Dolcetto o scherzetto?
Halloween è ormai alle porte e per questa occasione ci accingiamo a festeggiare la notte dei fantasmi, delle streghe, dei lupi mannari e dei vampiri! Sebbene ancora in voga nel ventunesimo secolo, questi esseri grotteschi pongono le radici nella più remota antichità e sono strettamente correlati con i microrganismi patogeni.
Oggi è difficile credere che la leggenda dei vampiri abbia una spiegazione scientifica ma analizzando le caratteristiche principali del vampirismo, capiamo che anche in questo ambito è possibile trovare una base razionale. Secondo Paul Barber, storico dell’Università della California, il mito dei vampiri è nato perché in passato non si conoscevano i processi di decomposizione dei cadaveri.
Difatti, perdendo sangue dalla bocca, questi davano l’impressione di averlo bevuto. La credenza venne in seguito avvalorata dal fatto che, un tempo si sono verificati casi di persone sepolte vive. Infatti, lo stato noto come “catalessi”, può facilmente essere confuso con la morte in quanto il corpo rimane immobile e insorge la difficoltà di auscultare i battiti cardiaci. Esistono inoltre alcune malattie che sono direttamente correlate con il vampirismo, basti pensare alla tubercolosi o alla peste bubbonica che, attaccando i polmoni, fa uscire sangue dalla bocca. La tubercolosi, o tisi, è una malattia infettiva molto antica ed il suo agente eziologico è il Mycobacterium tuberculosis. Questa ha come principale, ma non unico, bersaglio i polmoni in cui si diffonde tramite tosse e goccioline di saliva.
È caratterizzata da una miriade di sintomi che è necessario conoscere per comprendere perché questa malattia venne associata al vampirismo. Il tifo si manifesta con febbre, tosse che può divenire cronica ed espettorato costituito da sangue. Assistiamo ad una notevole perdita di peso del malato e ad elevata sudorazione. Essendo una malattia contagiosa, quando il membro di una famiglia ne moriva, ben presto anche gli altri avrebbero iniziato ad ammalarsi.
Questo, indusse la gente a credere che fosse stata la vittima originaria a “succhiare il sangue” dei parenti più prossimi o dei vicini. Inoltre, le persone che soffrono di tubercolosi, hanno spesso gli occhi gonfi ed arrossati poiché essendo sensibili alla luce del sole, manifestano fotofobia; anche il loro colorito diventa pallido e iniziano a tossire sangue. Tale quadro clinico bastó, in passato, ad addiritare i malati come vampiri!
Ma non solo, anche la rabbia fu collegata al folklore vampiresco.
L’agente eziologico della rabbia è il lyssavirus. La rabbia si trasmette quando un animale infetto graffia o morde un altro animale o un uomo.
L’ipersensibilità, sintomo della rabbia, si ricollega ad una suscettibilità all’aglio o alla luce. La malattia, che attacca il sistema nervoso, può creare ipersessualità e disturbi nel ritmo sonno-veglia. Secondo una leggenda del tempo, se il paziente fosse stato in grado di riflettersi attraverso uno specchio, allora non era affetto da rabbia. Tale malattia, inoltre, può portare a mordere altre persone ed è notevolmente diffusa tra cani, lupi e pipistrelli.
Ecco com’è nato il mito dei vampiri!
Fonte: focus.it
Tania Celestri