scarsa igiene, insufficiente disponibilità di acqua potabile e povertà. Colpisce da 3 a 5 milioni di persone in tutto il mondo, causando tra i 58.000 e gli 130.000 decessi solo nel 2010.
Il vaccino non é l’unica forma di difesa contro il colera, fondamentali sono anche le misure di prevenzione (come impianti fognari e forniture di acqua potabile), il trattamento primario che consiste in una terapia di reidratazione orale (sostituzione dei liquidi con soluzioni leggermente dolci e salate, come soluzioni a base di riso) e, nei casi più gravi, la somministrazione di fluidi per via endovenosa e di antibiotici.
Nonostante questo, un vaccino efficiente resta la conditio sine qua non per una prevenzione efficace. Levine non ha mai smesso di cercarlo, ed i suoi sforzi, in sinergia con l’aiuto degli studenti universitari e dei gruppi di attivisti volontari, sono stati ripagati: dopo moltissimi tentativi è arrivato alla formulazione di un vaccino, che è stato approvato questo giugno 2016 dalle autorità regolatorie degli Stati Uniti.
Sempre quest’anno, ad aprile, partiva il via al progetto per la più grande campagna di vaccinazione per il colera mai intrapresa, ad opera dall’organizzazione Medici Senza Frontiere, con lo scopo di vaccinare 578.000 persone in Lusaka (Zambia), sotto la coordinatrice Caroli Voûte.
Oggi Myron “Mike” Levine continua a lavorare sulla creazione di vaccini contro malattie che colpiscono i paesi in via di sviluppo, come la febbre da tifo o il virus zyka; sotto la sua guida il Center of Vaccine Development ha raggiunto fama internazionale guadagnando, nel 2012, un finanziamento da 4 milioni di dollari dalla Welltrust Foundation.
La lotta per la ricerca di una cura, a qualsiasi malattia, non si ferma qui.
Fonti: Wikipedia voce “Colera” e “Vibrio cholerae”, Website di Medici senza frontiere, Università del Maryland.
Laura Tasca
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